Creato da boscarol.sergio il 01/06/2010

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Alto Adige la storia della terra tra i monti

 

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LE ETA' DELLA PREISTORIA IN ALTO ADIGE

Post n°2 pubblicato il 04 Giugno 2010 da boscarol.sergio

 

LE  ETA’  DELLA PREISTORIA IN ALTO ADIGE

Paleolitico 12.000-9.000 a.C. - Mesolitico 9.000-5.500 a.C. - Neolitico 5.500-3.500 a.C. - Età del rame 3.500-2.300. a.C.  - bronzo 2.300-1.000 a.C.  - Ferro 1.000- 15.a.C.

PALEOLITICO  I   PRIMI   INSEDIAMENTI

Al termine della glaciazione  Wurmiana,  l’Alto Adige. diviene abitabile, le tracce più antiche lasciate da cacciatori nomadi si trovano presso ripari naturali sull’Alpe di Siusi, sul Passo Sella, in val Sarentino, risalgono a 10 mila anni a.C. ca.

 IL   MESOLITICO

In questo periodo aumenta la temperatura, la vegetazione si arricchisce di nuove tipi di piante, e gli uomini iniziano a abitare le nostre valli, sono ancora nomadi, d’inverno si insediano nel fondovalle, d’estate tornano a cacciare sulle montagne, da legno, osso e pietra ricavano archi, frecce, punte, armi, conoscono il culto dei morti.

 IL  NEOLITICO 

Si diffondono l’agricoltura,  e l’allevamento del bestiame cessa il nomadismo, i primi insediamenti sono a mezza costa o sulle colline, perché il fondovalle è paludoso, e sui terrazzamenti è possibile una miglior difesa dell’insediamento.

Si fanno risalire al tardo neolitico i primi insediamenti umani  sulla collina ove ora sorge Castel Firmiano, antico fortilizio Longobardo Formigar.

 L’ETA’   DEL   RAME

Nel 1991 poco distante dalla cima più alta del Similaun, tra la Punta di Finale  e il giogo di Tissa a 3.278 metri, viene ritrovato il corpo di un uomo di circa 45 anni, accanto al corpo vengono  ritrovati  un’ascia di rame, un coltello di selce, l’asta di un arco, la faretra con due frecce, una gerla.

L’esame dei resti  mummificati e degli oggetti ritrovati,  ci raccontano che l’uomo, probabilmente era un cacciatore, che  aveva trovato la morte su quelle montagne circa 3500  anni a.C. che conosceva la lavorazione del rame e della selce, che era morto perchè colpito da una freccia la cui punta è stata ritrovata in una spalla.

Si costruiscono le prime statue stele  “menhir”  grossi blocchi di marmo o pietra su cui sono scolpite numerose  immagini, possono rappresentare  figure maschili,  femminili o divinità,  si ritiene che possano essere legate a pratiche religiose, nell’età del rame si crede nella vita dopo la morte.

A Lagundo  ne sono state trovate quattro, risalgono al III millennio a. C. sono conservate al Museo archeologico di Bolzano e al Museo Civico di Merano.

 L’ETA’  DEL  BRONZO

Con le nuove conoscenze acquisite nella lavorazione dei metalli, si scopre che fondendo insieme rame e stagno si crea una lega molto dura chiamata bronzo, che permette di realizzare nuove armi e strumenti di lavoro, forni di fusione del bronzo si sono trovati in un bosco nei pressi di Cortaccia.

 

Su terreni sempre più vasti, dissodati con i nuovi attrezzi in metallo, si coltivano  cereali e legumi,   grazie alla  maggiore quantità di cibo disponibile, si ha un aumento della popolazione, gli insediamenti abitativi  “castellieri” vengono protetti con mura.

 Insediamenti protetti da mura si sono trovati  nella conca di Bolzano sul Guncina e in Val Sarentino.       

Contatti con altre  popolazioni  consentono il diffondersi in Alto Adige  e nelle regioni limitrofe della cultura di Luco-Meluno, località vicino a Bressanone, dove si sono trovati panciuti  boccali in ceramica riccamente lavorata anche in rilievo, con una piccola base, e manici lavorati, ceramiche di questo tipo si sono trovate anche nei pressi di Appiano- San Paolo e a Vadena.

 

Le cerimonie religiose si svolgono sulle alture nei pressi degli insediamenti, dove si allestiscono altari  “roghi votivi” su cui si sacrificano animali o prodotti agricoli.

 L’ETA’  DEL  FERRO 

L’incremento dei contatti economici e culturali con gli Etruschi ed  i Veneti permettono agli altoatesini di apprendere l’uso del ferro, che più resistente del bronzo, lo  sostituisce nella produzione di utensili ed armi.

 

Aumentano i commerci e gli scambi di idee e tecnologie tra  i popoli  a Nord e a Sud delle Alpi, non ci sono ancora città ma i villaggi assumono dimensioni notevoli, la ceramica è ancora il materiale più in uso per la costruzione di boccali che  cambiano nella forma, nelle dimensioni e nelle decorazioni. 

 Nel 500 a.C. si sviluppa una nuova cultura detta di Fritzens-Sanzeno  che deriva dalle popolazioni mediterranee e dagli Etruschi, si espande nel Trentino, in  Alto Adige e al di là del Brennero.

 Le culture di Luco-Meluno e Sanzeno-Fritzens  Val di Non e Insbruck saranno all’origine della cultura e  della popolazione retica.

 I Reti sono un insieme di popoli e tribù accumunati dalla venerazione della dea “ Reitia” da cui deriva il loro nome, dal 500 a.C. abitano la Valle dell’Adige, lavorano il legno, i tessuti, i metalli, le pelli,  per la produzione del loro artigianato, rielaborano le conoscenze acquisite attraverso i contatti con gli Etruschi, i Veneti, i Celti                                              

Producono in metallo o argilla  un vaso a forma di cono chiamato “situla” lo decorano con figure a sbalzo che rappresentano  scene di vita quotidiana e di cerimonie sacre.

 Nel 400 a.C. gli  Etruschi che fuggono dai Galli raggiungono la valle dell’Adige  e  modificano sostanzialmente la cultura e la vita dei popoli reti, lapide Etrusca a Vadena.

Nella parte occidentale dell’A.A. si insediano popolazioni celtiche e liguri, in quella orientale si insediano popolazioni venete e illiriche. 

Nel I Sec. a.C. i romani hanno già dei contatti con i Reti nel 42. a.C. Tridentum è   municipio, nel 15 a.C.  con Druso e Tiberio hanno il controllo completo delle regioni alpine fino ad Augusta.

 

 

 



 

 
 
 
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