Heartbreaktalking blues for the working class |
Post n°208 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Ekainikola
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Post n°207 pubblicato il 08 Novembre 2007 da Ekainikola
fUTURO |
Post n°206 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Ekainikola
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Post n°205 pubblicato il 01 Novembre 2007 da Ekainikola
Ci si può incantare Forse si può fingere ed essere felici, Possiamo ancora camminare sulle rive del fiume Ancora riesco a guardarti negli occhi Per quel che vale ti asciugo le lacrime, Non vedersi più, 2003 |
Post n°204 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da Ekainikola
Visto Paolini ieri sera? Spettacolo fortissimo, quasi come l'indimenticato Vajont. E Rigoni Stern presente col suo carico di storia e tragedia. Brividi veri... (angolo dello zio moralista) Studiamo un po' di più la storia e leggiamo meno romanzi storici fuffagnosi su legionari, codici e vangeli di chicchessia. Buon ognissanti |
Post n°203 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da Ekainikola
Oggi in Vaticano si è celebrata una beatificazione di massa, che vede accedere al percorso di santificazione 498 religiosi uccisi durante la Guerra civile spagnola. Tuttavia tornando alla beatificazione dei 498, di cui molti ammazzati soltanto perché preti o suore, viene da chiedersi quanti di questi invece siano stati "santi peccatori". Un ultimo appunto: la beatificazione di oggi non aiuta la verità. Anzi pone una pietra pesante sopra, che pare stabilire lo status di martire come raggiungibile solo da chi (a prescindere) ha scelto di indossare l'abito talare. |
Post n°202 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da Ekainikola
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Post n°201 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da Ekainikola
Quali occhi vedranno il giorno domani? |
Post n°200 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da Ekainikola
Tra 2 giorni sarà lo Sputnik day. Esattamente 50 anni fa, il 4 ottobre 1957, dalla base di Baykonur in Kazakistan veniva spedito nello spazio il primo satellite della storia. |
Post n°199 pubblicato il 28 Settembre 2007 da Ekainikola
Mastella è Duncan MacLeod ed è troppo sgamato. E come Ulisse farà morire tutti intorno a se: chi di inedia, chi di invidia. Martedì sotto processo tivì da Floris, che veste largo come un burocrate cinese. Faccia tirata, risposte piccate e decise e la suprema affermazione che lui non vuole morire in esilio come Craxi (ma il cinghialone non era latitante?). Oggi, venerdì, tre giorni dopo resuscita meglio del Cristo, grazie alla unzione urbi et orbi di Grillo proveniente dal blog. Fa nulla se ci sono strascichi di de magistris... |
Post n°198 pubblicato il 26 Settembre 2007 da Ekainikola
Moss contro Miller: sei una ladra Kate: "Mi rubi lo stile e gli amici" Tu da che parti stai? Sei nella squadra di Sienna Miller o in quella di Kate Moss? Le due, bellissime, ricche e famose, l'una attrice e l'altra topmodel sono ai ferri corti. Al matrimonio di un amico sulla pista da ballo hanno sfiorato la rissa. La Miller era in compagnia di Rhys Infans, amico di vecchia data della Moss, e la modella non ci ha più visto: ora mi rubi anche gli amici oltre allo stile, ha detto. Sienna Miller negli ultimi tempi è stata indicata come la nuova icona glamour, che starebbe sostituendo la modella inglese. Così alla festa per le nozze di un amico comune le due non si sono risparmiate parole velenose. TgCom 25/09/07 |
Post n°197 pubblicato il 24 Settembre 2007 da Ekainikola
Cari i miei provincialotti da Nuova York vi parla Ruggero Orlando, ed oggi vi segnalo un sito dove si leggono notizie sul mondo, quello reale. Mica la fuffa dei delitti di Garlasco, dei Mastella e dei plastici di Vespa. Cliccate su Yamba Il sito lo cura un caro amico, che ormai è entrato nella leggenda tipo Morpheus di Matrix. Lì trovate tutto quello che la stampetta di casa nostra manco si sogna di farvi sapere... |
