Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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CONCETTI PRELIMINARI - PARTE 1

 

Come dicevamo nel post precedente, la separazione maschio-femmina è l’evento fondamentale che segna il passaggio dal primo al secondo grande anno del Manvantara; tuttavia, a dispetto della sua formulazione apparentemente banale, vedremo che tale evento implicherà una serie di risvolti piuttosto articolati.

Su tutto, inoltre, andrà considerato che, come Julius Evola opportunamente segnalò, i simboli tradizionali sono intrinsecamente polivalenti e quindi passibili di una pluralità di interpretazioni.

Crediamo quindi che sia opportuno evidenziare, in via preliminare, alcuni punti metodologici, inerenti alla struttura generale di tutta la trattazione ed applicabili ad ogni livello, che dovremo tenere sempre ben presenti per poter collocare nel giusto contesto i vari concetti che man mano incontreremo; nello specifico, ci è sembrato che tali elementi fossero fondamentalmente quattro.

 

Il primo punto, già in parte sfiorato nei post precedenti, è quello relativo alla moltiplicazione di significato della stessa denominazione (p.es. “Adamo”), o anche alla pluralizzazione, con vari nomi, della stessa figura; il tutto, comunque, poi applicato su piani diversi. Ad esempio, abbiamo visto come nei miti gnostici si parli di ben tre “Adami”, l’Adamo pneumatico, l’Adamo psichico e l’Adamo terrestre, dove il primo potrebbe forse corrispondere all’immagine androginica diretta, il secondo alla parte sottile della manifestazione formale, ed il terzo all'uomo ormai completamente fisicizzato. In probabile analogia alla tripartizione gnostica, anche nella tradizione ebraica sussistono, come Guenon ci ricorda, tre diversi aspetti dell’uomo, definiti come Adam, Aish e Enosh: qui forse si potrebbe considerare Adam come l’Uomo universale e l’asse verticale che collega tutti i centri di tutti i diversi gradi dell’esistenza, mentre gli altri due – per i quali, a differenza di Adam, si può parlare più propriamente di aspetti prettamente “umani” e che, da un punto di vista “geometrico”, si pongono entrambi sul piano orizzontale – corrispondono rispettivamente all’uomo “intellettuale” e all’uomo “corporeo”. La tradizione ebraica, inoltre, menziona tre diverse spose di Adamo (nello specifico, Naamah, Hawwa e Lilith), forse in una qualche relazione con la menzionata suddivisione ternaria del maschio, dove una sposa si potrebbe ipotizzare corrispondere a ciò che nella tradizione indù è Prakriti in rapporto a Purusha (quindi con la coppia Prakriti-Purusha in analogia all’Uomo Universale), un’altra sposa potrebbe essere analoga all’insieme psico-fisico (manifestazione formale o individuale) in rapporto al maschio visto come elemento universale ed a-formale, ma tuttavia già manifestato del Principio, mentre infine l’ultima sposa potrebbe essere il lato corporeo in rapporto all’uomo visto ora come elemento sottile, interpretato nel suo aspetto essenziale. Di passata, notiamo anche come nel mito greco la primordiale femmina umana appaia invece come una figura unica, Pandora, che in quanto donna “prima” è stata avvicinata simultaneamente sia a Lilith che ad Eva, mentre invece per Adamo si è proposta un’analogia con l’entità, sdoppiata, costituita dai fratelli Prometeo – Epimeteo. Per terminare con questo primo punto, ricordiamo infine che la polarizzazione maschio-femmina è stata avvicinata, in ambito indù, alla polarizzazione dei gunas Sattwa / Rajas ed in corrispondenza all’enuclearsi, a partire dalla primordiale supercasta Hamsa, delle due caste successive Brahmana / Kshatriya; nella presente ottica della pluralizzazione dei significati, la specifica analogia proposta, per tale evento, con la polarizzazione dei gunas Sattwa / Rajas, potrebbe a nostro avviso collocarlo sul piano dell’Adamo inteso nel suo significato più alto – quello “pneumatico”, secondo la visione gnostica – anche se vi è naturalmente la possibilità di interpretare, come vedremo, la polarizzazione delle caste anche su di un piano sottostante.

 

Un secondo punto che abbiamo costantemente notato, e che potrebbe forse essere una conseguenza della pluralizzazione semantica e di livello descritta nella parte sopra, è stato quello di una frequente intercambiabilità di significato tra il concetto di maschile e di femminile. Partendo dall’alto per arrivare alla corporeità, possiamo dire che già per il termine “spirito” Evola ebbe a notare come questo spesso presentasse tratti non ben definiti, in quanto nel cristianesimo non sembra femminile quando sovrasta le acque (Antico Testamento) o quando feconda la Vergine, mentre invece in ebraico ed aramaico, inteso come come “ruach”, presenta genere femminile; anche nel termine greco per spirito vi è corrispondenza al prana indù nel senso di forza vitale, che quindi verrebbe più istintivo connotarlo anche qui in senso femminile. Sul livello animico (in questo caso, probabilmente collegabile al summenzionato Adamo psichico) Guenon significativamente segnalò, in termini generali, come esso possa assumere, a seconda del punto di vista dal quale lo si considera, gli attributi dell’essenza o quelli della sostanza, il che gli conferisce una parvenza di duplice natura; e, per tentare un’analogia, ricordiamo che ad esempio nei miti gnostici l’Adamo psichico viene chiamato, esso stesso, anche Eva o Afrodite. Anche nell’interpretazione di alcuni aspetti della tradizione indù possiamo incontrare casi di tale intercambiabilità maschio/femmina: ad esempio, nel mito delle due entità animiche simboleggiate dai due uccelli sull’albero, ovvero Jivatma, passiva e legata al corpo, ed Atma, attiva e distaccata, secondo Valsan esse sarebbero entrambe – quindi anche Jivatma – di sesso maschile, mentre invece in altri autori, come ad esempio Jakob Bohme (che sottolinea la virilità del fuoco e la femminilità dell’acqua) questa sembra essere considerata, direttamente o indirettamente, di sesso femminile in quanto acqueo-lunare. Ma l’evenienza di una tale intercambiabilità maschio/femmina sembra potersi applicare anche sul più basso livello materiale se, ad esempio, è vero che Enosh, l’uomo “corporeo” sopra ricordato nella tradizione ebraica, molto significativamente viene associato alla “Vita”, aspetto che normalmente si affianca, invece, ad Eva (che è “la Vivente”).  

 

 

 
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