Creato da happy_island il 22/03/2007

POOH LOVER

TANTI AUGURI DI UN ETERNO BATTICUORE E CHE CIO' CHE SEMBRA AMORE POI LO SIA!

 

 

Messaggio #13 »

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 22 Settembre 2007 da happy_island
 

I Pooh sono uno dei gruppi musicali italiani più popolari del paese. Attenendosi al facile ascolto, il gruppo ha prodotto canzoni e brani pop di grande successo, pur venendo sempre contrastato da una nutrita schiera di detrattori. Il complesso vanta in ogni caso innegabili qualità da parte dei suoi componenti: buone qualità vocali e di strumentisti, un'estrema professionalità e un proficuo dialogo tra i vari componenti. Infatti, nel complesso è stato possibile soddisfare le diverse esigenze ed aspettative da parte dei quattro singoli elementi, il che ha garantito longevità discografica e stabilità nella formazione. Hanno esercitato un certo influsso sulla scena musicale soprattutto negli anni settanta e ottanta, dove hanno prodotto album persino "sperimentali" sotto diversi punti di vista, non ultimo quello sonoro. Più tardi la ricerca di nuove sonorità è diminuita lasciando maggiore spazio alla costruzione di strutture musicali semplificate, risultando così ripetitiva e autoreferenziata.

I Pooh nascono nel 1966 a Bologna, ad opera del batterista Valerio Negrini e di un giovane chitarrista di estrazione orchestrale, Mauro Bertoli. Armando Sciascia affidò il compito di dare un nome ai futuri Pooh ad Aliki, la sua segretaria, alla quale venne in mente di chiamarli proprio come l'orsetto Winnie the Pooh. Inizialmente al gruppo non piacque, ma poi ci fecero l'abitudine e si affermarono con quel nome. Del nucleo originario della band fanno parte anche il bassista Gilberto Faggioli, il chitarrista Mario Goretti ed un tastierista inglese di dieci anni più vecchio, Bob Gillot.

Nel febbraio del 1966 la band, che nel frattempo ha firmato un contratto con una piccola casa discografica, la Vedette, pubblica il primo 45 giri Vieni fuori (Keep on Running), cover di un brano dello Spencer Davis Group.

La girandola delle sostituzioni in seno alla band comincia di lì a poco: il tastierista Bob Gillot viene cacciato dalla band dopo varie incomprensioni e sostituito da un giovane organista bergamasco, Roby Facchinetti, musicista di un certo carisma.

I Pooh partecipano al programma televisivo Settevoci, nel quale presentano il brano Quello che non sai (Rag Doll), cover dei Four Seasons; poi pubblicano il singolo Bikini Beat, che viene commissionato alla band come jingle pubblicitario da parte di una importante marca di rossetti.

Riccardo Fogli entra a far parte della band nell'estate del 1966, sostituendo Gilberto Faggioli, che secondo alcuni giornalisti sarebbe stato "cacciato" dalla band. L'incontro fra l'ex cantante degli Slenders, un gruppo rock di Piombino, ed i Pooh avviene al Piper di Milano.

Nel tardo autunno dello stesso anno, i Pooh partecipano al Festival delle Rose con il brano Brennero '66, che però viene censurato dalla produzione (si parla del terrorismo in Alto Adige: Valerio Negrini viene costretto a riscrivere in fretta e furia un testo alternativo, che viene presentato come Le campane del silenzio) ed arriva ultimo in classifica.

L'album Per quelli come noi vende oltre 15.000 copie e comprende sei cover e sei brani firmati dal duo Facchinetti-Negrini.

Nel 1967 i Pooh rimangono in quattro; Mauro Bertoli, che fino a quel momento era stato la voce principale della band, si sposa con una giovane ballerina. Nel 1968 i Pooh conoscono per la prima volta l'ebbrezza della hitparade, con il tormentone Piccola Katy (lato B di In silenzio) che giunge fino alla settima posizione.

Mario Goretti se ne va, stanco dei continui spostamenti in giro per l'Italia e torna nella sua Bologna dove apre un'azienda di amplificatori. Entra nel gruppo il giovane chitarrista bolognese Dodi Battaglia, neanche diciassettenne, membro dei Meteors, gruppo spalla di Gianni Morandi. Dodi esordisce alla voce nel brano Tanta voglia di lei nel 1971.

Dopo alcuni singoli di scarso successo, i rapporti fra i Pooh e la casa discografica si incrinano in seguito alla pubblicazione del disco Contrasto, nel giugno 196, fatto uscire di nascosto mentre la band è in tournée. Questo LP comprende infatti provini e scarti (oltre al singolo di discreto successo Piccola Katy / In silenzio).

