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Relazione di servizio

Post n°10 pubblicato il 18 Marzo 2015 da hush_hush_news
 

RELAZIONE DI SERVIZIO

Ill.mo Sig. Comandante
Sede

OGGETTO: relazione di servizio su Vs. nota

Con la presente rispettosamente riscontro la sua nota in oggetto, con la quale la S.V. chiedeva a codesto Ufficio delucidazioni in merito agli accadimenti denunziati in relazione alla presunta deportazione e conseguente eccidio di una quantità imprecisata di persone, per la maggioranza di razza ebraica, nei campi di Auschwitz-Birkenau, Bełżec, Bergen-Belsen, Bitterfeld, Bredtvet, Breitenau, Buchenwald, Chelmno, Dachau, Flossenbürg, Majdanek, Mauthausen-Gusen, Sachsenhausen (Oranienburg), Sobibór, Stutthof, Riga, Risiera di San Sabba, Theresienstadt, Treblinka.
Non appena venuto a conoscenza della questione da Ella sottopostami, ho immediatamente incaricato i due miei più fedeli collaboratori, l'ispettore Ulmess e il suo attendente Wattsson, ordinando loro di investigare sull'accaduto.
L'inchiesta è durata oltre un mese, ma ciò mi ha consentito di avere un quadro chiaro di ciò che è avvenuto.
Devo necessariamente premettere che molte delle informazioni contenute nel rapporto sono estremamente confidenziali, ottenute anche con metodi non ortodossi, e la loro divulgazione, delle informazioni e dei metodi, potrebbe porre in serio imbarazzo il Reich.
Per tale ragione, del presente rapporto, seppure in violazione della direttiva 54/S7/45, non è stata eseguita alcuna copia; del pari, in violazione della direttiva 77/D4/1542, essa non è stata dettata a una delle nostre dattilografe ma è redatta dal sottoscritto personalmente.
La carta sulla quale essa è scritta non è registrata all'economato dell'Ufficio, secondo le cautele di cui alla circolare 128/F/II.
Come Ella sa, il nostro popolo sta vivendo una particolare congiuntura che lo vede preso di mira dagli altri paesi europei, in virtù della possanza degli ideali del Reich, mal digeriti dalla comunità internazionale, arroccata su posizioni bolse e regressive.
La conquista e il predominio del nostro popolo in Europa, e presto nel mondo occidentale, quale faro della civiltà, ha portato all'apertura delle ostilità nei confronti di potenze internazionali quali Inghilterra, Stati Uniti e URSS, potendo contare solo sull'appoggio del Giappone (che adotta discutibili tecniche di combattimento), alcuni paesi mittleuropei (Romania, Bulgaria e Ungheria) e dell'Italia (rispetto alla quale voci sempre più insistenti mettono in dubbio la sua fedeltà all'Asse, vedi rapporto del 12/03/1943 - prot. 32/55T).
Tale situazione pone la Germania nella necessità di dover provvedere da sola di fatto alla propria difesa e all'avanzata bellica.
Da diversi mesi è quindi allo studio l'approntamento di un'arma micidiale, in grado di capovolgere le sorti del conflitto; in aderenza alle circolari e ordini di servizio, si è scelto di usare il termine ‘arma', e di consentire la decifrazione di codici ritenuti segretissimi (p.e. ENIGMA) al fine di spaventare il nemico e gettare nel panico i governi e i popoli avversi.
In realtà, come è a conoscenza della S.V. e del gabinetto del Fuhrer, non si tratta di una vera e propria arma, nel senso convenzionale del termine, quanto di un sistema sofisticato di trasmissione dei dati, delle informazioni, praticamente in tempo reale, che consente una immediatezza tra comando ed esecuzione del medesimo, facoltà sconosciuta ai nostri avversari, tale da offrire risorse difensive e offensive immediate, dirette ed efficaci.
Inoltre, esso, rendendo automatica e priva di passaggi intermedi l'azione, senza cioè che un ordine debba essere trasmesso secondo la scala gerarchica dal Fuhrer sino agli esecutori, ma trasformando in fatti e azioni senza soluzione di continuità il pensiero del Comandante in Capo, impedisce sia eventuali distorsioni del comando, sia l'eventualità che quadri intermedi pavidi, vigliacchi o peggio venduti al nemico possano boicottare l'effettuazione efficace di quello.
