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« Il gusto, il tempo, la paura.Imparerò a proteggermi. »

Quando il mare si alza.

Post n°160 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da gizzoragno
Foto di gizzoragno

 

Ho visto il mio cane tremare di paura.

Essere un uomo a volte è spaventoso. Non puoi conoscere tutto. L'effetto di ogni azione che si compie da un certo momento in poi non riguarda più solo la tua persona. Trovarsi puntati occhi terrorizzati, vedersi attraverso lo sguardo di chi ti sta vicino e capire solo allora di quanto diversa e violenta possa essere una parola, un gesto è un'esperienza scioccante. Tremava e neppure lo stavo sgridando. Tremava perché sentiva gli sportelli della cucina sbattere e le bestemmie prorompere senza possibilità né voglia di contenzione dalla mia bocca. Tremava perché gli oggetti colpivano muro e pavimento, perché capirsi non è facile, anche se è fondamentale. Sono anche questo, dentro il marito e l'uomo ci sono anche dolore e rabbia perché non tutto può funzionare se non si comunica, se non si va a fondo gli uni dentro gli altri. E fare ciò comporta fatica e delicatezza, che non sempre riesce al primo colpo. La pianta delle stanze di ciascuno contempla anche angoli bui e scivolosi, non è facile avventurarsi proprio ovunque, non si è sempre orgogliosi delle condizioni in cui versa il proprio scantinato. Ci chiudiamo i mostri, nello scantinato, sin da piccoli. Ci nascondiamo i vecchi oggetti che non vogliamo più tra i piedi, a prendere polvere e umidità, non importa di tinteggiarne le pareti o sistemarne i pavimenti. Nello scantinato della vita ci finisce ciò che non vogliamo più ma di cui non vogliamo - o non possiamo - disfarci del tutto. Ed oggi per me è stato scendere le scale buie e umide e vedere appesa la mia vecchia faccia che era ancora li, ritratta nella sua rabbia, il vecchio me che mi guardava cattivo e ghignante. Solo che non ero in cantina e quella faccia era appesa, si, ma dentro lo specchio. E poi è successo che ho guardato dentro un altro specchio che mi ha riportato indietro, alla luce.

Gli occhi di Stevie.

Erano terrorizzati e tristi. E lui tremava come non ho mai visto tremare un cane. In quell'istante ho capito quanta spazzatura ho raccolto e accumulato negli anni. Ho capito oggi che non posso spargere la mia immondizia per tutta la casa, ci ho messo una vita per diventare uomo, voglio esserlo anche quando arrivano terremoti e temporali. Ognuno ha già la propria, di discarica e non è facile gestirla per tutta l'esistenza e impedire che trabordi e contamini tutto e tutti quelli che si hanno intorno.

Ogni tanto riapro il mio immondezzaio, ma devo ricordarmi che non sono più il solo ad entrarci: varcare quella porta significa che si sporcheranno e potrebbero farsi male anche quelli che mi vogliono bene, perché non sempre sanno cosa ci ho messo dentro e dove sono tutte le cose taglienti, immonde e tossiche che ci ho sversato dentro.

Voglio mettere in sicurezza la discarica col mio nome, tenere sotto chiave rifiuti, mostri e il peggio in generale.

Si è uomini soprattutto quando il mare si alza e arriva il brutto tempo.

Voglio essere un uomo.

 

 

 
 
 
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