Post n°196 pubblicato il 20 Settembre 2007 da Ekainikola
Dieci anni fa come oggi: avevo 21 anni, una felpa della champion blu notte e una spiccata propensione al futuro. Dieci anni fa come stasera, dicevo, ero al più grande concerto rock (a pagamento) della storia: al campo volo a Reggio Emilia suonavano gli U2 col Pop Mart Tour. |
Post n°195 pubblicato il 19 Settembre 2007 da Ekainikola
Stavo ancora meditando, tranquillo come Osama sulle montagne di Tora Bora, addirittura mi preparavo delle gustose uova col prosciutto. Eppoi, out of the blue, eccoti la Mazzata. Accendo il tg2 e mi vedo il grigio direttore, col ditino puntato a mo di pistola, che paragona Grillo ai cattivi maestri anni '70: cioè Grillo come Mario Moretti e Alberto Franceschini! Grillo che fa scattare i grilletti! Caro Mazza, guardi che non siamo negli anni '70. Neppure nei '60 dei golpe della Domenica di De Lorenzo e Borghese. Siamo nel XXI secolo delle guerre preventive e il trucchetto inventato da Bush figlio, ormai l'abbiamo capito. |
Post n°194 pubblicato il 18 Settembre 2007 da Ekainikola
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Post n°193 pubblicato il 06 Settembre 2007 da Ekainikola
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Post n°192 pubblicato il 04 Settembre 2007 da Ekainikola
Come ogni settembre l'aria fresca che soffia da nord porta con se le nuvole e il presentimento dell'autunno. Nulla di male in questo. |
Post n°191 pubblicato il 11 Agosto 2007 da Ekainikola
Eccomi arrivato alle agognate feriazze. La vera malattia degli italiani, le vacanze ad agosto. Anno bello intenso, con cambi di lavoro, cambi di amicizie e inimicizie, lutto familiare, soldi che vanno (sigh!) e vengono (per ora non ancora gli euri veri). A settembre! |
Post n°190 pubblicato il 07 Agosto 2007 da Ekainikola
L'estate, i cieli stellati, l'odore della notte. In questi periodi mi sento spesso volto verso la speculazione e così do sfogo alle mie passioni letterarie: l'astronomia, le religioni, l'antropologia umana e la storia. |
Post n°189 pubblicato il 06 Agosto 2007 da Ekainikola
Hiroshima 2 agosto 1945, 8,15 del mattino: il mondo cambia per sempre. Oggi sembra passato un millennio e la bomba non fa più paura. Grave errore amici miei, grave errore... "Mi ero alzato verso le otto di mattina quel 6 agosto 1945. Il giorno avanti, alla sera, vi erano stati due allarmi, nessuno dei quali seguito da bombardamento... Improvvisamente ricevetti un colpo sulla testa e tutto diventò oscuro davanti ai miei occhi. Gettai un grido ed alzai le braccia. Nelle tenebre, non sentivo che un sibilo di tempesta. Non arrivai a comprendere cosa fosse successo. Il mio primo grido, io l'avevo inteso come se fosse stato gettato da qualcun altro.Poi il inondo intorno mi ritornò visibile benché ancora non nettamente, ed ebbi l'impressione di trovarmi sui luoghi di tiri immenso cataclisma. Dietro la spessa nuvola di vere apparve un primo spazio blu, seguito ben presto da altri spazi blu sempre più numerosi.Brevi fiammate cominciarono a sprizzare dall'edificio vicino, un deposito di prodotti farmaceutici. Era tempo di abbandonare quei luoghi. In compagnia di K, mi aprii la strada fra le macerie. Fumate vorticose si elevavano da tutte le case in rovina. Raggiungemmo un posto in cui le fiamme mandavano un calore insopportabile. Poi trovammo un'altra strada che ci portò sino al ponte di Sakai. Il numero dei profughi che affluiva verso quel posto aumentava sempre. lo presi la direzione del palazzo Izumi. 