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« Sparks.Il gusto, il tempo, la paura. »

Lungo il resto della vita.

Post n°158 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da gizzoragno
Foto di gizzoragno

Ad un tratto tutto mi fu chiaro.

Stavo sbagliando ogni mossa.

Stavo perdendo il mio tempo inseguendo sogni che non si sarebbero realizzati mai. Per colpa della paura fottuta di immaginare un qualche strozzo al collo come cane de guardia in un giardino troppo piccolo stavo perdendo l'amore. Mi stava scivolando via dalle dita come acqua del mare di Portovenere quando la bevemmo, insieme, travolti da una follia abbagliante e totale, quell'inverno.

Si sarebbe perso tutto nell'oceano informe della mia vita, non sarei mai più arrivato in tempo. La rimanenza di me sarebbe stata indistinguibile da tutto il resto, mai più avrebbe colmato le nostre mani per un unico, lunghissimo sorso sconvolgente. In quell'attimo, finalmente, capii chi eravamo. Figli di un unico mare, incontratisi come si possono incontrare molecole d'acqua perdute nel Mediterraneo, da qualche parte, scivolate via dagli scogli, appartenute al sole, fuggite con il vento.

In quel sorso c'era la risposta.

La mia sete finiva quel giorno.

Come un film mandato avanti veloce ho veduto il soggetto che stavo scrivendo d'improvviso interpretato da qualcun altro, le sequenze farsi meno interessanti, l'azione farsi più lontana, l'intensità scemare.

Un brivido, un sapore di sale come sangue, come carne.

Come mare.

E smisi i panni di me.

E fu solo vento, come il tuffo prima dell'ingresso in acqua.

Chiusi gli occhi.

Ma non c'era freddo, e l'impatto non arrivò mai.

Sono ancora qui a mezz'aria, incapace di immaginare il romanzo della nostra vita da qui in avanti, ad ascoltare il suono del tuo vento che spettina ribelle i miei capelli finalmente un po' più lunghi, che gioca con i miei vestiti.

Sono qui a respirare l'odore dei tuoi flutti che finalmente bagnano le mie coste, ora che so che solo non sono mai stato da quando sei apparsa a scivolare in gocce su di me che risalivo su dopo ogni tentativo di traversata.

Pensavo che il coraggio fosse lo strumento usato dagli uomini per affrontare imprese più grandi della forza di cui dispongono nelle braccia e dissolvere la paura di non riuscire o quella di perdere.

O di non tornare più a casa.

Forse è così, ognuno deve scoprire il proprio, di coraggio, ciascuno con i suoi oceani da attraversare.

Un tuffo, lungo il resto della vita.

 

Ad un tratto mi fu chiaro.

Dentro il mare di te.

 

 
 
 
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