Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

nictilopegattamelatinofilicefrancesco.fgiancasetteMICHELEALESSANDROlibriefilmTerpetrusmaria.sarzisartorijenainsubricaclipper1965ivan.lanzillosimone2204giovannivassobillduke82
 
 

Ultimi commenti

Sulla Beringia come antica culla umana andrebbero...
Inviato da: Fabio
il 27/10/2012 alle 11:43
 
Grazie mille, ho in programma di scrivere ancora un bel...
Inviato da: MICHELEALESSANDRO
il 27/08/2012 alle 18:14
 
Complimenti per la serietà delle tematiche trattate. Buona...
Inviato da: boscia.mara
il 27/08/2012 alle 10:49
 
Premessa interessante
Inviato da: Luisella
il 16/08/2012 alle 15:22
 
Prova
Inviato da: Francesco
il 28/07/2012 alle 15:29
 
 

 

 
« I PRIMI PASSI DELLA POPO...UN’ARTIDE ANTICAMENTE TE... »

I PRIMI PASSI DELLA POPOLAZIONE ANCESTRALE – AMERICA E…BERINGIA

Come concludevamo nel post precedente, in tempi recenti si è alquanto ravvivato il dibattito attorno ai tempi ipotizzati per il primo popolamento del continente americano da parte di Homo Sapiens Sapiens; ciò essenzialmente sulla base di ritrovamenti che presenterebbero datazioni anteriori a quelle attribuite alla cultura Clovis, di circa 12.000 anni fa, e a lungo ritenuta la più antica d’America.

Va innanzitutto ricordato che la via principale di questo popolamento dev’essere stata costituita dall’istmo di terra, allora emerso, che ora è costituito dallo stretto di Bering, stretto braccio di mare che divide la Siberia orientale dall’Alaska; sono state ipotizzate anche vie migratorie alternative, sulle quali ora non è però il caso di soffermarci e che eventualmente tratteremo in seguito.

In ogni caso, è stato valutato che tale istmo emerso – denominato “Beringia” – dovette essere alquanto esteso, rendendosi geologicamente percorribile in un arco di tempo sul quale la letteratura propone date abbastanza differenziate, i cui limiti più larghi sarebbero collocabili tra i 72.000 ed i 14.000 anni fa.

In merito ai reperti rinvenuti in America, ve ne sono diversi tra quelli incompatibili con la teoria del popolamento Clovis, ma i più antichi che vogliamo qui ricordare sono costituiti dal bambino di Taber, nel Canada occidentale, risalente forse a 40.000 anni fa, il sito di Topper nella Carolina del Sud, abitato forse già 50.000 anni fa (ma la data è contestata) ed i resti rinvenuti a Pedra Furada in Brasile, anch’esso di circa 40.000 anni fa. Sulla base di tali elementi, non è quindi più azzardato collocare, da parte di un settore sempre più consistente della comunità scientifica, l’inizio del popolamento continentale ad opera dei primi Paleoamericani attorno a 40-50.000 anni fa; datazione forse confermata (pur con tutte le riserve già espresse in merito all’interpretazione dei dati di origine molecolare) anche dalla “distanza genetica” delle genti americane rispetto a quelle del vecchio mondo, che situerebbero il momento di ingresso in America attorno ai 43.000 anni fa, o anche da valutazioni di carattere glottologico, che porterebbero Johanna Nichols a stimare in non meno di 45.000 anni l’età linguistica del “Nuovo” Mondo.

Se quindi il popolamento di tutto il continente è stato così arcaico, ne consegue che anche la presenza umana nella stessa Beringia deve esserlo stata almeno altrettanto; possono certamente essere esistite anche vie alternative di ingresso in America, ma comunque una elevata antichità della presenza umana alle latitudini più elevate sembrerebbe confermata anche in via diretta dal sito forse più antico di tutto il continente, quello di Old Crow, nel nord Yukon in Canada (posto oltre al circolo polare artico), dove sono stati rinvenuti reperti risalenti ad almeno 50.000 anni fa.

In effetti la Beringia, della quale Old Crow avrebbe potuto senz’altro far parte, è stata ipotizzata, soprattutto da parte di studiosi russi, come una terra estremamente estesa; visti gli attuali bassi fondali del Mar Glaciale Artico, che a nord della Siberia e dell’Alaska presenta in media profondità inferiori ai 200 metri (lo zoccolo continentale del mare dei Ciukci e dello stretto di Bering ha addirittura una profondità massima di 45-55 metri), un’enome area posta tra la penisola del Taymir ed il Canada sarebbe anticamente risultata emersa per effetto della glaciazione in atto ed il conseguente abbassamento del livello marino planetario. Ma anche considerando i valori generali della temperatura mondiale, al tempo meno elevati rispetto ad oggi, e la vicinanza geografica al polo nord, sembrerebbe che la Beringia, sorprendentemente, godesse di condizioni climatiche temperate – comunque migliori di quelle attuali dello stretto di Bering – con temperature estive superiori ai 10 °C e la presenza di una consistente vegetazione composta da abeti, betulle e pioppi la cui presenza, più a nord dei loro limiti attuali, indicherebbe che persistettero lunghi periodi di clima più caldo ed umido di quanto lo sia oggi. La cosa sembrebbe confermata anche dal fatto che nella limitrofa Siberia orientale, tra il fiume Lena e lo stretto di Bering, il fenomeno glaciale fu molto ridotto - come anche in Alaska e Yukon - presentando solo ghiacciai sui rilievi montani e peraltro di modesto spessore.

Sta in effetti prendendo sempre più corpo l’idea che il ruolo giocato da quest’area in tempi preistorici sia stato molto più importante di quello di semplice punto di passaggio dall’Eurasia all’America; infatti, con il nome “Out of Beringia” è stato recentemente denominato un modello secondo il quale viene presa in considerazione l’eventualità che popolazioni rimaste stanziali in zona per un lasso non trascurabile di tempo, abbiano ivi subito un processo piuttosto marcato di diversificazione genetica, per partire solo in un secondo momento, ed a scansioni diverse, verso mete più meridionali, sia in direzione orientale che occidentale. E’ evidente come, pur con tutte le già menzionate riserve sulle datazioni attribuite alle varie mutazioni genetiche umane, dal nostro punto di vista – “boreale” – tale ipotesi risulti comunque estremamente interessante; ed anche tenendo presente come la teoria “Out of Beringia” in effetti non si ponga mai in reale alternativa alla “Out of Africa”, ma ne sottolinei al massimo una funzione di “centro di smistamento” – importante, ma pur sempre secondario – a nostro avviso cià non toglie che ci troviamo davanti ad un’ipotesi comunque non trascurabile di “culla” umana posta a latitudini significativamente elevate che prima, a quanto ci risulta, non erano mai state teorizzate dalla moderna ricerca scientifica.

Nel prossimo post rimarremo saldamente nel Nord del mondo con una serie di ulteriori considerazioni tratte ancora dalla letteratura scientifica che però serviranno, più in là ancora, ad introdurre anche argomenti di ordine diverso.  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenta il Post:
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963