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« Messaggio #18IL MENU' DELLA FERTILITA' »

Aspetti psicologici

Post n°19 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da LAVITAINROSA
 



L’infertilità, intesa come incapacità a procreare, tappa fondamentale del ciclo vitale, può costituire un momento di crisi nel vissuto della coppia. Per molte coppie la capacità di concepire e diventare genitori rappresenta un qualcosa di profondamente radicato nella definizione di femminilità e mascolinità, nell’identificazione della propria identità che spesso determina il significato dell’esistenza. La nascita dei figli rappresenta spesso uno dei fondamenti attorno a cui la coppia crea la propria relazione. La crisi nasce nel momento in cui la capacità di generare un figlio viene meno.

Le risposte emotive alla infertilità all’interno della coppia sono diverse: dal senso di colpa alla depressione, alla rabbia fino all’isolamento. Gli uomini tendono a sopprimere e/o negare ogni reazione emozionale, mentre le donne sono inclini a credere di essere loro stesse la causa dell’infertilità, con conseguente senso di colpevolezza e depressione.

Sebbene il problema della infertilità di origine psicologica sia stata oggetto di un gran numero di studi, molte domande basilari rimangono senza risposta, incluso se i fattori psicologici giochino un ruolo causale in alcuni casi di infertilità e, se sì, quale sia la natura di questi fattori. D’altro canto la paura di diventare genitori può condurre ad ansia e disfunzione sessuale e quindi alla infertilità.

Lo stress, qualunque sia la sua origine, è stato ampiamente studiato come fattore di infertilità. Nei soggetti maschi è stato più volte segnalato un effetto negativo dello stress sui parametri seminali. Classico esempio è rappresentato dalle drammatiche differenze sulla qualità degli spermatozoi esistente tra i campioni di seme analizzati nel corso di esami standard ed i campioni raccolti il giorno dell’inseminazione delle cellule uovo in vitro. Allo stesso modo, nella donna sono note le strette correlazioni esistenti tra i disagi psicologici e lo squilibrio degli assetti ormonali.
La dimostrazione di una relazione causale tra disturbi psicologici ed infertilità resta il più delle volte non determinabile a causa della difficoltà di dimostrare in maniera credibile se i problemi psicologici siano la causa o l’effetto dell’infertilità.

Purtroppo troppe volte la maternità diviene un’esigenza così preponderante da diventare un’ossessione, ulteriormente aggravata dalla pressione sociale e familiare che circonda la coppia, incanalando e costringendo la vita verso questo obiettivo da conquistarsi ad ogni costo. Da qui il ricorso alle tecniche di procreazione medico assistita. Ma nessuna metodica assistita può garantire una gravidanza: anche se il ricorso a terapie può rimuovere l’ostacolo al concepimento le strade percorribili per divenire genitori  richiedono delle premesse salde per essere iniziate.


 
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ALCUNE DOMANDE

Che dimensioni ha oggi il problema della sterilità?
La sterilità di coppia ha una prevalenza di circa il 15% in Italia e in Europa, per cui una coppia su sette ha difficoltà a raggiungere una gravidanza. Si parla di sterilità quando la coppia non ottiene la gravidanza dopo 1-2 anni di rapporti liberi.

Dopo quanto tempo è opportuno che la coppia si rivolga ad uno specialista?
Dopo due anni se la coppia è di giovane età e non vi sono fattori di rischio, dopo un anno o meno se l'età della donna è superiore ai 35 anni o in presenza di fattori di rischio (pregressa malattia infiammatoria pelvica, storia di endometriosi o pregressi interventi di chirurgia addominale).

Quali sono le cause più frequenti di sterilità per la coppia?
Circa un 40% della sterilità è legato al fattore maschile, il 50% al fattore femminile e in un 10% si tratta di sterilità inspiegata. All'interno della sterilità femminile un 40% è legato ad alterazioni ormonali o anomalie dell'ovulazione, un 25-35% a fattore tubarico, un 15% ad endometriosi e per il resto a cause inspiegate.

Quali i risultati finora ottenuti in questo che, mi sembra di capire, sia un aspetto preponderante della sterilità femminile?
Una donna su tre di quelle inviate all'unità chirurgica ha ottenuto la gravidanza. Alcune di esse hanno concepito anche più di una volta a riprova dell'effetto duraturo del trattamento chirurgico.

Qual è il tasso di gravidanza su tutta la casistica trattata?
Abbiamo riscontrato finora un tasso di gravidanza pari al 25%, vale a dire una donna su quattro ha ottenuto la gravidanza. È un risultato molto incoraggiante considerando l'approccio esclusivamente naturale al problema.

Vige ancora una vecchia mentalità per cui gli uomini sono più restii delle donne a sottoporsi a eventuali trattamenti quando si tratta d'infertilità?
In realtà no. Inizialmente gli esami riguardano i due componenti della coppia in egual misura: si effettuano preliminarmente tanto il controllo dell'ovulazione femminile che quello del liquido seminale. Se si trova un problema nell'uomo s'interviene e, dalla mia esperienza, posso dire che sotto questo profilo la mentalità è profondamente cambiata negli anni. Oggi si riscontra la massima disponibilità anche da parte maschile.

 
 

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