Creato da parlo.con.te il 15/06/2004
per un futuro diverso

 

O Signore, la cui voce sento
nei venti
e il cui respiro dà vita
a tutto il mondo,
ascoltami.
Vengo davanti a Te,
uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole:
ho bisogno della tua forza
e della tua saggezza.
Lasciami camminare
tra le cose più belle
e fa’ che i miei occhi ammirino
il tramonto rosso e oro.
Fa’ che le mie mani rispettino
ciò che tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute
nell'udire la tua voce.
Fammi saggio,
così che io conosca le cose
che tu hai insegnato,
le lezioni che hai nascosto
in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza,
non per essere superiore
ai miei fratelli,
ma per essere abile a combattere
il mio più grande nemico: me stesso.
Fa’ che io sia sempre pronto
a venire con Te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce
come la luce del tramonto,
il mio spirito possa venire
a Te senza vergogna.

Preghiera di Yellow Lark, capo indiano Sioux

 

Da bambini si è se stessi

e si sa e si capisce tutto,

come dei piccoli profeti.

Poi all'improvviso accade qualcosa

e si cessa di essere se stessi,

si diventa ciò che gli altri

costringono a essere.

Si perde la saggezza, e l'anima.

  Jean Rhys

 

 

 

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La vita è un'ombra che cammina...

Post n°2280 pubblicato il 01 Marzo 2010 da parlo.con.te

 

 

Consumati, consumati, corta candela!
La vita è un'ombra che cammina,
un povero attore che si agita
e pavoneggia la sua ora sul palco
e poi non se ne sa più niente.
È un racconto
narrato da un idiota,
pieno di suoni e furore,
significante niente.

 

William Shakespeare



Finissimo esperto dell’animo umano William Shakespeare
ha scandagliato le più infervorate umane aspirazioni come le pecche più basse e occultate, affondando con profana inquietudine il suo affilato discorso tra le pieghe di dolenti piaghe, per poi trasportarci, ansimanti, tra le torreggianti estensioni dei più alti picchi delle fatali ambizioni…
In tutto questo abbiamo una rappresentazione particolareggiata di ogni nostro sentimento, senza però, tra quelle rarefatte sommità, ottenere sollevato il pensiero.
Cosi egli ci lascia con un che di amaro in bocca, nell’ emozione strappata che non ci possa essere altra via d’uscita, al nostro essere nel mondo, se non una precaria rivincita, in un breve istante stupito…


 

 


Un destino fatale,
tanto vale la nostra esistenza?...
Nessuna condizione è garanzia
Nessun segno è accordo d’ascolto
Sempre dubbiosi, premiamo un riparo,
simulando il coperto sopruso…

Questa dunque la vita:
una duratura condanna?
Quando il cielo si chiude cupo
sopra il fondale delle nostre città,
roteano oscure come ombre rasenti
altre apparenze di sfida.
Ambigue corrispondenze e baratti
tributano la vita in farsa aggiuntiva …


 

 
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