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90esimo anniversario fondazione Fasci di Combattimento

Post n°19 pubblicato il 20 Marzo 2009 da fiammacaserta

Il 23 Marzo del 1919 a Milano furono fondati i Fasci di Combattimento.

Questo avvenimento rappresenta l’atto di nascita del Fascismo e della nuova avventura di Benito Mussolini che alla vigilia della Prima Guerra Mondiale aveva abbandonato il Partito Socialista e la direzione dell’Avanti, avendo abbracciato la causa dell’interventismo.

La riunione tenutasi in piazza San Sepolcro vide la partecipazione di circa un centinaio di persone, molte delle quali provenienti dalla sinistra interventista: repubblicani, futuristi, ex socialisti, arditi e sindacalisti rivoluzionari. Proprio questi ultimi, che avranno un ruolo fondamentale, forse ancora oggi non del tutto riconosciuto, nella formazione ideologica e culturale del Fascismo e di Mussolini, costituiscono un’importantissima componente del piccolo movimento, tanto che uno di essi Attilio Longoni ne diventa il primo segretario generale.

I Fasci di Combattimento si presentano come un antipartito che mobilita i reduci al di fuori dei partiti tradizionali (E.Gentile) imponendosi quale movimento di rottura rispetto all’Italia liberale dell’epoca.

Il Fascismo sansepolcrista si caratterizza infatti per le radicali riforme istituzionali, sociali ed economiche che propone, delle quali ne riportiamo le principali:

§

Per il problema politico: NOI VOGLIAMO:

§

1. Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.

§

2. Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.

§

3. L'abolizione del Senato.

§

4. La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.

Per il problema sociale: NOI VOGLIAMO:

§

1. La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.

§

2. I minimi di paga.

§

3. La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria.

§

6. Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

§

Per il problema militare: NOI VOGLIAMO:

§

1. L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.

Per il problema finanziario: NOI VOGLIAMO:

§

1. Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.

§

2. II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.

§

Un programma radicale e progressista che però solo in parte potrà essere in seguito attuato causa l’opposizione nel corso del ventennio di forti elementi della conservazione, quali la monarchia,la chiesa e la grande imprenditoria. I Fasci di Combattimento si presentano nello scenario politico del primo dopoguerra come un movimento politico estremamente radicale dall’indole repubblicana, anticlericale,anti capitalista ed antibolscevica. Ma c’è un altro importante aspetto del Fascismo che lo distingue immediatamente da tutti gli altri partiti:l’attivismo, l’esaltazione dell’azione, e l’assenza di un corpo unitario o di una dottrina elaborata in precedenza a tavolino (Mussolini). Se si esclude la Dottrina del Fascismo, realizzata dal duce e da Giovanni Gentile, non si arriverà mai ad un esplicita definizione di una dottrina fascista, a differenza di quanto accaduto per il comunismo. Lo stesso Mussolini nel corso degli anni lasciò sempre un vivo dibattito sul Fascismo; dibattito che vide di volta in volta coinvolgere reazionari, clericali, monarchici, ex socialisti,rivoluzionari, intellettuali sui generis come Evola.

Infine è opportuno affrontare un’ultima questione riguardo il passaggio di Mussolini dal socialismo all’interventismo e quindi al Fascismo. Spesso gli autori antifascisti del dopoguerra hanno interpretato tale salto ideologico come un compromesso fatto da Mussolini per raggiungere il potere, mettendosi al servizio delle forze della reazione, che cercavano l’uomo forte capace di scongiurare il pericolo bolscevico.
In realtà le cose non stanno in questi termini. Il passaggio di Mussolini dal socialismo al fascismo fu un lungo percorso, lento, progressivo, graduale, molto simile a quello fatto da molti socialisti italiani ed europei nel corso del primo Novecento.

Zeev Sternhell nel suo saggio ‘Nascita dell’ideologia fascista’ traccia un’interessante profilo della genesi del pensiero mussoliniano, che arriverà a maturazione solo con la nascita del Fascismo, attraverso la saldatura dell’elemento nazionale con quello sociale. Tale saldatura si registrerà poi in brevissimo tempo anche in altri Paesi come la Germania e la Spagna, nei quali si registrerà la nascita del partito Nazionalsocialista o in Spagna con la nascita della Falange.

Tuttavia bisognerà dare atto a Mussolini della originalità del Fascismo, movimento che  si propose non solo di saldare il sociale con il nazionale, ma anche di rinnovare spiritualmente il popolo italiano destandolo da un lungo sonno causato da secoli di dominazioni straniere e di particulare guiccciardiniano.

 

 
 
 
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