1 cespugli calpestati dalle persone in fuga avevano formato una specie di passerella. Gli alberi erano quasi tutti decapitati. Ciascuno dapprincipio pensava che solo la casa sua fosse stata colpita; ma una volta al di fuori, ci si accorgeva che tutto era stato distrutto. Tuttavia, benché le case fossero completamente distrutte, in nessun posto si vedevano quelle buche che normalmente fanno le bombe. Sull'altra sponda, l'incendio, che sembrava essersi calmato, riprese a divampare. Improvvisamente, nel cielo, al di sopra del fiume, vidi una massa d'aria straordinariamente trasparente che risaliva la corrente. Ebbi appena il tempo di gridare "Una tromba" che già un vento terribile ci colpì. I cespugli e gli alberi si misero a tremare; alcuni furono proiettati in aria da dove ricaddero come saette sul tetro caos. Si aveva l'impressione che il riflesso verde di un orribile inferno venisse a stendersi al di sopra della terra. Dopo il passaggio della tromba, ben presto il crepuscolo invase il cielo. Incontrai mio fratello maggiore il cui viso era ricoperto come da una sottile pellicola di pittura grigia. Il dorso della sua camicia era ridotto a brandelli e scopriva una larga lesione che somigliava ad un colpo di sole. Risalendo con lui la stretta banchina che costeggia il fiume, alla ricerca di un traghetto, vidi una quantità di persone completamente sfigurate. Ve ne erano lungo tutto il fiume e le loro ombre si proiettavano nell'acqua. I loro visi erano così orrendamente gonfiati che appena si potevano distinguere gli uomini dalle donne. I loro occhi erano ridotti allo stato di fessure e le loro labbra erano colpite da forte infiammazione. Erano quasi tutti agonizzanti ed i loro corpi malati erano nudi. Quando passavamo vicino a questi gruppi, ci gridavano con voce dolce e debole "Dateci un po' d'acqua", "Soccorretemi, per favore"; quasi tutti avevano qualche cosa da chiederci. Il cadavere nudo di un ragazzo giaceva nel fiume e, ad un metro di distanza, accovacciate su un gradino, si trovavano due donne. Riconoscemmo che erano donne soltanto per la loro acconciatura per metà bruciata. Trovammo infine un piccolo traghetto e, remando, giungemmo all'altra riva. Era quasi notte quando toccammo terra. Anche da questa parte sembrava che ci fossero molti feriti. Un soldato accovacciato sui bordi dell'acqua mi chiese di dargli un po' d'acqua calda. Appoggiandosi alla mia spalla, camminava sulla sabbia con sforzo. Bruscamente, mi disse: "Sarebbe meglio esser morti". Acconsentii in silenzio e, in quel momento, senza scambiare una sola parola, ci trovammo tutti e due riuniti in una incontenibile collera davanti alla pazzia che ci circondava. Seduto ad una tavola, un uomo dalla testa enorme e bruciata beveva acqua calda in una tazza da tè. Il suo strano viso sembrava fatto di una serie di grani di soia neri; inoltre i suoi capelli erano tagliati orizzontalmente all'altezza delle orecchie. Soltanto più tardi, dopo aver incontrato molti altri ustionati con i capelli tagliati orizzontalmente, finii per capire che le loro capigliature erano state distrutte sino al bordo dei loro cappelli. Al momento della marea, lasciammo la riva per risalire sulla banchina. Con l'oscurità, la notte si trasformava in inferno. Si udivano grida dappertutto "Da bere, da bere!". Improvvisamente un allarme: da qualche parte una sirena doveva esser rimasta intatta. Il suo urlo lacerò la notte. La città continuava a fiammeggiare: a valle, si scorgeva il bagliore incerto dell'incendio. Nel quartiere dei tempio, numerosi feriti gravi erano sdraiati un po' dappertutto, per terra. Non un albero, non una tenda per dar loro un po' d'ombra. Noi ci costruimmo un riparo appoggiando pezzi di tavole contro un muro e scivolammo li sotto. Dovemmo passare ventiquattro ore in quel breve spazio, dividendolo in sei. Due metri più lontano c'era un ciliegio che aveva conservato qualche foglia. Due studentesse si erano lasciate cadere sotto questo albero: avevano tutte