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Post n°1 pubblicato il 16 Ottobre 2007 da amoledonnemature68
Dall’ Enrico V Enrico: mio cugino Westmoreland? No, caro cugino se destinati a morire, siamo abbastanza numerosi da costituire una perdita per il nostro paese. Se dobbiamo vivere, quanto in più pochi saremo tanto più degni d’onore. Per amor di Dio, ti prego, non voler un sol uomo di più. Per Giove, io son tutt’altro che avido d’oro; e non m’importa di chi si nutre a mie spese, ne me la prendo se c’è chi indossa i miei panni: Ma se è peccaminoso aspirare alla gloria, io sono il peccatore più inveterato che ci sia al mondo. No, in fede mia, cugino, non voler un solo inglese di più. Per la pace di Dio! Non vorrei perdermi un si grande onore, che un solo uomo in più vorrebbe, credo spartire con me, nemmeno in cambio della più grande speranza. Oh! Non volere un sol uomo in più! Proclama piuttosto, Westmoreland, a tutto l’esercito per chi non ha abbastanza fegato per questa battaglia può però andarsene; noi gli daremo un passaporto, e nella borsa gli metteremo i soldi del viaggio; noi non vogliamo morire in compagnia di un uomo che teme di essere nostro compagno nella morte. Oggi è la festa di San Crispino: chi sopravvive a questo giorno per rimpatriar sano e salvo, s’impennerà sui due piedi solo a sentirlo nominare, e fremerà al nome di San Crispino. Chi vedrà questo giorno ed arriverà alla vecchiaia ogni anno, alla vigilia, inviterà i suoi vicini a far festa, dicendo :”domani è il giorno di San Crispino!”. Poi si rimboccherà la manica e mostrerà le sue cicatrici, e dirà: “queste ferite mi son toccate il giorno di San Crispino”. I vecchi dimenticano; e lui dimenticherà tutto il resto, eppure ricorderà, con qualche dettaglio di troppo, le sue prodezze di quel giorno. Saranno allora i nostri nomi che lui avrà sulle labbra, come persone di famiglia: Re Herry, Bedford ed Exeter, Warwick e Talbot, Salsbury e Gloucester, saran di bel nuovo evocati fra i calici ricolmi. E questa storia il brav’uomo insegnerà a suo figlio; e il giorno di Crispino non passerà mai, senza che in esse ci si ricordi di noi; noi i pochi, i pochi eletti, noi fratelli in armi. Giacchè chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello; per quanto di bassi natali, in questo giorno si farà nobile la sua condizione. E i gentil’uomini che ora, in Inghilterra, si trovano a letto, si danneranno l’anima per non esserci stati, e abbasseranno lo sguardo, quando prende la parola un uomo che combattè con noi nel giorno di Crispino il Santo. |
Inviato da: amoledonnemature68
il 22/10/2007 alle 13:05
Inviato da: angelo.senza.veli
il 22/10/2007 alle 11:55
Inviato da: ninaciminelli
il 20/10/2007 alle 07:43