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« la mia versione dell'im...Uguale e contraria. »

Ballo con l'oceano.

Post n°152 pubblicato il 27 Settembre 2012 da gizzoragno
Foto di gizzoragno

Qualche volta ritrovi gli oggetti, ricevi ringraziamenti, strette di mano; altre volte invece vengono ritrovanati i tuoi stessi oggetti, smarriti, e ringrazi a tua volta. E in questa equalizzazione della vita, con i suoi alti, i bassi, tutto si alterna.

Le notizie, i ritmi, i sorrisi e le preoccupazioni.

La vita è fatta per essere vissuta, non per essere pensata, diceva quello. Perciò la novità che dopo trent'anni è arrivata impone decisioni. Si chiude un angolo rimasto fuori dal tempo, con il mio gozzo non autosvuotante che richiede interventi, chissà perchè mi sorprende, e da stamattina non penso ad altro. Fortunatamente non ho altro a cui dover pensare, sembra. Così, di conseguenza ripenso ai tempi in cui mi incollavo col pensiero al lavoro anche quando ero a casa per l'influenza o per normale e meritato riposo. Non tutto viene per nuocere, si sa, e oggi lo sperimento. Tutto intorno a noi parla di convenienza e opportunità, perchè resistere allora? Ognuno pensi a sè, al suo meglio. Non si cambia maglia per niente, ci sono sempre molti motivi.

Oggi mentre lasciavo correre sotto le gambe i chilometri che mi sono concesso pensavo che è una questione di coraggio, vivere. Dipende se credi nella tua testa, nelle tue mani, nel tuo ragionare. La scelta è parte sempre presente del passo di ciascuno di noi, dipende quanto ascolto le diamo. Ogni novità porta incognita, e sfida. Non si può passare la vita in casa, non ci si può allenare per sempre. La partita è oggi. Ma sono stati della mente che uno raggiunge oppure no. Una volta che transvoli l'oceano il mondo diventa più piccolo. Ad ogni pausa il lavorio a giri bassi della mente umana si riprende le risorse normalmente destinate al giorno ed alle sue fatiche e mette in produzione le idee. In questo modo la vita e i suoi desideri tornano a colorare il cielo sopra la testa, lo stesso cielo rabbuiato da tutte le menate che vecchi, giovani, animali con il loro abbaiare a vuoto rovinano fino a farci dimenticare di alzare lo sguardo.

Siamo gente normale, l'ho sempre saputo, non ho scelto mai diversamente. Sempre per quella storia del coraggio, che torna a farsi sentire quando l'urgenza supera la fame e la sete. Quando l'occasione si avvicina, il fiuto sguinzagliato nell'aria prima o poi l'annuncio giusto lo trova.

Il cambiamento ricorrente come unico mezzo per avvicinarsi all'opera che hai dentro. Ogni svolta una finezza a quella linea da rifinire, un millimetro più vicino all'anima ed ai suoi sogni.

Immaginare e immaginare ancora, non permettere a nulla di esaurire i tramonti, non lasciare sfuggire le albe, non evitare gli acquazzoni di note, inseguire come aquilone il soffio d'aria di colori e forme, e danzare ancora con esso.

Di questo parlo, a me stesso, rincorrendo pensieri di mare, di linee scritte, per restituire quanto ho ricevuto da sempre, l'armonia e le guerre che, come tutti, porto dentro. La mia versione dell'immortalità, banale, solo per cominciare. Vedersi avanti qualche anno, con mani ed occhi pieni, le parole ritrovate, il sorriso pure.

Ad ogni noia più anziana in forma di settantenne sorridere, meglio di adesso, per la tenerezza di vedere un' essenza andata giù dallo scarico della vita, come acqua sprecata poco per volta.

Uno con un tatuaggio 'rock' sulla pancia non molla.

Ballo con l'oceano

 
 
 
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