Il singolo Mary Ann, uscito sempre nel 1969, partecipa e arriva penultimo al Cantagiro, ed i Pooh vengono etichettati come gruppo easy per le ragazzine, fama che nonostante un prorompente impegno nel proseguo della carriera non riusciranno mai ad allontanare del tutto. Come reazione a questa critica nel 1969 esce il disco Memorie, che ottiene un ottimo consenso dalla critica ma non un effettivo riscontro dal pubblico. Proprio da questo LP dalle atmosfere rarefatte e le melodie malinconiche si iniziano a intravedere i Pooh che verranno.

Valerio, Dody, Riccardo e Roby intorno al 1970 
Valerio, Dody, Riccardo e Roby intorno al 1970

Per la prima volta nella storia del gruppo, i testi delle canzoni si riuniscono in una trama, dalla quale si delinea una storia di vita dai toni amari e critici. Questo disco costituisce così uno dei primi "concept album" della storia della musica leggera in Italia.

I primi grandi successi Nel 1971 i Pooh (Valerio, Roby, Riccardo e Dodi) passano alla multinazionale CBS e con il produttore Giancarlo Lucariello arrivano le prime grandi soddisfazioni.
Il singolo Tanta voglia di lei approda al numero uno della classifica in appena due settimane. Lo stesso capita con Pensiero, che vende oltre un milione di copie (nonostante tutti la considerino un pezzo d'amore, il brano parla di un carcerato). Esce il disco Opera prima, un LP che fonde la
musica sinfonica (come nel brano omonimo) alla melodia italiana.

Valerio Negrini abbandona la band, pur rimanendo come paroliere e quinto Pooh occulto. Viene sostituito da Stefano D'Orazio, batterista romano de I Naufraghi (con i quali ha all'attivo un paio di 45 giri ed una colonna sonora).
I Pooh registrano in
inglese alcuni dei loro brani: Tutto alle tre diventa The Suitcase e la CBS decide di inserirlo in una raccolta che comprende i migliori artisti del loro vastissimo catalogo.
Tanta voglia di lei arriva seconda al
Festivalbar.

Nel 1972, il successo diventa mondiale grazie a singoli di grande effetto e drammaticità come Noi due nel mondo e nell'anima (retro Nascerò con te, Cosa si può dire di te (retro Quando una lei va via) .
La casa discografica è indecisa su quale dei due singoli puntare maggiormente, così, per non fare un torto né all'interpretazione di Dody in Noi due nel mondo e nell'anima né al sempre più indolente Riccardo di Nascerò con te, decide di pubblicare il 45 giri come un Doppio Lato A, scegliendo una Cover bianca per la copertina col solo nome del gruppo in primo piano. Noi due nel mon do e nell'anima diventerà però la canzone destinata alla promozione radiofonica, mentre a Nascerò con te viene riservato il ruolo di brano da inserire nei Juke-Box. Da Londra arriva il sintetizzatore, che fa una sporadica comparizione nella prima di queste quattro canzoni. L'album Alessandra segna una maggiore presenza di Roby alla voce (che fino a quel momento si erano divisi Dodi, Riccardo e Valerio) e vede per la prima volta la firma di Dodi Battaglia come autore delle musiche. A causa dell'influsso di Lucariello, il complesso mette da parte le sue capacità strumentali per fare posto agli archi dell'elegantissima orchestra di Monaldi. Oltre a ciò, in questo disco il produttore riesce ad imporre (per la prima ed unica volta) che l'album sia composto esclusivamente da canzoni d'amore. È un disco dove scompare quasi totalmente la chitarra elettrica, sostituita prevalentemente dagli arpeggi dell'acustica di Dody, non ci sono "soli" di chitarra a intralciare i saliscendi orchestrali dei 12 brani dei quali è composto il disco. La voce di Roby si dimostra acidula e metallica, con interpretazioni sofferte come in Mio padre una sera o La nostra età difficile, dove il tastierista dei Pooh sembra cantare con il suo marcato accento bergamasco.

A questo punto Riccardo Fogli decide di lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista. Il gruppo sembra sul punto di sciogliersi, quando, dopo infinite selezioni tenutesi in un capannone sull'Appennino tosco-emiliano,a Roncobilaccio viene scelto un nuovo bassista, Red Canzianchitarrista di una band progressive, i Capsicum Red, che all'attivo potevano vantare due singoli ed un apprezzato 33 giri.

