Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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« EVA NORDATLANTICA ?I PIGMOIDI NEL MONDO »

LA LUNA E LILITH

 

Sappiamo che Atlante più tardi guiderà la fazione titanica nella guerra contro Zeus (il famoso episodio della titanomachia), ma per adesso ci basti soffermare la nostra attenzione sugli eventi relativi all’enuclearsi del centro nordoccidentale, probabilmente simboleggiato dal monte Otri che fa da contraltare al monte Olimpo (come abbiamo visto, dalle caratteristiche adamico-maschili, nordorientali e solari).

Nella memoria greca si sottolinea la sovranità che venne attribuita al titano Atlante, delle sette potenze planetarie, proprio su quella lunare. Ma anche a prescindere dalla figura specifica di Atlante, tra la Luna ed i Titani è stata notata una certa connessione generale, quale, ad esempio, il loro volto bianchissimo, “lunare”, quando nel mito ellenico dilaniano il fanciullo divino.

In termini generali, come ci ricorda Burckhardt, le forze lunari rappresentano l’elemento vitale più a contatto con il corpo (quello soprattutto “involontario” e legato ai meccanismi automatici del fisico, pertanto più “esistenziale” che “intellettuale”), relazionandosi quindi a potenze che, pur appartenendo alla manifestazione intermedia, si trovano ad interagire strettamente con il piano fisico; corporeità che peraltro, da un’opposta visuale, può anche essere vista come un magnete che richiama, ed in parte condiziona, le energie sottili più prossime.          

La luna, inoltre, viene tradizionalmente connessa all’elemento acqueo, come il sole a quello igneo: sembra quindi essere una diretta conseguenza di quanto avvenuto sul piano sottile e ricordato più sopra (cioè, la bipolarizzazione del mercurio e la nascita dell’albero orientale e di quello occidentale), l’analoga separazione che, come ricordato da Guenon, ora inizia a manifestarsi, anche a livello materiale, tra i due elementi Acqua e Fuoco che si dipartono dall’Aria. La corrispondenza di quest’ultima all’umanità primordiale ed unitaria di razza rossa, ci induce analogamente ad ipotizzare che, in rapporto ai due nuovi elementi venuti alla luce, adesso possano iniziare a specificarsi alcune caratteristiche razziali più precise, o almeno degli ambiti estesi entro i quali queste, da un livello embrionale, avranno modo più tardi di svilupparsi e di acquisire una certa predominanza (come vedemo in seguito). Oltretutto, da un punto di vista cosmologico, la nascita dell’elemento Acqua potrebbe, a nostro avviso, essere messa in relazione anche con il superamento dell’equatore terrestre da parte delle popolazioni più meridionali, per il fatto che ora, sul piano dei gunas, l’azione di Tamas inizia ad affiancarsi a quella di Rajas, che fino a quel momento era stata nettamente prevalente.      

La luna, inoltre, impersona la femmina anche e soprattutto nella sua mutevolezza, e ciò è attestato in varie aree del mondo (America, Pacifico, Asia meridionale, Mediterraneo, Africa) nell’idea che la stessa rappresenti un simbolo centrale del procedere, del divenire. Di ciò, la manifestazione più evidente è infatti il continuo alternarsi delle fasi lunari con il movimento incessante dalla Luna nera alla Luna piena: quindi un appalesarsi tangibile del fattore-tempo, cosa che peraltro si accompagna al contemporaneo ingresso in campo della figura di Kronos. Se la luna nera nel mito è notoriamente accostata a Lilith, d’altro lato sembra naturale porre Eva in relazione alla luna piena, fase che evidenzia uno stato, almeno iniziale, di accordo con Adamo, dal quale infatti riceve e riflette la luce solare nella sua misura massima; da qui la possibilità che le due donne possano apparire anche secondo una modalità che le sequenzia cronologicamente, elemento che probabilmente traspare quando si ricorda Lilith come prima moglie di Adamo, precedente ad Eva stessa. Peraltro ci pare interessante notare il fatto che, nella mitologia iranica, l’Uomo Primordiale Gayomart sposi proprio due regine dalle caratteristiche opposte, una Bianca ed una Nera; nel quadro di una possibile interpretazione plurima dei simboli tradizionali (già sottolineata in precedenza), a nostro avviso, tutto dipende dal significato che attribuiamo all’Uomo Primordiale, dal quale conseguirà quello da assegnare alla regina Bianca (Eva) ed alla regina Nera (Lilith).

In particolare quest’ultima potrà rappresentare, come abbiamo già visto, il concetto più ampio della corporeizzazione umana; ma, riteniamo, anche simboleggiare più specificatamente una sola sua parte, ovvero quella meridionale (fino ad arrivare, come vedremo, ad un particolare ramo di questa).        

In merito al significato “australe” di Lilith, infatti, ci sembrano piuttosto eloquenti alcuni accenni mitici, quali, ad esempio, l’accostamento che ne è stato fatto con la figura delle Arpie, le quali – dettaglio importante – nel corpus greco vengono cacciate proprio dai figli di Borea. Ma anche nella tradizione ebraica Lilith entra fin da subito in contrasto con Adamo, pronuncia il nome di Dio ed ottiene un paio d’ali con le quali vola via dall’Eden, dirigendosi verso le sponde del mar Rosso; altri punti del mito arrivano a porla fino nell'Africa nera. Un ulteriore elemento arabo-giudaico associa direttamente Lilith alla Regina di Saba, figura che peraltro, secondo alcune tradizioni, apparterrebbe alla stirpe dei “jinn”; è comunque notevole il fatto che la Regina di Saba spesso sia stata considerata proprio come un simbolo dell’estremo Sud e denominata “regina dell’Austro”. Inoltre, non ci sembra azzardato accostare Lilith anche alla figura dell’orsa nella misura in cui, in diversi miti, questa appare, nella sua versione feroce, come la trasformazione animalesca di una donna che un tempo aveva rifiutato il proprio ruolo respingendo tutti i pretendenti; il comportamento dell'orsa presenta delle notevoli analogie  con quello di Lilith, che nel mito giudaico non accetta il ruolo di subalternità nei confronti di Adamo, quasi a simboleggiare la ribellione di una primissima frangia di kshatriya verso la superiore autorità sacerdotale, venendo quindi allontanata dalla sede primordiale.

Riteniamo infine che la parte di umanità avvicinabile alla figura di Lilith possa anche essere accostata alla vicenda di Hefestos, il dio greco che fu cacciato dal cielo ma che viene considerato, pur essendo zoppo e deforme, anche civilizzatore dell’umanità, quasi a significare l’intervento di una primissima stratificazione culturale. Hefestos viene ritenuto dotato di poteri di carattere demiurgico e vari elementi vi evidenzierebbero tracce riconducenti ad arcaiche forme di sciamanesimo estatico; ma l’aspetto che ci sembra particolarmente significativo, è che il dio viene spesso indicato come nano, ed anche che alcune versioni del mito sembrano alludere alle sue deformità come causate proprio dalla caduta dall’Olimpo.

Questi ultimi punti potrebbero riferirsi, a nostro avviso, all’enuclearsi di quel particolare ramo dell’umanità genericamente definibile “equatoriale” ed anche, più specificatamente, al subentrare di caratteristiche fisiche di tipo “pigmoide”; caratteristiche le quali, come vedremo, da diversi antropologi vengono considerate della massima antichità tra le varie forme umane e che quindi potrebbero apparire coerenti proprio con quell’aspetto mitico nel quale sembra evidenziarsi una certa “anteriorità” di Lilith rispetto ad Eva.

 

 

 
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