Creato da guidonozzoli il 16/10/2006
Notizie sullo scrittore e giornalista Guido Nozzoli
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Da "Romagna oggi" del 14 gennaio 2010:
FORLI' - Il giornalista e scrittore riminese Guido Nozzoli sostenne che la Romagna "è una terra senza confine, che non si riconosce dai boschi, dai monti, dai fiumi, dal clima, ma dalla gente e dalle sue abitudini. Non una regione geografica, dunque, ma una regione del carattere, un'isola del sentimento. Un pianeta inventato dai suoi abitanti".
I modi di vivere e di pensare dei romagnoli che rimandavano ad un passato non tanto lontano e che si riflettono nel paesaggio, nel patrimonio architettonico, nella parlata, nei prodotti agroalimentari ed artigianali, saranno al centro dell'iniziativa culturale denominata "Eria ‘d Rumanga" che si svolgerà venerdì 15 gennaio 2010 presso il Circolo della Scranna, corso Garibaldi 82, Forlì, con inizio alle ore 21,15 e aperta a tutti i cittadini.
Protagonisti della serata saranno Gabriele Zelli che racconterà i tratti caratteristici della Romagna e dei romagnoli, Aurelio Angelucci, al quale è stato affidato il compito di declamare poesie e zirudelle in dialetto, mentre i musicisti Tedi e Vlad Iftobe eseguiranno brani di Carlo Brighi (Zaclèn), Secondo Casadei e Ferrer Rossi.
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Ecco il passo relativo al tema:
La Repubblica di San Marino diventa uno «sterminato rifugio», come dichiarò a Bruno Ghigi il giornalista Guido Nozzoli. Che il 19 settembre 1944, mentre si combatte per la presa di Borgo Maggiore, riesce a passare le linee ad Acquaviva giocando il cane di famiglia, Garbì. Deve contattare ufficiali dell'Ottava Armata che stanno preparando la "seconda Cassino". Si consegna loro prigioniero e li informa della «drammatica situazione dei civili rintanati nelle gallerie». Il comando inglese rinuncia così «al bombardamento di spianamento di San Marino programmato prima». Il Titano è salvo con gli oltre centomila rifugiati italiani. Nozzoli, allora sottotenente del Regio Esercito, scrive in un documento ufficiale (edito da Liliano Faenza nel 1994): «Assicurai l'assoluta assenza di batterie tedesche nel perimetro della città».
Il testo completo si può leggere anche nel sito dedicato a Guido Nozzoli.
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Sulla Stampa di oggi 12 dicembre è presentato il libro di Marco Nozza, Il pistarolo, dove si ricorda anche la figura di Guido Nozzoli. L'articolo è di Giovanni Cerruti.
Lo riproduciamo integralmente.
PIAZZA FONTANA
Pistarolo di cuore nell’Italia di piombo
Per i cronisti come Marco Nozza quella fu la svolta
Il suo libro postumo racconta indagini e depistaggi con passione e ironia
12/12/2006
di Giovanni Cerruti
MILANO. Il block notes era di quelli lunghi e stretti, da stenografo. Lo riempiva con calligrafia minuta, ignorando le righe, poi lo rileggeva e con la biro rossa aggiungeva date, dettagli, riferimenti ad un altro dei cento, mille block notes di una vita da cronista. E che cronista. Per almeno due generazioni di giornalisti e lettori del Giorno, quelli adesso cinquantenni, Marco Nozza è stato un Maestro, o un buon compagno di viaggio nell'Italia delle bombe e delle stragi, del terrorismo nero, di quello rosso, del rosso e del nero pilotati, o inquinati, da Servizi segreti e depistaggi. Era l'Italia delle bombe e dei processi, da Piazza Fontana in avanti, dal 1969 agli Anni Novanta. E Nozza, con il suo block notes in mano e l'archivio in testa, era sempre lì, a cercare, a domandare, a diffidare.
«La realtà che di volta in volta ci franava addosso era difficilissima da immaginare prima che franasse e, una volta franata, raggiungeva livelli incredibili», scrive nelle ultime pagine del suo appena uscito Il Pistarolo (Il Saggiatore, introduzione di Corrado Stajano, pagg. 384, euro 19). E' morto nel 1999, Nozza. E questo libro è la sua ultima appassionata cronaca, lunga 30 anni. Già nel titolo, Pistarolo, c'è l'autoironia di Nozza, un bergamasco dalla risata schietta, uno che con l'ironia riusciva ad arrivare dove voleva arrivare. A farsi raccontare il dettaglio, quel particolare che doveva finire nel block notes e poi nell'articolo e, sempre, nell'archivio e nella memoria. Già, la memoria. La capacità di collegare un nome ad un altro nome, un fatto ad un altro fatto, un'inchiesta ad un'altra inchiesta. Mai credere al caso. Mai credere alle versioni ufficiali, e in quegli anni ben pochi le mettevano in dubbio. Sulla strage di piazza Fontana, appunto. Milano, 12 dicembre '69.
E' Nozza a scoprire che Pino Pinelli, l'anarchico che entra in Questura come testimone vivo e ne uscirà come testimone morto, per quel pomeriggio aveva un alibi incrollabile. Era al bar a giocare a carte, e Il Giorno può titolare «Sei uomini forniscono un alibi perfetto a Pinelli». E' Nozza che va a cercare la zia e la nonna di Pietro Valpreda, subito arrestato, «il Mostro», e in casa trova il soprabito marrone, «sportivo, con cintura, fodera scozzese», che è il primo indizio della fragilità di Cornelio Rolandi, il taxista che aveva riconosciuto in Valpreda il cliente sceso con una borsa proprio davanti alla Banca della strage. «Piazza Fontana e quel che ne seguì - scrive Corrado Stajano nella prefazione - fu un evento che fece da cesura alla vita di tutta una generazione. Ci fu un prima e un dopo. Una riscoperta del mondo e di se stessi. Anche per i giornalisti».
Non solo Nozza: Gianni Flamini di Avvenire, Giulio Obici di Paese Sera, Guido Nozzoli, Gian Pietro Testa e Marco Sassano del Giorno, Adolfo Fiorani e Marcella Andreoli dell’Avanti, Ibio Paolucci dell’Unità, Mario Cicellyn del Mattino, Giuliano Marchesini della Stampa, Umberto Zanatta di Stampa Sera, Italo del Vecchio della Gazzetta del Mezzogiorno. Il Pistarolo e i Pistaroli. Che, dal '72 in poi, dopo il terrorismo nero, le deviazioni dei Servizi e le reticenze dei ministri, conoscono le piste rosse, la dolorosa perdita di amici come Emilio Alessandrini, il pm di Piazza Fontana assassinato da Prima Linea, o del giornalista Walter Tobagi. Avrebbero voluto ammazzare proprio Nozza, al posto di Tobagi.
Ma Nozza era una trottola, c'era sempre e c'era mai, «e avevo quattro uscite diverse da casa mia». Non si è fermato nemmeno quando Il Giorno l'ha mandato in pensione. I suoi block notes erano diventati troppo scomodi, così ha scritto questa sua ultima cronaca da «Pistarolo». Per non dimenticare.
Autore: Marco Nozza (introduzione di Corrado Stajano)
Titolo: Il Pistarolo
Edizioni: Il Saggiatore
Pagine: 384
Prezzo: euro 19
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