Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

nictilopegattamelatinofilicefrancesco.fgiancasetteMICHELEALESSANDROlibriefilmTerpetrusmaria.sarzisartorijenainsubricaclipper1965ivan.lanzillosimone2204giovannivassobillduke82
 
 

Ultimi commenti

Sulla Beringia come antica culla umana andrebbero...
Inviato da: Fabio
il 27/10/2012 alle 11:43
 
Grazie mille, ho in programma di scrivere ancora un bel...
Inviato da: MICHELEALESSANDRO
il 27/08/2012 alle 18:14
 
Complimenti per la serietà delle tematiche trattate. Buona...
Inviato da: boscia.mara
il 27/08/2012 alle 10:49
 
Premessa interessante
Inviato da: Luisella
il 16/08/2012 alle 15:22
 
Prova
Inviato da: Francesco
il 28/07/2012 alle 15:29
 
 

 

 
« TRICKSTER, ANTENATI MITI...

LA FINE DEL KRITA YUGA – PARTE 1

Il mutamento di coscienza, accennato nella conclusione del post precedente, può aver rappresentato una tappa intermedia del processo generale di discesa che, dalla fase indistinta ed androginico-primordiale del primo grande anno, ha portato alla “Caduta dell’Uomo” ed alla perdita del Paradiso Terrestre, coincidente con la fine del Krita Yuga.

Da vari dati tradizionali sappiamo che, in termini macrocosmici, il Krita Yuga fu contraddistinto da due elementi ora perduti, ovvero la perpendicolarità dell’asse terrestre rispetto al piano dell’eclittica ed il connesso clima da “eterna primavera” nelle regioni ad elevata atitudine.    

Ovviamente, sul piano fisico, a costituire l’evento primario che decretò la fine della sede iperborea e dell’età primordiale fu il sopraggiungere dell’inclinazione assiale, mentre la recrudescenza del fenomeno wurmiano e l’aggressione delle aree nordiche, fino ad allora rimaste preservate, ne fu l’immediata conseguenza (oltre, ovviamente, all’avvìo del ciclo stagionale). Tale evento dovette essere molto più traumatico dei precedenti cataclismi (forse limitati al solo scorrimento della crosta terrestre rispetto al sottostante mantello ?) che si erano verificati in corrispondenza del passaggio tra il primo ed il secondo grande anno, ma che tuttavia non avevano intaccato la corrispondenza tra equatore terrestre e piano dell’eclittica. Ciò che avveniva ora, invece, era un repentino cambiamento degli stessi poli celesti – ovvero gli immaginari punti della volta uranica verso i quali dirigono i prolungamenti dell’asse – cosa che, a livello astrofisico, dovette rappresentare quasi il riflesso di una “caduta” del Principio, assimilato al Polo di rotazione.

In effetti, Julius Evola sottolinea come, prima ancora del fatto astrofisico, risieda necessariamente in ambito sottile la causa di quanto poi “precipita” al livello materiale, e quindi la perdita della perpendicolarità dell’asse terrestre non potè che rappresentare l’inevitabile conseguenza “grossolana” di un’analoga deviazione precedentemente avvenuta, come vedremo, sul piano spirituale ed antropologico.       

Nei post precedenti, avevamo evidenziato come l’avvento dell’umanità corporeizzata fu soprattutto connessa all’azione del Raja guna, la cui funzione è genericamente quella di promuovere il dinamismo e l’attività, agendo alternativamente sul Tamas guna per reprimere il Sattwa guna, o viceversa. Verso la fine del secondo grande anno, probabilmente il Raja guna iniziò sempre più ad agire sul Tamas con delle conseguenze significative: la riproposizione, analogamente a quanto avvenuto per l’angelo Lucifero dei tempi aurorali – ma ora applicato sull’umanità – di quello che in termini cristiani è il “peccato di orgoglio”, che, come segnala Frithjof Schuon, rappresenta l’ostacolo più importante sulla via spirituale dell’Uomo. L’orgoglio, infatti, è da intendersi come una vera e propria “inversione” dei normali rapporti gerarchici, ovvero la preferenza di sè stessi a Dio, addirittura la contrapposizione a Lui, ed è ben più grave dell’altro ostacolo, la passione (ovvero la preferenza del mondo rispetto a Dio, quella che probabilmente era entrata in campo nella fase del “sonno di Adamo”). Su di un piano più interiore, un’analogia di questo “peccato” potrebbe essere fatta con l’infrazione commessa dall’Anima nei confronti dello Spirito, nel momento in cui essa se ne distingue e vi si oppone nella sua pervicace volontà di affermare la propria esistenza individuata; invece, da un punto di vista più “metastorico”, l’episodio in questione costituisce quel “peccato originale” che comportò la “Caduta dell'Uomo” e l’allontanamento irreversibile della coppia edenica dal Paradiso Terrestre. Notiamo tuttavia come Frithjof Schuon rilevi anche un’interpretazione in parte difforme, presente in altre tradizioni rispetto a quella biblica, sul passaggio dall’innocenza originaria alla “conoscenza del bene e del male” ed alla possibilità della esperienza “centrifuga” rispetto al Principio: non, cioè, come una prima traumatica esperienza peccaminosa e nemmeno come una caduta ontologica di livello, ma piuttosto come un necessario completamento della personalità attraverso un’esperienza che era stata già a priori prevista per l’Uomo.      

D’altro canto, il summenzionato impulso verso l’inversione dei normali rapporti gerarchici può rappresentare anche una spiegazione del mutamento che, verso la fine del Krita Yuga, interessò il rapporto intercorrente tra la prima casta (Brahmana) e la seconda (Kshatriya).  

E’ infatti probabile che, nell'ambito di quest’ultima, i gruppi maggiormente soggetti alle influenze di matrice lunare, iniziarono progressivamente a deviare dal punto di vista spirituale, e che, a nostro avviso, tale allontanamento possa essere sorto inizialmente tra i popoli più australi, riferibili all’ “aspetto Lilith” della Luna; evento forse agevolato anche dal persistere di una certa prossimità con le forme subumane, tamasicamente dominate, provenienti dalla aurorale caduta luciferica di inizio Manvantara. A partire dalle popolazioni legate a Lilith, comunque, l’azione si sarebbe progressivamente estesa, favorita dal comune substrato “sottile” acqueo-selenico, a quelle più settentrionali, che, in una delle ipotesi illustrate nei post precedenti, ritenevamo relazionabili all’ “aspetto Eva” della Luna; una conferma in tal senso potrebbe essere data da una tradizione di ambito cristiano, secondo la quale il Serpente che tentò Eva nel giardino dell'Eden coincideva proprio con Lilith.   

In questo modo le forze più lontane dal Principio, per il tramite di Eva e della casta kshatriya ormai deviata, sarebbero infine giunte sino a corrompere e a far cadere lo stesso Adamo, cioè la parte di umanità rappresentata dalla casta brahmana che invece, nella nostra ottica “orizzontale/correlativa”, era rimasta più legata all'aspetto solare del piano sottile.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/hyperborea/trackback.php?msg=12642654

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963