e due il viso carbonizzato e, volgendo il loro magro dorso al sole, supplicavano che si desse loro un po' d'acqua. Erano giunte il giorno prima ad Hiroshima per partecipare alla mietitura e così erano state colpite da questa grande disgrazia. Il sole era al suo declino... Anche prima del levar del giorno, ascoltavamo intorno a noi il mormorio ininterrotto delle preghiere: in quell'angolo le persone sembrava morissero l'una dopo l'altra. Le due studentesse morirono all'alba. Nuovo allarme verso mezzogiorno; si intese un rombo nel cielo. Le persone morivano l'una dopo l'altra e nessuno veniva a portar via i cadaveri. Con l'aria sconvolta, i vivi erravano tra i corpi. Si videro allora tutte le rovine nelle strade principali. Uno spazio vuoto e grigio si estendeva sotto un cielo di piombo. Soltanto le strade, i ponti ed i bracci del fiume erano ancora riconoscibili. Nell'acqua galleggiavano cadaveri dilaniati, gonfiati. Era l'inferno divenuto realtà. Tutto ciò che era umano, era stato cancellato. I visi dei cadaveri si somigliavano tutti, come se portassero tutti la stessa maschera. Prima di irrigidirsi, le membra degli agonizzanti si agitavano sotto l'effetto del dolore e in maniera assai strana. I chilometri di cavi che coprivano il suolo e gli innumerevoli frammenti di pali elettrici costituivano un disegno pazzesco. Davanti allo spettacolo di un tram che sembrava fosse stato rovesciato e bruciato nello spazio di un lampo, o davanti a quello di un cavallo morto, con la carcassa smisuratamente gonfia, si aveva l'impressione di trovarsi al centro di un quadro surrealista. La nostra carretta attraversava interminabili spazi coperti di rovine; la serie delle case smantellate si prolungava sino alla più lontana periferia. Trovammo un paese verde ed intatto soltanto molto più avanti. La danza leggera delle libellule che folleggiavano al di sopra dei campi verdi di riso ci commosse profondamente. Di là, prendemmo la strada lunga e monotona che conduce al villaggio di Yáwata. Era notte quando vi giungemmo. Il giorno dopo dovemmo riprendere la nostra vita miserabile. Non solo non si vedeva nessun segno di miglioramento dei feriti, ma anche coloro che stavano bene si indebolivano ogni giorno di più e deperivano per mancanza di nutrimento.Qualche giorno più tardi vidi arrivare un allievo, mio nipote, che in seguito doveva morire. Al momento dell'esplosione si trovava a scuola. Quando vide l'accecante luce che entrò nell'aula, egli si gettò sotto il suo banco. Il soffitto era crollato e l'aveva seppellito, ma insieme con qualche compagno era riuscito a venir fuori attraverso un buco. La maggior parte dei fanciulli erano stati uccisi sul colpo. Con i suoi compagni, si era rifugiato su una vicina montagna; durante l'ascensione aveva continuato a vomitare un liquido bianco. Una settimana dopo il suo arrivo al villaggio cominciò a perdere i capelli e divenne calvo in due giorni. Già s'era sparsa la voce che un malato non avrebbe sopravvissuto alle sue ferite se perdeva capelli e sanguinava dal naso. Tuttavia mio nipote doveva vivere ancora qualche tempo malgrado il grave stato in cui si trovava... ...Verso sera, attraversai il ponte e mi diressi, attraverso i campi, in direzione del terrapieno che si trova ai margini di Yáwata. Una libellula nera asciugava le sue ali su una roccia. lo feci il bagno là, respirando assai profondamente. Girando la testa, vidi i piedi della montagna avviluppati nel crepuscolo, mentre le cime lontane scintillavano ancora al sole che tramontava. Si sarebbe creduto un paesaggio di sogno. Il cielo al di sopra di me era di un silenzio assoluto. Ebbi l'impressione di non esser venuto sulla terra che dopo l'esplosione della bomba atomica." |
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Nickname: Ekainikola
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