Hyveta's Cronicle
sensazioni, tormenti e intrighi nel regno di Hyveta
IN DUE
Le vicende di Rachiel e quelle di Yora sono scirtte da due persone differenti.
Non esiste una vera trama, ne una scaletta da seguire, tutto quello che riguarda il futuro dei due protagonisti viene improvvisato sul momento, come in un GdR.
Ogni post di Rachiel, come ogni post di Yora ha un tag, se si vogliono leggere le storie solo dell' uno o dell'altro personaggio basta cliccare sul tag.
I tag Rachiel, Yora insieme indicano che in quel post appaiono entrambe i personaggi contemporaneamente.
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Dal Diario di Yora RakimGiorno 4 - Gibbosa crescente La Terra del Fuoco...Morroc- 2° giorno di viaggio. Parte II
<<Yora fidati di me. Non manca molto all'arrivo.> Mi voltai per guardarlo ma la mia espressione di sconforto non cambiò nel sentire quelle parole. Sta volta sorrisi anche se, non c'era niente di divertente in quello che aveva appena detto. Dovevo essere preoccupata per la reazione di Azuky quando arrivato a palazzo non vi avrebbe trovata. Un senso di paura m'invase pensando a mio padre. Era lui la mia unica preoccupazione. Non aveva neanche voluto che lo salutassi prima di partire, delle volte non lo capivo proprio, mi sembrava un perfetto estraneo. Portai di nuovo lo sguardo sulla distesa di sabbia rossa ed ero troppo presa dai miei pensieri per vederla veramente. <E' stata tutto questo tempo a guardare fuori e a romperci con le sue lamentele e adesso che siamo vicini alle mura neanche se nè accorta perchè è persa in chissà quali pensieri> Sentii la risata del saggio unita a quella di Yakim. Non dissi nulla.
<<Niente d'interessante. La solita prassi. Voleva sapere da dove venivamo e ci ha hem...mi ha illuminato ricordandomi le leggi del posto. Mi ha anche detto che se siamo venuti qui per portare guai verremo puniti secondo le loro leggi.>> Feci spallucce e dissi <<Bhe non siamo portatori di guai>> La carrozza si fermò di nuovo ma, questa volta davanti a una locanda. Sull'insegna di legno c'era scritto il nome nella lingua sconosciuta. Yoahn aveva notato cosa stavo guardando e rispose al mio quesito silenzioso. <<Si chiama la Locanda del Sol Proibito.>> Mi guardai un pò intorno per osservare il posto. La gente ci guardava in modo curioso e non potevo biasimarli. Loro rispetto a noi erano scurissimi e anche la mia pelle, che aveva un colore dorato vicino a loro sminuiva sembrando completamente bianca. Le case di Morroc non erano molto alte ed erano fatte con dei mattoni gialli e marroni. La combinazione di quei colori era dovuta al fatto che, probabilmente un tempo erano marroni e poi si erano schiariti col passare delle Lune. A Morroc, c'erano molte stradine e due starde principali una che andava da sud verso nord e l'altra andava da est verso ovest e s'incrociavano formando un incrocio, le uscite o le entrate qual si voglia erano 4. Una da dove eravamo venuti...da sud e le altre tre si trovavano rispettivamente a nord, est ed ovest. <Yora, Yohan ha detto che noi due abbiamo le nostre stanze.> Mi porse una chiave <Questa è la tua. Sono vicine. Vieni, ti faccio vedere>. Yakim girò a destra e sali una scala a chiocciola stretta di color avorio. Arivammo subito al nostro piano perchè, c'era solo quello. I pavimenti, erano di marmo bianco lucido ma, si vedevano dei granelli si sabbia rossa che brillavano sotto la luce ormai debole del sole che entrava dalle grandi finestre. Non c'era un filo d'aria. Sui muri del corridoio c'erano disegni astratti particolari. Arivammo alle nostre porte e Yakim disse: <Questa è la tua.> indicò la prima <E questa è la mia> sorrise entusiasta.<Sono contenta di essere partita. Mi piace questo posto.> Sorrisi a mia volta. <Si Yakim concordo con te. Anche a me piace molto qui.> Aprii la porta della mia camera e prima di chiudere la porta sentii Yakim che mi diceva: <Se vogliamo mangiare possiamo andare quando ci pare...> <Ok.> chiusi la porta pensando che la prima cosa che avrei fatto erano una bella doccia. Cercai il mio baule e lo trovai ai piedi di un grande letto a baldacchino che si trovava vicino alla finestra tutta aperta che dava su un balcone da dove si poteva vedere tutta la città. Era davvero meraviglioso. Uscii in terrazza e mi poggiai al parapetto. Tutto intorno era silenzioso... metteva quasi paura. Y.R. |
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il 06/02/2009 alle 13:34
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