ROMA CAPVT MVNDI

Forse non tutti sanno che la prima squadra italiana a vincere un trofeo europeo fu l'A.S.Roma: l'11 ottobre 1961 Giacomo Losi alza sotto il cielo di Roma e di fronte a 50'000 spettatori la Coppa delle Fiere a seguito del 2-0 nella finale di ritorno contro il Birminghan City, (reti di Farmer [autogol] e Pestrin [andata 2-2, doppietta di Manfredini]). La storia siamo noi, onore alla magica Roma! Questi gli "undici" che in quel glorioso giorno scrissero la storia: Cudicini, Fontana, Corsini, Pestrin, Losi, Carpanesi, Orlando, Lojacono, Manfredini, Angelillo, Menichelli. Onore a loro ed alla loro gloria immortale! Facendo mie le parole del compianto presidente Dino Viola, aggiungo questa frase, che ogni tifoso, per il fatto stesso di onorare questa maglia, deve portare dentro di se, nel calcio così come nella vita: "La Roma non ha mai pianto e mai piangerà: perché piange il debole, i forti non piangono mai"

 

FRANCO SENSI


 

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Vox Populi, Vox Dei

Post n°163 pubblicato il 27 Settembre 2010 da giulian.82

Con l'introduzione delle pay tv prima, dei tornelli e della tessera poi, il tifoso da stadio è stato progressivamente emarginato e dipinto come teppa dai media pilotati ad arte, in modo da giustificare le malefatte e gli attentati alla libertà costituzionale orditi attraverso decreti e leggi, dipingendoli come "necessari" per arginare la violenza negli stadi.
Ma prima di approvare un rimedio, non si dovrebbero interpellare le parti in causa?
Prima di agire limitando le libertà collettive, non si dovrebbero cercare le responsabilità dei singoli?
Lo dice anche anche la filosofia prima e  la fisica poi, quando si definisce il rapporto tra azione e reazione come quello tra causa ed effetto.
Un tifoso, prima di diventare violento (se mai lo diventasse), viene lentamente portato all'esasperazione, e dopo lunghi periodi di sopportazione, esplode in manifestazioni spesso ahinoi deprecabili; ma dall'ingiustizia alla "vendetta personale" ne intercorre di tempo, e soprattutto ne intercorrono di fatti, perchè se è vero come è vero che nessuno fa niente per niente, allora è anche vero che la violenza non è un virus che attacca senza motivo, ma anzi è una reazione, magari spropositata, alle ingiustizie ed ai torti che una persona subisce nei panni di cittadino prima che di difoso.
Le persone vengono vessate, oltraggiate ed umiliate, ed oltretutto gli viene negato il diritto di dissentire, ed allora? Allora il malumore dapprima serpeggiante, lievita fino a sbottare, soprattutto tra i più esagitati che però, va ricordato, non è che si sveglino la mattina con la voglia di distruggere il mondo, nè tantomeno si recano allo stadio con l'intento di raderlo al suolo e picchiare chiunque cerchi di impedirlo: non scherziamo, non è così che funzionano le cose!!!
Ciò detto, in una società che tutto occulta e tutto censura e che vorrebbe stabilire un ordine precostituito dettando ed imponendo le verità di Stato, c'è ancora chi riesce a dissentire in maniera civile e con toni, quelli si, che possono sembrare eccessivi ai non addetti ai lavori, ma che, paragonati alle cause scatenanti, sono anche poca cosa.
Per cui, fino a che il popolo avrà questa verve e questo spirito, non ci saranno tessere o biscotti precostituiti a fermarlo, perchè come dicevano gli antichi romani, "Vox Populi, Vox Dei" (letteralmente, voce del popolo, voce del dio), un antico proverbio che stabilisce la verità diuna cosa, quando il popolo è concorde nell'affermarla, da cui si attribuisce comunemente il marchio della verità ai proverbi coniati dall'esperienza e dalla logica popolare; e dato che un'immagine vale più di 1000 parole, nella foto vedete come il popolo esprime il dissenso...

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