Creato da parlo.con.te il 15/06/2004
per un futuro diverso

 

O Signore, la cui voce sento
nei venti
e il cui respiro dà vita
a tutto il mondo,
ascoltami.
Vengo davanti a Te,
uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole:
ho bisogno della tua forza
e della tua saggezza.
Lasciami camminare
tra le cose più belle
e fa’ che i miei occhi ammirino
il tramonto rosso e oro.
Fa’ che le mie mani rispettino
ciò che tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute
nell'udire la tua voce.
Fammi saggio,
così che io conosca le cose
che tu hai insegnato,
le lezioni che hai nascosto
in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza,
non per essere superiore
ai miei fratelli,
ma per essere abile a combattere
il mio più grande nemico: me stesso.
Fa’ che io sia sempre pronto
a venire con Te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce
come la luce del tramonto,
il mio spirito possa venire
a Te senza vergogna.

Preghiera di Yellow Lark, capo indiano Sioux

 

Da bambini si è se stessi

e si sa e si capisce tutto,

come dei piccoli profeti.

Poi all'improvviso accade qualcosa

e si cessa di essere se stessi,

si diventa ciò che gli altri

costringono a essere.

Si perde la saggezza, e l'anima.

  Jean Rhys

 

 

 

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« soggezioni e sottomissioniMancanza di orientamento »

Comode amnistie…

Post n°2312 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da parlo.con.te


 Una fastidiosa provocazione
 
 “Chi non ha peccato…scagli la prima pietra”
 Di questi giorni capita spesso di udire questo inestimabile richiamo; ancor spesso, ammiccato con sogghignante arroganza. E,allora, una fastidiosa insofferenza mi percuote come un pugno nello stomaco …Ma, come mai...? E con quale pedante sottigliezza… e pure stomachevole autosufficienza, uomini altolocati, e responsabili del buon governo, credono di poter giustificare le ostentate magagne!…
 Così ripetendo , non dico facciano torto alla immensa indulgenza del loro autore: Gesù di Nazareth - che della inesauribile Sua misericordia richiederebbe semplicemente trovarci tutti debitori -
 Comunque, più banalmente, la mia reazione consegue dal fatto che mi sento, come donna, pienamente vicina alla sventurata adultera della menzionata vicenda, che, forse sbagliando per amore, forse per sottomissione, forse per umana debolezza, si vide condannata a una pena inumana, e nei secoli trascinata a un’ aggiuntiva irrisione, strumentalizzata a fin troppo comode amnistie…
 Quel che ne deriva, a mio avviso, è che nei confronti delle questioni essenziali, necessita cautela e non comode interpretazioni. Stiamo attenti alle nostre espressioni, come alle relative parole: le parole sono altrettanto essenziali! Se queste perdono aderenza con la realtà, diventano liquide, consumano l’oggetto del significato e creano ulteriore preoccupante disgregazione.
 O sarà proprio questo che vogliono certi flessuosi burocrati?

 
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