ROMA CAPVT MVNDI

Forse non tutti sanno che la prima squadra italiana a vincere un trofeo europeo fu l'A.S.Roma: l'11 ottobre 1961 Giacomo Losi alza sotto il cielo di Roma e di fronte a 50'000 spettatori la Coppa delle Fiere a seguito del 2-0 nella finale di ritorno contro il Birminghan City, (reti di Farmer [autogol] e Pestrin [andata 2-2, doppietta di Manfredini]). La storia siamo noi, onore alla magica Roma! Questi gli "undici" che in quel glorioso giorno scrissero la storia: Cudicini, Fontana, Corsini, Pestrin, Losi, Carpanesi, Orlando, Lojacono, Manfredini, Angelillo, Menichelli. Onore a loro ed alla loro gloria immortale! Facendo mie le parole del compianto presidente Dino Viola, aggiungo questa frase, che ogni tifoso, per il fatto stesso di onorare questa maglia, deve portare dentro di se, nel calcio così come nella vita: "La Roma non ha mai pianto e mai piangerà: perché piange il debole, i forti non piangono mai"

 

FRANCO SENSI


 

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Realtà

Post n°159 pubblicato il 23 Settembre 2010 da giulian.82

Stamattina al mio risveglio, sono stato afflitto da un dubbio esistenziale, una di quelle cose che, se fossi stato un filosofo dell'antica Grecia, mi avrebbe portato ad interrogarmi per lungho tempo fino al raggiungimento di una consapevolezza ultima, atta a risolvere questo problema. Avrei scritto un trattato, avrei esposto la mia teoria alle accademie, e chissà, forse oggi occuperei un trafiletto, un paragrafo, o forse addirittura un intero capitolo di un qualsivoglia libro di scienze filosofiche.
Ma non sono un filosofo, nè tanto meno un contemporaneo di Platone o Aristoltele, e quindi, cerco di adattare questo discirnimento agli strumenti tipici dell'uomo moderno, trai quali, la rete.
Per parallelismo coi tempi antichi, capita quindi di affidarmi al moderno oracolo di Wikipedia, ed interrogandolo getto le basi della mia dissertazione odierna: la REALTA'.
Con il termine realtà si intende ciò che esiste effettivamente, di solito in contrapposizione a ciò che è immaginario o fittizio; Il termine realtà deriva dal latino res, ovvero un oggetto materiale, e il sostantivo realitas, da cui realtà, compare soltanto nel tardo Medioevo ad opera di Duns Scoto, ma non per indicare la totalità di ciò che costituisce il "fuori" della coscienza umana, bensì l'individuazione (la realtà ultima del singolo ente che esiste). Tale concetto si contrappone all'idea latina di abstracta (quidquid credat intellectus de rei veritate = ciò che l'intelletto crede circa la verità della cosa). [Fonte Wikipedia]
Cercando di essere il meno prolisso possibile, cerco di stringere e di arrivare al nocciolo della questione.
Dopo quanto avvenuto ieri sera al Rigamonti di Brescia, stamane mi sarei aspettato che quanto avvenuto, ovvero semplicemente la realtà, venisse riportata sulle più note testate giornalistiche per quello che effettivamente risultava essere. Mi sarei aspettato quindi che venissero riprese le parole del ds Pradè o del dg Montali inerenti lo scandalo arbitrale, degno della "prima repubblica del pallone", cui la Roma era stata indegnamente sottoposta. E invece? Invece, navigando tra le pieghe di quanto avvenuto, ma soprattutto detto ieri, si scopre che, per deviare l'attenzione mediatica dal nocciolo della questione, ovvero il FURTO perpetrato per mano di una terna più in malafede che scarsa, si è incentrata l'attenzione sulla dichiarazione più lontana a tutto questo, ovvero il lavoro oscuro di Lippi per subentrare alla panchina giallorossa.
Ora, con questo non voglio certo sottovalutare le parole del mister il quale, sentendosi direttamente minacciato, ha ceduto al tranello tesogli dalla trappola mediatica, andando a parlare di una questione sicurmente importante ma oggettivamente di secondo piano rispetto ai fatti, alla realtà delle cose, alla VERGOGNA avvenuta, ma cercando di essere il più distaccato possibile, mi pare evidente che la notizia da sottolineare, sarebbe stata opportuna ricercarla nell'attacco diretto che la dirigenza giallorossa ha mosso all'arbitro, ai guardalinee e alla CAN tutta.