Tale premessa è resa necessaria, per comprendere a pieno gli esiti dell'inchiesta.
L'ispettore Ulmess si è recato innanzitutto personalmente in alcuni dei campi nominati e ha potuto riscontrare che tutti essi erano stati dotati del nuovo sistema di trasmissione delle informazioni; del pari ha potuto rendersi conto che il personale addetto era privo di ogni e qualsiasi formazione tecnica al riguardo, tanto che i corpi-macchina erano utilizzati per lo più per scopi diversi da quello cui sono destinati; anzi, richiesti di indicare la funzione dei detti corpi-macchina, gli stessi responsabili dei campi riferivano di non conoscerla punto.
Interrogati sugli accadimenti di cui alla citata nota in oggetto, essi riferivano che - più o meno nello stesso momento - avevano ricevuto ordine di predisporre alloggiamenti per un numero imprecisato ma significativo di persone; in adempimento, essi avevano quindi cercato di approntare al meglio allo scopo gli edifici presenti.
Peraltro, hanno aggiunto tutti, la quantità di persone affluita si è rivelata numericamente assai più consistente del previsto, tenuto conto che il comando non aveva fornito alcun ordine di grandezza: in buona sostanza, i locali a disposizione si sono rivelati da subito assolutamente insufficienti a coprire le necessità abitative degli ospiti.
Fortunatamente, hanno aggiunto, la estrema mitezza delle persone arrivate e la loro assoluta disponibilità non hanno dato origine né a lamentele né a tumulti di qualsiasi genere, sicché, pur nella penuria, tutti sembravano sostanzialmente soddisfatti.
Naturalmente, le condizioni igieniche erano precarie, e quindi si sono attrezzati alcuni locali, attigui alle camerate, quali latrine e docce di campo: in essi con cadenza settimanale gli ospiti potevano fare le loro abluzioni.
Stante la limitata disponibilità di acqua, le docce erano in gruppo e - per tali ragioni - inevitabilmente onde evitare imbarazzi e occasioni di scontro, gli uomini sono stati separati dalle donne e i bambini.
Sia i responsabili dei campi, sia gli ospiti, a quanto pare, non avevano coscienza della ragione delle loro presenza in loco, sicché le attività erano ridotte al minimo.
Le forniture erano assicurate dall'arrivo, anche questo settimanale di camion di approvvigionamento.
Richiesti di riferire in merito ai successivi accadimenti, i responsabili dei campi interrogati hanno tutti sostenuto che un giorno (sostanzialmente lo stesso per tutti) ricevevano la visita di personale tecnico, non meglio specificato, che, provvisto di ordine scritto bollato e opportunamente timbrato, ha proceduto ad alcune operazioni meccaniche sull'impiantistica dei locali.
Successivamente, i responsabili dei campi rilevavano, soprattutto nei locali docce, una anomala quantità di decessi, apparentemente per cause naturali, non essendo rinvenibili sui corpi segni di violenza di qualsiasi tipo.
L'ispettore Ulmess ha ritenuto utile provare il funzionamento di almeno uno dei locali docce: aperti i rubinetti, usciva l'acqua.
Decidevano quindi di chiedere spiegazioni al Comando Generale, il quale prontamente rispondeva, evidenziando come l'analisi delle procedure e gli esiti dei controlli non evidenziassero errori o criticità, di tal ché le anomalie riscontrare, seppur non in linea con le previsioni statistiche, dovevano addebitarsi a eventi momentanei e imprevisti, di origine sconosciuta, ma probabilmente naturale.
Quanto infine all'utilizzo dei forni, i responsabili dei campi riferiscono che per conservare un minimo standard di igiene ed evitare rischi di epidemie, i deceduti erano cremati.
