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I SECOLI BUI Nel 488 Zenone imperatore a Costantinopoli, per liberare i Balcani dai Goti guidati da Teodorico loro re dal 470, e per riconquistare l’Italia, sulla quale non esercitava più alcun controllo, perché Odoacre pur governandola in suo nome, ne aveva fatto un regno indipendente, invita Teodorico che aveva nominato Console ad occupare L’italia. Teodorico e il suo popolo si mettono in marcia verso l’Italia nell’autunno del 488, attraverso le strade che i romani avevano costruito raggiungono la Dacia -Romania- nell’agosto del 489 valicano le Alpi Giulie e calano in Italia. Sconfigge l’esercito di Odoacre in varie battaglie, sull’Isonzo, a Verona e Milano, Odoacre si rifugia a Ravenna capitale del Regno, Teodorico la cinge d’assedio e si dirige verso Roma dove viene accolto come un liberatore dal Vescovo e dal popolo. Nei primi mesi del 493 dopo due anni di assedio che avevano ridotto la popolazione alla fame, Ravenna capitola, tra le ovazioni del popolo il Re Goto attraversa a cavallo la città, Odoacre e tutti i suoi familiari vengono uccisi. La guerra di conquista era durata cinque anni, gli eserciti avevano portato pestilenze e carestie, distrutto le città, trucidato i loro abitanti, devastato e spopolato le campagne, l’Italia era divenuta una terra di rapina alla mercè di tutti. Con Teodorico nella Rezia, furono ripristinate le guarnigioni sulle Alpi, si interruppero le migrazioni, si ricostruirono villaggi e città, la popolazione ridiscese al fondovalle. Con la morte di Teodorico nel 526 tra Bizantini e Goti intervennero profondi attriti, ne approfittano i Franchi che nel 539 attraversano le Alpi e le valli atesine, distruggono villaggi, bruciano chiese, raggiungono la pianura Padana, vengono respinti. Giustiniano nel 532 diventa imperatore d’oriente cerca di strappare l’Italia ai Goti vi riesce con il generale bizantino Narsete nel 553 i Bizantini stanziano gli Eruli a guardia dei passi Alpini. Nel 568 i Longobardi guidati da Alboino entrano in Italia da oriente conquistano il Veneto le valli atesine, a Trento divenuto ducato insediano Evino, nel 572 conquistano Pavia, Alboino assume il titolo di signore d’Italia. I Franchi irrompono in Alto Adige nel 575 si scontrano con i longobardi nella Valle dell’Adige, si spingono fino a Trento e in assenza del duca Evino la saccheggiano, si ritirano con il bottino ma vengono raggiunti da Evino a Salorno dove vengo massacrati. Le valli dell’Adige e Lombarde nel 590 sono nuovamente devastate dai Franchi, i Longobardi li ricacciano inseguendoli fin dentro i loro confini. Intorno al 600 dopo violenti scontri con i Longobardi i Baiuvari conquistano i territori Alpini Orientali e con essi la conca di Bolzano, si ipotizza che sul Virgolo sorgesse il castello del conte Baiuvaro signore di Bauzanum (680 Paolo Diacono storiografo dei Longobardi) L’Adige nel VII secolo da Merano fino a Laives segnava il confine tra il territorio bavarese ed il regno Longobardo che aveva il suo fortilizio a Castel Firmiano allora FORMIGAR. Fin dopo la metà dell’VIII secolo si susseguono gli scontri tra Baiuvari e Longobardi che si contendono Bolzano, nel 774 i Franchi mettono fine al dominio Longobardo in Italia. I bavaresi mantengono la loro indipendenza fino al 778 quando il duca di Trento e i conti Bavaresi vengono a conflitto, mise fine alle dispute Carlo Magno che depone Tassillo duca bavarese. Caratteristica di quelli che furono chiamati “secoli bui” furono lo scadimento dell’istruzione, la fuga dalle città e la loro decadenza. Fu attraverso la fondazione delle città che Roma aveva portato nel mondo la sua lingua la le sue leggi, la parola civiltà deriva da civitas città, in epoca romana, era centro amministrativo, giudiziario, scolastico e militare. La struttura urbana in molti casi non era stata materialmente distrutta dalle invasioni, ma dal degrado cui i barbari, pastori o guerrieri, l’avevano condannata. Sotto i Goti e i Longobardi le strutture urbane ricevettero un colpo mortale, quelli che erano stati fiorenti centri commerciali, culturali, industriali si ridussero a villaggi, l’unica autorità rimasta era quella religiosa
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