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Discussioni prima del 2001, sui rischi possibili di crisi mondiali

Post n°4 pubblicato il 18 Agosto 2006 da maksi
 

Nel 2000, con un amico parigino, originario della Kabilia (Est dell'Algeria) ma francese di cultura ed educazione (compresa l'università) discutevamo di cose ed altre, mentre i nostri bambini giocavano insieme.

Con noi c'erano anche mia moglie, parigina anche lei, e sua moglie, parigina, mia compagna di classe al liceo nel 1984.

Insomma, discutendo in quattro (a otto occhi è sempre meglio che a quattro) ci preoccupavamo dello stato del mondo, cominciando con il nostro piccolo mondo, il lavoro (io e mia moglie avevamo un lavoro, lui e sua moglie no), la scuola dei bambini, l'istruzione pubblica (education nationale in francese), l'informazione e la politica nazionale francese ed internazionale.

Cosa succedeva allora, rimettiamoci un attimo le idee a posto con una rinfrescata alla memoria:

- Bill Clinton era ancora presidente, Vladimir Putin è eletto in marzo del 2000.
- Vicente Fox è eletto per la prima volta presidente del Messico
(destra), mentre Hugo Chavez (sinistra) è rieletto trionfalmente in
Venezuela.
- In Giappone, il 14 maggio muore il primo ministro giapponese, Keizo Obuchi.


- La borsa francese si era imballata, e il Nasdac americano (nuove tecnologie) a New York, raggiungeva i massimi storici. La bolla speculativa intorno alle aziende 'nuove tecnologie' o 'nuova economia' non era ancora esplosa, e neanche appariva come tale.
- Il 3 aprile 2000, la Microsoft è accusata di aver violato le leggi antimonopolio americane.
- Israele si ritira dal Libano del Sud, dopo 44 anni di conflitto, e discute con la Siria per trovare una soluzione pacifica al Golan.

Insomma il mondo non è tutto rosa, due guerre (Golfo nel 1990 e Bosnia-Kossovo nel 1994-1999) hanno scosso tutti noi occidentali, ma "le cose vanno per il meglio nel migliore dei mondi possibili" come dice il personaggio di Voltaire Candide (candido).

In quel momento, però, D. ed io siamo preoccupati. E concludiamo insieme la discussione con l'analisi semplice e semplicistica seguente: corriamo il rischio di tre grandi crisi mondiali:

1) diverse possibili guerre civili infra-europee (dopo la Bosnia e il Kossovo) in Europa, originate dall'l'impoverimento delle classi medie delle società occidentali e dalla fine dello "stato-provvidenza"; e magari qualcosa di simile negli stati uniti.

2) un conflitto sempre più aperto tra il Sud del mondo, povero, e il Nord, ricco; con il rischio di un proliferare di armi nucleari o biologiche, dopo la caduta del muro e la fine dell'Unione Sovietica.

3) Un aumento dell'intensità della guerra economica amricano-europea con l'asia, e in particolar modo con la Cina.

Eravamo forse per alcuni pessimisti, magari un po paranoici, ma eravamo anche pieni di speranza e voglia di non crederci troppo, però eravamo lucidi... e purtroppo...

Erano i primi mesi del 2000, e quando i media davano le informazioni, sembrava che tutto stesse per andare per il meglio. Quando gli americani pensavano fieri, che avendo dislocato l'unione sovietica, avevano risolto un sacco di problemi nel mondo, non si erano ancora accorti di avere rotto un equilibrio sottile per un caos sconosciuto. Pieni di euforia stavano già inventando i nuovi cattivi, e nuove ragioni di fare la guerra per mantenere l'economia del paese attraverso lo sforzo continuo dell'industria militare, che tira gli altri settori.




 
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