Finita l'indagine nei campi, l'ispettore e il suo attendente hanno inteso convocare il responsabile delle squadre di tecnici che erano intervenuti per approntare le modificazioni di cui si è detto sopra.
E' emerso che le quindici diverse organizzazioni interessate avevano ricevuto, più meno nello stesso momento, un ordine scritto, debitamente bollato e timbrato, nel quale, senza indicazione né delle finalità, né degli effetti, erano ordinati interventi di vario tipo sugli impianti idraulici, sanitari ed elettrici dei campi, e quindi si erano prontamente adoperati per l'esecuzione delle modifiche richieste.
Chiesti di specificare se fossero a conoscenza di un possibile nesso di causalità tra i loro interventi e i successivi decessi, tutti i responsabili dichiaravano l'impossibilità di rispondere a tale domanda, alla luce del fatto che ciascuna squadra si occupava di operazioni del tutto autonome da quelle delle altre, e nessuno aveva contezza del prodotto finale del loro intervento.
Uno dei responsabili interrogati tenne a precisare che non sempre post hoc ergo propter hoc, e che siffatto sofisma conduce all'errore di concludere solamente in base all'ordine degli avvenimenti piuttosto che tener conto di altri fattori che possono escludere la relazione: precisava che i luoghi comuni, le credenze, le superstizioni e il pensiero magico sono il risultato di questo errore, così come esso è la fonte primaria delle false informazioni e delle denunce complottistiche di ogni specie.
L'ispettore Ulmess e l'attendente Wattsson hanno pertanto deciso, per avere un quadro quanto più completo di sentire gli addetti al ministero dei trasporti, in relazione alle modalità di trasferimento degli ospiti dai paesi di origine ai campi di destinazione.
La procedura di accertamento dei fatti si è rivelata molto complessa, posto che le destinazioni erano indipendenti dai punti di partenza, sicché non necessariamente chi partiva dalla stessa città poi raggiungeva la stessa destinazione.
Invero, si è potuto accertare che per ciascuno degli ospiti è stato emesso un borderau con l'indicazione specifica delle generalità del luogo di partenza e del luogo di destinazione: tale ordine ha determinato poi lo smistamento degli ospiti.
Molti degli addetti ai trasporti hanno espresso riserve pacate, soprattutto in ragione del fatto che la omissione sul numero delle persone interessate ai trasferimenti avrebbe impedito l'approntamento di mezzi idonei, sicché spesso i convogli si sono dimostrati insufficienti e inidonei allo scopo.
Ciò nonostante, confermano i medesimi, la pazienza e la disponibilità degli ospiti ha scongiurato lamentele e disordini.
All'esito degli interrogatori, l'ispettore ha richiesto l'acquisizione di tutti gli ordini, comandi, circolari nominati dalle persone di volta in volta sentite, il cui esame approfondito ha occupato quasi una settimana di lavoro.
Ciò in virtù del fatto che, sebbene presenti timbri e vidimazioni ben conosciute all'apparato burocratico del Reich, normalmente, per operazioni quali quelle contenute in alcuni di essi, non era necessario alcuna della autorizzazioni, timbrature e bollature invece presenti.
Si è in un primo momento pensato quindi che tale particolare cura si rendesse necessaria alla luce della importanza degli ordini contenuti, in virtù di un scopo preciso (probabilmente legato allo sforzo bellico) ovvero fosse legata alla necessità che nessuno ponesse in discussione l'autorità dei medesimi e quindi potesse ignorarli e non porli in esecuzione.
In realtà, entrambe le ipotesi si sono rivelate infondate.
Infatti, l'inchiesta ha appurato che anche in altri ambiti, ormai era invalso l'uso di apporre su ogni documento, anche di minore rilievo, il visto e le autorizzazioni di tutti gli uffici interessati.