Capita così di spostare l'asse della notizia, di cavalcare quella bega personale Ranieri/Lippi, e di far passare in secondo piano lo scempio, attuando una strategia, nemmeno troppo sottile e nascosta, che sfrutta le debolezze o gli errori altrui come leva per arrecare danno.
Resta il fatto però che IO la partita l'ho vista, ed un'opinione me la sono creata, ma gli altri? Chi si è affidato alle parole che legge oggi sui giornali o ode alle televisioni, che idea si può fare di quello che è successo ieri a Brescia? E' passato il messaggio che si, forse la Roma è stata penalizzata da un paio di episodi, ma che comunque ha perso, non vince dallo scorso campionato, ed il tecnico ha paura di venire rimpiazzato da Lippi. Ecco il messaggio che passa. Ma questa, può essere definità REALTA'?
Non lo è per me, non lo è per chi ha visto la partita allo stadio, nè tantomeno lo è per chi ha assistito alla stessa da casa, ma gli altri? E badate bene, gli altri sono molti di più di noi. Gli altri che idea si sono fatta? Qual'è la LORO REALTA'? E a questo punto, chi è che decide cosa è Reale da cosa non lo è? Perchè se è vero come è vero che per definire una cosa REALE, bisogna osservarla, quando non la si può osservare e si delega ai "cronisti" questo compito, chi mi assicura che il cronista compia il lavoro per il quale viene definito tale? SI penserà, allora di mandare più cronisti, più inviati, raccogliere le loro testimonianze e valutare in base a questi dati, ma quando tutti, per corporativismo e solidarietà, decidono di puntare il dito e l'obiettivo su un fatto anzichè su un altro, chi ha ragione, chi ha torto, e chi è il depositario della REALTA'?
Una persona sola, che scrive in un blog, o la massa brulicante che invece si abbevera alla fontana drogata dell'informazione e che, non avendo la possibilità o spesso la voglia di approfondire, si fida di chi tradisce il suo ruolo di obiettivo osservatore per perseguire meri interessi privati?
Insomma, il succo del discorso è che se tutti dicono di aver visto un asino volare, si inizierà a diffondere la notizia REALE che gli asini possono volare, ma soprattutto, quell'ultimo essere dotato di osservazione obiettiva e distaccata che afferma senza timore di smentita che un asino NON può volare, verrà additato come inattendibile, inaffidabile, al più pazzo o eretico, perchè ha deciso di mettere in dubbio l'autorità costituita, la quale ha scelto di CREARE una REALTA' a cui credere.
Ma allora, ognuno si crea una realtà? Non esiste forse una realtà oggettiva dei fatti?
Se è vero che tutto è relativo, cosa è reale, cosa non lo è, cosa è giusto e cosa sbagliato, cosa è bene e cosa è male?
Domande che portano a risposte per dicotomiche: o si crede a ciò che si legge, addormentandosi come cullati dal torpore delle notizie preparate a dovere per mascherare la realtà dei fatti, oppure si sceglie di approfondire, consapevoli però del fatto che giungere a toccare la REALTA' e farla propria, per quanto ci porti ad uno stato di presa di coscienza e reale illuminazione, ci condurrà sempre alla condizione di essere una voce fuori dal coro, una persona che nuota controcorrente nel fango della menzogna, un essere additato come diverso, e quindi emarginato.
Se siete pronti a tutto questo, allora approfondite e cercate la vera e UNICA REALTA', perchè sebbene questa porterà con se un pesante fardello da sopportare, vi consentirà di migliorare voi stessi, donandovi l'unica cosa che solo voi stessi potete regalarvi: la CONSAPEVOLEZZA della REALTA'.

Giuliano Quattrini

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