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IL CRISTIANO VALE QUANTO PREGA (01)

Post n°8 pubblicato il 22 Giugno 2010 da angeloglobulirossi

LA PREGHIERA

IL CRISTIANO VALE QUANTO PREGA

 

Ripetiamo insieme:

“Padre, nel nome di Gesù,

  • donaci l'amore dello Spirito Santo,
  • donaci la gioia dello Spirito Santo,
  • donaci la pace dello Spirito Santo,
  • donaci la pazienza dello Spirito Santo,
  • donaci l'umiltà dello Spirito Santo,
  • donaci la mitezza dello Spirito Santo,
  • donaci la tenerezza dello Spirito Santo,
  • donaci la fedeltà dello Spirito Santo,
  • donaci il dominio di noi stessi”.


Dice papa Giovanni Paolo II: “bisogna tendere con tutte le forze alla santità ma non esiste la santità senza la preghiera…il cristiano vale quanto prega…le nostre comunità devono diventare sempre più luoghi di preghiera, luoghi di contemplazione e di lode dove il cuore dell'uomo si riempie dell'amore di Dio…”.

Nella NOVO MILLENNIO INEUNTE, papa Giovanni Paolo II, al N°32 dice: E' necessario imparare a pregare”, perchè si prega poco e male e tanti non pregano.
Dice un santo parroco. "Io vedo che la mia gente dice preghiere ma che non sono un comunicare con il Signore". Diciamo spesso preghiere ma poco spesso preghiamo.

  • Occorre che l'educazione alla preghiera sia un punto qualificante di ogni programma pastorale. I
  • l primo passo nella preghiera è “voler veramente pregare, capire l'essenza della preghiera, prendere abitudini nuove, costanti e profonde e puntare alla preghiera autentica”.
  • La primissima cosa è sradicare le abitudini sbagliate della preghiera; ad esempio l'abitudine alla preghiera parolaia e distratta; pregare i salmi e il rosario in modo superficiale.


Dice Sant'Agostino:Dio preferisce l'abbaiare dei cani al salmodiare distratto (la preghiera dei pappagalli)”. Non abbiamo allenamento sufficiente alla concentrazione, e siamo invasi e dominati da tutti i pensieri senza essere capaci di dominarli. Il silenzio, crea il clima di profondità nella preghiera, aiuta a prendere contatto con sè stessi, crea il clima di ascolto. Il silenzio è per ascoltare non per tacere.

Per Boeneffer: Amare il silenzio per amore alla Parola”. Il silenzio crea, ordina, chiarezza, trasparenza.

  • Senza arrivare alla preghiera di silenzio non si arriverà mai alla preghiera vera, perchè non si scenderai nella propria coscienza.
  • Oggi non abbiamo l'allenamento alla concentrazione; ai bambini non si insegna l'arte del pensare e il primo passo è l'allenamento alla concentrazione.

La Montessori allenava i bambini alla concentrazione (es. sentire il rumore di una goccia che cade, il cinguettio di un uccellino,…).

Qualche volta anche nel RnS l'invasione della lode può uccidere il silenzio e noi possiamo “cantare e cantare senza pensare a convertirci”. ”La preghiera distratta è il cancro della preghiera e si debella con l'intervento chirurgico.

Romano Guardini dice sul bisogni di concentrazione: “l'uomo è una creatura piena di astuzia e l'astuzia del suo cuore appare nella vita religiosa. Quando cominciamo a pregare subito qualche altro pensiero pretende di essere ascoltato. Io devo ritrovare il contatto interiore e ristabilire continuamente questo contatto interiore con Dio.

La preghiera continuamente minaccia di scivolare nel puro monologo, deve diventare colloquio, dialogo. Dal raccoglimento dipende tutto. Nessuna fatica è sprecata a questo scopo e anche se tutto il tempo di preghiera trascorresse nel solo cercare il raccoglimento sarebbe già ricca preghiera perchè raccogliersi vuol dire essere già svegli.

E' l'uomo nella preghiera deve essere sveglio e presente ma appena incomincia a pregare si sente sospinto altrove, allora deve raccogliere tutte le facoltà per essere presente”.

  • La preghiera non è una delle tante occupazioni della giornata ma è l'anima di tutta la giornata, di tutte le azioni, perchè il rapporto con Dio è l'anima di tutta la giornata.
  • La preghiera è un bisogno non un dovere.
  • La preghiera è una necessità, una gioia, un riposo, se io non arrivo lì non sono arrivato alla preghiera, non l'ho capita.
  • Gesù ha spiegato che pregare è entrare in un rapporto affettuoso, figliale con Dio, è diventare figli in quel momento: “quando pregate dite: Padre”.
  • Se non c'è un rapporto affettuoso con Dio non c'è la preghiera, è diventare figli in quel momento che pregate.
  • Pregare non è dire delle preghiere ma incontrare Dio con un cuore caldo. Se non c'è incontro affettuoso con Dio non c'è la preghiera.

