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L'ORIGINE DI ME STESSO (MEDITERRANEO)
Post n°27 pubblicato il 25 Giugno 2011 da hermesgemini1
L’ORIGINE DI ME STESSO– cap. 1 Maia: la dea della fecondità Vengo dall’acqua del Mediterraneo e dalla terra della Magna Grecia. Maia era la nostra dea qualche secolo fa. Durante le Majume, di solito verso giugno, andavamo con i nostri maschi sulle rive del fiume. Facevamo l’amore e poi tutti nell’acqua, con canti e balli giù a purificarci. Altre dee femmine erano Dione e Kora
L’ORIGINE DI ME STESSO- cap. 2 Il giardino degli Esperidi Nel giardino delle Esperidi si raccoglievano i cedri, il frutto più prezioso del paradiso terrestre. Questo giardino pare si localizzasse di fronte al Mediterraneo in Italia, dove il clima era particolarmente favorevole. Caldo d’estate freddo d’inverno, ma in media mite e con un cielo talmente vicino agli occhi da perdersi nel suo colore blu in giornate particolarmente favorevoli. Pare che Re Artù e la fata Morgana abitassero da quelle parti, nell’Ausonia: l’antica Italia. Catone mi diceva che il nome Italia significa “Isola della rugiada Divina”.
L’ORIGINE DI ME STESSO cap. 3 La fata Morgana Alla fata più importante e potente di tutti i tempi capitò di innamorarsi di un giovane calabrese. Più che amore era una più che legittima passione, visto che il ragazzo in questione era veramente bello, quasi l’espressione fisica di quei luoghi. Pelle ambrata come la terra color oro, baciata dal sole estivo. Occhi neri come le olive che venivano raccolti con fatica, e difatti in quegli occhi profondissimi c’era il sudore e la fatica di quelle terre soggiogate. Alto come le querce o gli abeti delle foreste secolari, impossibili da spezzare. Capelli lucidi e fortissimi, come le sete che si coltivavano nelle case dei “setieri”. La fata sapeva che come tutte le storie di passioni folli e lucidi allo stesso tempo poteva durare il tempo di un battito di ciglia. Un miraggio d’amore. La città di Reggio vive quel miraggio quando il cielo e il mare sono immobili e i paesi della Sicilia si specchiano nel mare e sembrano così vicini che sembra di potere distinguere le persone.
Maria Fabbricatore racconti brevi in rivista Ellin Selae n°74 (2005)
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