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Cannibal Holocaust - Ruggero Deodato - 1979

Post n°11 pubblicato il 14 Maggio 2007 da wellburnthesky
Foto di wellburnthesky

Il film creò subito grandi polemiche, per le uccisioni vere di animali e per il realismo di alcune scene, tanto che lo si credette uno snuff movie, e causò un processo contro il regista.. Ma il film rafforzò anche la fama di Deodato come regista estremo, dopo il precedente Ultimo mondo cannibale.

Nonostante le controversie, Cannibal Holocaust è considerato da molti un'interessante e cruda analisi della società civilizzata, e un lucido atto d'accusa contro i mass media, anni prima di Assassini Nati di O. Stone; già dalle prime sequenze, Deodato fa capire quali secondo lui siano i veri selvaggi (mentre un reporter alla TV parla delle tribù selvagge, le immagini mostrano scene di vita in una città moderna).Il film è diviso in due parti: The last road to hell, che riguarda le ricerche del professor Monroe è girata in 35 mm, mentre The green inferno, che riguarda i quattro reporter è girata in 16 mm, con la pellicola graffiata e un uso costante della macchina a mano, per dare la sensazione del vero filmato non professionale.

Deodato ha affermato: "Ci misi una cura maniacale in quel film perché tutto fosse perfetto, ho strisciato addirittura la pellicola per rendere il tutto più veritiero".

Per rendere il film ancora più realistico, il contratto prevedeva che gli attori che impersonavano i cineoperatori scomparsi sparissero dalla circolazione, e soprattutto da televisione e cinema, per un anno. Deodato ha dichiarato: "L'operazione Cannibal Holocaust doveva essere fatta con attori credibili. Dovevamo presentare il fatto come fosse una cosa vera. Avevamo bisogno di quattro persone che potevano poi sparire per due anni, perché erano morti e quindi nessuno doveva sapere niente di loro. Dovevamo fare un falso snuff". Gli attori furono comunque "resuscitati" in occasione del processo, dato che si accusava Deodato di averli uccisi realmente.

Le riprese iniziarono il 4 giugno 1979 e durarono nove settimane. Gli interni del film furono girati a Roma, negli Studi De Paolis. Gli esterni furono girati, oltre che in Colombia, anche a New York.

Quando Gabriel Yorke arrivò sul set per girare la sua prima scena non aveva nessuna idea sul genere del film, in quanto non aveva letto ancora la sceneggiatura. Quando fu pronto per girare la sua prima scena si trovò nel mezzo della scena dell'amputazione della gamba ai danni della guida dei quattro reporter. In un'intervista Yorke dichiarò di aver creduto di girare un vero snuff movie.

Immediatamente dopo l'uccisione del maialino Gabriel Yorke fece un lungo monologo che Deodato voleva includere nel film, ma che alla fine fu tagliato. Yorke disse di essersi dispiaciuto durante le riprese perché aveva sentito il maialino urlare e morire. Perry Pirkanen pianse durante l'uccisione della tartaruga, Luca Barbareschi invece ha ammesso di non aver avuto nessun rimorso per aver sparato al maialino, e di aver ricevuto minacce da parte degli animalisti per questo, mentre Deodato ha dichiarato che tutti gli animali uccisi nel film venivano mangiati sia dai componenti della troupe, sia dai cannibali. "La cosa che mi ha fatto più impressione sono state le scimmie. C'è la scena in cui gli indios ammazzano la scimmia e le succhiano il cervello. Noi avevamo quattro scimmiette di riserva. Quando tagliammo la testa a una le altre quattro sono morte di crepacuore. Quella è stata la cosa più atroce".

La prima del film avvenne a Milano il 7 febbraio 1980. Subito dopo a Roma alcuni cittadini imbrattarono i manifesti del film. Il 12 marzo 1980, a seguito della denuncia di un cittadino, il film fu sequestrato su tutto il territorio nazionale, sulla base di una vecchia legge fascista contro la tortura delle cavie, con l'accusa di essere opera contraria al buon costume e alla morale. La United Artists, che produsse il film, si ritirò, mentre i produttori chiamarono ben sette avvocati per difendere il film

Il 4 giugno arrivò la sentenza: Deodato, lo sceneggiatore, i produttori e il distributore della pellicola furono condannati a quattro mesi di reclusione, 400.000 lire di multa e un mese di arresto, con la condizionale. Fu assolto subito solo il direttore della fotografia. I produttori presentarono un ricorso in appello, mentre il regista si disinteressò della questione per promuovere il film all'estero.

Durante il processo Deodato chiamò i quattro attori protagonisti, per mostrare che erano vivi, e venne chiarito che le sequenze dei riti cannibali erano state fatte con l'ausilio di effetti speciali. Il regista e la troupe rischiarono ugualmente la galera quando emerse che le uccisioni di animali erano vere. Deodato si difese dicendo che le riprese delle uccisioni degli animali erano state girate con spirito documentaristico.

Per Luca Barbareschi Deodato voleva solamente fare un film spettacolare, mentre per Massimo Antonello Geleng il film è una denuncia contro la civilta' occidentale. Invece Sergio D'Offizi ha dichiarato di non aver amato il film, per la sua violenza estrema, ma di difenderlo come un avvocato che difende un assassino. Infine per Riz Ortolani la censura si accanì contro il film perché Deodato era un giovane regista, e non era in grado di difendersi

La pellicola ancora oggi non è ancora stata trasmessa dalla televisione italiana.

Nel 2003 esce in Italia, ancora tra mille polemiche, il DVD con l'edizione integrale, curato personalmente da Deodato e contenente come extra il commento del regista e un making of di 60 minuti con foto di scena inedite, immagini della troupe al lavoro e degli effetti speciali (in una immagine si vede Perry Pirkanen con un occhio cavato, che beve tranquillamente una bottiglia di birra).

"Non voltate la faccia! Guardate! Anche questi sono uomini, sono vostri simili!".

 Voto: 8

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