Del pari, sentiti i responsabili di riferimento, essi hanno tenuto a precisare che l'ipotesi che un ordine fosse ignorato o non eseguito era irreale, trattandosi, soprattutto nella fattispecie, di attività assolutamente e pacificamente rientranti nelle competenze dei singoli destinatari.
Non rimaneva altro quindi all'ispettore che verificare a chi fosse riconducibile l'origine della catena di comandi di volta in volta ramificatasi a seconda delle diverse attribuzioni.
In realtà, l'esame della documentazione non consentiva una organizzazione unitaria, posto che non era ravvisabile un Ufficio unico dal quale le singole disposizioni fossero partite: si trattava di documenti trasmessi da diversi uffici, anche del tutto autonomi e privi di collegamento, ciascuno del quale, in relazione alle competenze di spettanza, aveva provveduto all'inoltro all'ufficio di destinazione ovvero all'ente destinato all'esecuzione del comando.
Tale essendo l'esito dell'inchiesta, dopo l'ultimo aggiornamento, ho sollevato l'ispettore Ulmess e il suo attendente dall'incarico.
Ciò ha causato l'animosa rimostranza dell'ispettore, che mi ha accusato di non consentirgli di portare a compimento il lavoro, unica inchiesta incompleta della sua vita; mi accusava altresì di avergli nascosto informazioni decisive per la formulazione di una ipotesi e di averlo sfruttato per scopi non commendevoli.
Di fronte alla mia fermezza, l'Ispettore Ulmess ha rassegnato le sue dimissioni.
La natura della presente mi impone di fornire un quadro completo della situazione.
Il fatto che una imprecisata ma imponente quantità di persone, da ogni parte del Reich sia stata trasferita in determinati campi attrezzati appare assodato, così come il fatto che sia il trasferimento, sia la permanenza, siano avvenuti in condizioni non adeguate.
Del pari, appare assodato che effettivamente molte delle persone interessate dal trasferimento abbia perso la vita, anche se gli accertamenti non consentono di individuarne le cause.
Quanto al perché ciò sia avvenuto, nessuna delle persone interpellate è stata in grado di rispondere: tutti affermano di aver agito in esecuzione delle istruzioni di volta in volta ricevute.
Ciò mi ha spinto a un supplemento di indagine: ho quindi proceduto a interrogare personalmente gli ingegneri e programmatori addetti al sistema di trasmissione delle informazioni.
Tutti hanno confermato che, per quanto a loro conoscenza, il sistema non era operativo, nel senso che erano disattivati i collegamenti con l'esterno dell'unità centrale.
Del pari, confermano di aver avuto incarico di eseguire una simulazione, c.d. in remoto, cioè di fatto solo nella unità di base, per verificare l'efficienza e la funzionalità del sistema.
Hanno quindi, ciascuno indipendentemente dall'altro, inviato codici e istruzioni, relativi a operazioni utili nella gestione del conflitto, quali il trasferimento persone, l'approntamento dei mezzi e dei campi, l'intervento tecnico in loco, etc..
Non ho fatto cenno delle ragioni della mia inchiesta, e quindi ritengo che essi non siano a conoscenza dell'ormai posso dire evidente collegamento tra le istruzioni e i codici immessi da loro e la conseguente esecuzione di quelli da parte degli organi e uffici destinatari.
Perché il sistema - che avrebbe dovuto essere disattivato - in realtà era attivo, è l'unico dato che non sono stato in grado di accertare.
L'unico modo di farlo sarebbe porre gli addetti nella consapevolezza di quanto successo, ma ciò avrebbe implicazioni morali e giuridiche di difficile valutazione preventiva, e la relativa decisione ritengo non sia mia competenza.
Rimetto pertanto la presente relazione alla S.V. per le determinazioni che riterrà opportune.
Heil Hitler

 

 
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