Le tre tappe della preghiera:

  1. incontrare Dio;
  2. ascoltare Dio;
  3. rispondere a Dio.

Percorrendo le tre tappe siamo alla preghiera profonda e può succedere che non siamo neanche alla prima tappa.

  • Non basta incontrare Dio nel cuore ma occorre incontrarlo con cuore di figli.
  • Nella preghiera non è importante quello che abbiamo da dire a Dio ma quello che Dio ha da dire a noi.

Nella Bibbia il verbo ascoltaè detto:

  1. nell'Antico Testamento 1100 volte;
  2. nel Nuovo Testamento 445 volte;
  3. è il verbo chiave della Bibbia
  4. il cuore della preghiera.
  5. Se la preghiera non porta all'ascolto siamo alla periferia della preghiera.
  6. E' la ricerca umile e fiduciosa della luce di Dio.
  7. L'ascolto ci scomoda sempre ama ci matura;
  8. l'ascolto è il segno dell'amore e quando due persone si amano, si ascoltano.
  9. Quando noi amiamo Dio, ascoltiamo e quando ascoltiamo, amiamo.

1) La prima via dell'ascolto è la PAROLA di Dio.

La lettura della PdD, dice papa Ratzinger (Lettera sulla preghiera cristiana), è la sorgente della preghiera;

  • d'altra parte la preghiera ci fa scoprire il senso profondo della Scrittura.
  • Il primo libro di preghiera è la Bibbia.

I Padri insistono sulla preziosità della PdD;

  • San Giovanni Crisostomo dice: “Come si può affrontare la vita senza respirare la PdD giorno e notte”;
  • Origene: “Scrutare la PdD con la sollecitudine di un cuore innamorato”.

  • Il Cardinale Martini: “Ci può essere che un cristiano non abbia tempo a leggere un libro, a leggere un giornale, a vedere la TV, ma non è concepibile che un cristiano non abbia tempo a leggere la PdD. Ritengo che ciascuno di noi religioso, sacerdote, Vescovo non ha possibilità di sopravvivere alla tentazione dell'oggi e di non passare a forme di paganesimo pratico se non conosce, non medita, non gusta interiormente la Sacra Scrittura”.

  • Il Salmo 118: “la Tua parola mi fa vivere”.

2) La seconda via dell'ascolto è la nostra coscienza (retta).

Nella preghiera c'è sempre una parte di noi che resiste alla preghiera; devo farmi alcune domande che inchiodano la mia responsabilità:

  • Signore sei contento della mia carità?
  • Sei contento come faccio in casa/lavoro/amici/persone pesanti?

  • Signore cosa non approvi in me?

  • Signore quali sono i tuoi desideri su di me? “Parla Signore che il tuo servo ti ascolta”. Un giovane mi ha detto: “Io mi sono accorto che Dio fa il muto se io faccio il sordo”.

3) La terza via dell'ascolto sono gli avvenimenti (lieti o tristi, causati da noi o permessi da noi, piacevoli o non piacevoli).

Davanti ad una difficoltà o un successo devo interrogarmi:

  • Signore cosa vuoi dirmi?”, allora scopro un messaggio, però lo devo provocare per la mia crescita.
  • Ma l'ascolto esige il clima del silenzio! Chi non si allena al silenzio non arriva all'ascolto. L'ascolto ci educa. Nella storia dei gesuiti c'è un episodio interessante (Sant'Ignazio: “senza l'ascolto il gesuita non si forma”).

  • L'anemia spirituale (= essere fermi alla preghiera vocale e alla preghiera vocale distratta) che San'Ignazio voleva evitare: no recitazione corale dei salmi ma silenzio e ufficio della Vergine. Nove anni dopo la morte di Ignazio ci fu un rilassamento spirituale dei gesuiti poichè non c'era più l'ora di silenzio e di preghiera. Un Vescovo che ha celebrato 50 anni di S. Messa mi ha molto colpito poichè ha detto ai suoi sacerdoti: “in 50 anni non ho mai tralasciato la mia ora di silenzio davanti alla eucarestia”.

Dall'ascolto nasce il rispondere, ubbidire, agire (3° passo); c'è una fatica costitutiva della preghiera e la preghiera dovrebbe sempre sfociare in una decisione precisa. Ai giovani do sempre un consiglio quando sono principianti:

  1. cominciare sempre dalle cose che scottano, dal problema che brucia (es. sensualità, pigrizia, egoismo, ignoranza religiosa…è lì la tua preghiera). Se tu comincia dal problema che scotta sei difeso nella concentrazione.

  2. Poi termina sempre la preghiera con una decisione scritta così ha i in mano il documento che hai amato/risposto al Signore. La decisione è la prova che in noi è scattato l'amore, l'adesione alla sua volontà, un “sì a Dio”.

SEGUE>>> http://blog.libero.it/globulirossi/8974844.html

 
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