I_cani_senza_Pavlov
Una delle servitù umane più perniciose è quella di dover fare regali ai sacerdoti
"mie" massime:
Nessuno ha il diritto di obbedire.
"Alla mia età si crede più al colpo della strega che al colpo di fulmine."
Rat-man (Leo Ortolani) E comunque:
Non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove deve andare...
« A rrovello! | Non ci posso credere! » |
Arrivano alla spicciolata, la sera, quando la città pare addormentata e la vita scorre al rallentatore: una piazza, un porticato sufficientemente ampio, oppure una via pedonale, voilà! Ecco che dalle borse spuntano le scarpe da ballo con il tacco e il cinturino alla caviglia, e quando le sensuali note del tango argentino iniziano a diffondersi nell'aria, il popolo del "tango illegal" è pronto a mettere in scena un'estemporanea milonga urbana. Non un'esibizione per sfoggiare passi e virtuosismi, bensì, per il puro piacere di tuffarsi nella danza della seduzione, al di fuori dai canoni delle sale da ballo, e dalle regole del cerimoniale delle milonghe classiche. Una su tutte, poter ballare solo se invitate dall'uomo, e di conseguenza rischiare di fare tappezzeria. Poiché, ciò che conta per la tribù dell'illegal, non è primeggiare a suon di molinetes, volgadas, ocho adelante e sacadas, quanto, condividere la filosofia del tango. E difatti, è un movimento aperto a tutti: principianti, milongueri di lungo corso, studenti, casalinghe, professionisti, amici e curiosi. La notte della passione tanguera si accende con il passaparola virtuale - in Italia il primo gruppo è nato a Milano tre anni fa, e a una delle serate a far volteggiare i ballerini in piazza Affari, c'erano niente meno che i Gotam Project in carne e ossa - via sms, oppure con un clic sul gruppo di facebook cittadino. Del resto, bastano uno stereo appoggiato a terra e una superficie sufficientemente lucida, come il pavimento di marmo dei portici, per permettere alle señoritas di strusciare i tacchi al suolo, strette nell'abbraccio dei loro cavalieri. Oltre, va da sé, l'essere irrimediabilmente contagiati dalla febbre del tango, come spiegano le anime danzerine che hanno aperto l'avenida del tango metropolitano. Una festa danzante avvolta da un alone di carbonaresca clandestinità - fino all'ultimo momento, infatti, la location e l'ora sono top secret - poiché, nonostante sia pacifica, è ben sempre occupazione di suolo pubblico, e i cui gruppi cittadini contano già migliaia di iscritti. «È un momento di condivisione per ballare in libertà e assaporare il piacere di farlo sotto le stelle. Che però non è in concorrenza con le attività delle scuole o le serate nei locali. Sono due cose diverse: tra gli iscritti, difatti, ci sono molti maestri, e la maggior parte di noi frequenta corsi di tango», tengono a precisare i portavoce degli "illegales". E che le persone siano sensibili all'appeal del ballo dell'anima, lo dimostra il fatto che se l'exploit d'esordio ha visto in piazza (...) circa una quindicina di tangueri, al terzo appuntamento erano già oltre un centinaio. Un popolo notturno di appassionati destinato a crescere, complice anche il brivido di “rompere le regole”. «Non occorre certo esibire passi complicati, e nemmeno un abbigliamento particolare infatti, c'è chi si presenta con le calzature ad hoc, e chi invece in scarpe da ginnastica, jeans e t-shirt». «L'importante é essere affetti da una buona dose di tanghite». Per contatti e informazioni, chiedere l'iscrizione al gruppo "tango illegales" locale. El tango illegal! Manifestazione non autorizzata, schiamazzi notturni, assembramento e indebita occupazione di suolo pubblico. Questi i “reati”. I “colpevoli” decine di ballerini che, complice un tamtam via internet o tramite sms, s’incontrano in un luogo stabilito nel centro della città, fanno partire la musica e iniziano a volteggiare sulle note del famigerato “pensiero triste che si balla”, mentre la gente tutt’intorno si ferma a guardare incuriosita. Tango, signori. Per la precisione: tango illegal. E’ così che è andata anche giovedì sera, dopo le 20, all’ultimo topolino, trasformato in “milonga” a cielo aperto dai membri del gruppo Tango Illegales locale. Le donne infilano i tacchi e si mettono ad attendere ai bordi, gli uomini le invitano con un cenno della testa e subito prende vita l’abbraccio di corpi che durerà solo fino alla fine dell’aria argentina: è obbligatorio il cambio di partner per la successiva danza e via così in un intreccio di corpi e di passi eleganti, sensuali e perfettamente sincronizzati. Quest’esperienza riporta in Tango in strada, suo luogo di origine. Ma in modo... illegale! Un’illegalità che non ha nulla di negativo: «Il tango è amore, è passione e si balla dove capita di ballarlo. Questi appuntamenti “a sorpresa” sono un’occasione divertente, sopra le righe, per far conoscere la disciplina». Nel giro di pochi minuti i tangueri presenti sono una cinquantina, sedici le coppie danzanti all’unisono. Un osservatore esterno non può che provare stupore e ammirazione. Ma chi è il deus ex machina di tutto ciò? «Siamo illegali, no? Non si fanno nomi. A parte gli scherzi, la verità è che non importa da chi l’idea abbia preso forma ma la partecipazione di tutti, la spontaneità, la condivisione di questa meravigliosa esperienza». Il cielo minaccia pioggia eppure nessuno pensa ad abbandonare la milonga, anzi. Il problema di come diffondere la musica in modo da essere sufficientemente udibile è stato risolto grazie ad un vecchio cassettone contenente la batteria di un’automobile, un’autoradio e quattro altoparlanti, con un’autonomia di due ore. Testi e foto dei rispettivi autori (mi venisse un colpo se so chi sono...!)
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