Nel 1973 esce il disco Parsifal, considerato da molti come il più grande LP della band. Anticipato dai singoli Io e te per altri giorni ed Infiniti noi, questo LP miscela in maniera unica nel panorama italiano il pop sinfonico di derivazione britannica con le melodie sofisticate di Roby Facchinetti (come nell'omonima Parsifal o in L'anno, il posto, l'ora): se lo stile musicale sembra indirizzarli verso paragoni ingombranti come Pink Floyd e Genesis, i coretti dei quattro riportano direttamente ai Beatles e ai Bee Gees. Il brano omonimo segna una tappa importante nella storia del complesso, in quanto la sua seconda parte è esclusivamente strumentale. È questo forse il primo pezzo del gruppo in cui la chitarra solista di Dodi raggiunge, per evidenza e qualità, dei notevoli risultati. Il brano Lettera da Marienbad è scelto come Lato B del singolo Io e te per altri giorni e lasciato fuori dalla versione 33 giri dell'album, anche se è regolarmente nella tracklist della versione Stereotto dello stesso.

Nel 1974, con la raccolta I Pooh 1971-1974, chiudono un'epoca di grandi successi. Vengono inclusi nel disco Se sai, se puoi se vuoi e Per te qualcosa ancora, utilizzati come Lato A dei relativi 45 giri, che comprendono pure E Vorrei. Viene esclusa invece Inutili Memorie, che troverà spazio su un disco solo nel 1984, quando verrà inserita nella raccolta I Pooh 1981-1984. Come ultima traccia del disco viene inclusa pure The Suitcase, versione inglese di Tutto alle tre, finora commercializzata solo nel mercato anglofono.

Questi brani, inclusi nell'antologia assieme a quelli più vecchi, mettono bene in evidenza quanto rapida sia stata la maturazione musicale nello stile dei Pooh in questi quattro anni. I due singoli comunque non raggiungono il successo dei precedenti.

Dalla crisi alla rinascita

Il 1975 è un anno di transizione. Il notevole carico di musica sinfonica nonché liriche spesso oniriche e difficili si fondono in due LP bellissimi ma di modesto successo commerciale. Un po' del nostro tempo migliore si presenta come un LP troppo difficile per il pubblico dei Pooh, abituato a canzonette di facile presa. L'utilizzo massiccio dell'orchestra, di strumenti come il clavicembalo, di lunghi pezzi strumentali non favorisce certamente un facile passaggio radiofonico.
Non vengono estratti singoli, ma rimangono da ricordare brani come Eleonora mia madre con l’esordio di D’Orazio come paroliere ed Il tempo, una donna, la città, un brano di oltre 10 minuti, il più lungo mai realizzato.

Anche Forse ancora poesia non riesce a vendere come Parsifal, soprattutto a causa di una poco fortunata scelta del singolo da parte del produttore. Ninna Nanna, scelta per promuovere l'album non riesce ad entrare nella top 10 dei singoli. A questo punto va detto che gli arrangiamenti a base orchestrale erano stati imposti dal produttore, mentre il gruppo si era pronunciato per degli arrangiamenti acustici. Il disco viene prodotto piuttosto in fretta, è meno difficile e curato del precedente e i Pooh per moltissimo tempo si rifiuteranno di suonare i pezzi di questo Lp nei loro concerti, nonostante la presenza di canzoni amate dai fans, come Un posto sulla strada, Quinta stagione, Cara bellissima. Dato che Lucariello non riesce più a perpetuare il successo del complesso, i continui dissapori portano la band ad autoprodursi (primo caso in Italia).

Siamo nel 1976: lanciato in orbita da singoli come Linda (con la quale i Pooh vincono il Festivalbar, Miguel Bosé la canterà in spagnolo ottenendo il successo) e Pierre, l'album Poohlover segna una netta sterzata rispetto al recente passato. Sono musiche più solari e suonate dai quattro con arrangiamenti più ricchi (cosa che permette ai Pooh di crescere come musicisti nonostante resti ancora l'accompagnamento dell'orchestra sinfonica). I testi non si concentrano più solo sull'amore, ma si avvicinano alla quotidianità ed alle questioni sociali; in Poohlover si parla infatti di omosessuali, prostitute, zingari e carcerati.
Il culmine drammatico del disco lo si raggiunge con il Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla: il pezzo riprende la serie di brani di ispirazione storico-leggendaria iniziata da Parsifal. Si tratta di brani che, normalmente posizionati alla fine degli album, chiudono diversi LP dei Pooh verso la fine degli anni Settanta.
Poohlover fu un successo incredibile, e ancora oggi risulta essere uno dei più grandi albums mai prodotti in Italia. I Pooh, senza Red ma con Valerio alle voci, aprono a questo punto una parentesi registrando sotto il nome di
Mediterraneo System un 45 giri con i brani Ci pensi? e Mezzanotte a maggio.

Partecipano in seguito, nel 1977, alla colonna sonora dello sceneggiato televisivo "La gabbia", con i brani strumentali Risveglio e La Gabbia.

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