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La settimana belairiana 5-8 maggio

Post n°94 pubblicato il 08 Maggio 2009 da i_Will
 

E’ nata una stella Will non scherzava alla fine della precedente stagione: la sua intenzione era davvero quella di restare a Filadelfia, e infatti non perde tempo a trovarsi un nuovo lavoro alla Casa della Bistecca. Poi, a un certo punto, irrompe nel locale un uomo misterioso in giacca e cravatta: è un agente della Nbc - Star Retrieval Unit incaricato di recuperarlo per riportarlo a forza… a casa Banks (nel contratto c’è scritto “Principe di Bel Air, mica di Filadelfia”!). In cuor suo, immaginiamo, continua a mandare a quel paese la casa e il parentado di Bel Air mentre sfoglia svogliatamente una rivista spaparanzato sul divano del salotto; in quella arriva Jazz, che al momentovaga sotto i ponti, perché Joanne lo ha cacciato di casa (e così comincia a capire la durezza della vita matrimoniale!) L’Amicone gli dà il bentornato informandosi subito se, come nella quarta stagione, ci siano dei “cambiamenti di persona” riguardo al ruolo della signora Banks. E non ce ne sono, lo rassicura… il nuovo Nicky, cresciuto veramente in fretta rispetto a qualche mese fa (a buon spettator poche parole, è il messaggio facciale di Will).

Anche zio Phil è sempre lui, ci mancherebbe, ma qualche novità in serbo ce l’ha: è diventato titolare i un negozio di dischi in centro. Già il nipote si vede come co-gestore al 50% e ha un sacco di idee vincenti per far decollare il business, tipo trattare anche film pornografici: ma quando sente Ashley cantare per gioco, in una di quelle postazioni per l’ascolto di prova munite di cuffie, Will fa la stessa faccia di quando ha intuito di poter combinare tra Burton e Hilary: è folgorazione affaristica immediata! Da quel momento, con o senza il permesso dello zio, è tutto un prodigarsi a costruire le fortune discografiche di Ashley e del suo hit, Make up your mind, che il Principe ha già provveduto a registrare su nastro. Come Cleopatra si presentò a Cesare avvolta in un tappeto, così il Nostro si presenta al produttore dei produttori, Gordy Barry, “confezionato” in un parallelepipedo di cartone: ma prima che il divo Gordy si accorga di lui e della cuginetta, sarà necessario escogitare la willardata, impossessarsi con l’inganno della consolle radiofonica di Johnny C. e trasmettere a ruota continua per circa mezza gornata, con tanto di richieste telefoniche simulate, il pezzo di Ashley. Il miniconcerto al Peacock, arricchito dalla cornice dance della Strana coppia, che viene solo leggermente turbata dall’incursione di zio Phil il Castigatore, è già una consacrazione: mr. Barry è tra il pubblico presente in sala, e, al termine dell’esibizione (ma in playback), è già pronto a farle firmare l’ingaggio: e il bello è che mr. Banks non può neppure opporsi, di fronte agli occhioni della sua piccola.

Will naturalmente è a fianco della nuova star come personal manager, e Carlton viene arruolato in corsa come amministratore dei guadagni: ma il sentirsi troppo importanti come talent scout può dare alla testa (senza dire che Will un po’ pazzerello di suo lo è già), e così una proposta di tour troppo arzigogolata in giro per i quattro angoli degli States, accompagnata da uno sdegnoso rifiuto del videoclip programmato dal Divo Gordy, gli fa perdere la poltrona (in un ufficio abbastanza simile a quello del dirigente de Il portafortuna, non trovate?), che passa a un uomo di fiducia del Divo, Jerry Di Carlo. E l’accordo per il passaggio di Ashley dalle cure manageriali di Will a quelle di Di Carlo è combinato a casa dello zio, all’insaputa del Principe: per lui l‘affronto è oltremodo bruciante, erciò lascia nuovamente la casa di Bel Air per trovare alloggio in una pensione che è giusto un filo meglio di quelle frequentate dall’Amicone. Ci tornerà di lì a un mesetto (l’affitto scaduto lo impone) per scoprire che nel frattempo anche Ashley è stata colta dalle vertigini da troppo successo, tanto da aver retrocesso Carlton a servitore-facchino, d deprezzare l’invito di Hilary al suo talk-show (ma era stato Will, in realtà, all’epoca della sua gestione manageriale, ad avere l’idea di questa trasmissione speciale, in cui Ashley avrebbe rappresentato la star del futuro in contrapposizione a quella del presente, Withney Houston, e a quella del pasato, Rhetta Hughes), e da non degnare neanche più di uno sguardo il cuginone, squallido “manager da quattro soldi”. Ti faccio vedere io, quanto valgono quei quattro soldi; dopotutto, il suo posto al Peacock Will ce l’ha ancora, e lo usa per rilanciarsi come impresario musicale: bandisce una selezione per aspiranti star, ma sfortunatamente l’unica anti-Ashley degna di essere scritturata è una scoperta di Jazz, che il fratello di elezione gli presenta giusto per fargli vedere quanto sia bravo nel fargli concorrenza come talent hunter. Bè, che ti lamenti? Ti resta pur sempre il 15% garantitoti dall’accordo verbale che a suo tempo avevi preso con Ashley, gli spiega un Carlton appena licenziato dalla sorella-despota, perché colpevole di fare la cresta, e riparato qui, dove un tempo era addirittura il direttore. In effetti questo aspetto contrattuale Wil non lo aveva considerato: e si precipita al negozio dello zio (nonostante la sua “statura”, Ashley aveva degnato la “bottega paterna” dell’onore di lanciare la distribuzione del suo album), deciso a riscuotere la sua legittima parte di guadagno sotto forma di cd gratuiti (nel suo paniere erano già finiti, tra gli altri, Bon Jovi e Prince in concerto), o sotto qualsiasi altra. Ma il 15% di nulla è nulla, gli tuona lo zio: davanti ai suoi occhi c’è un’Ashley malinconicamente seduta, la testa bassa, al tavolino dove sono ammucchiate le colonne dei suoi cd invenduti. Tutta colpa della strategia di Di Carlo: inflazionandola radiofonicamente aveva stancato il suo pubblico. E se fosse rimasto Will il suo manager, come sarebbe finita? Bè, quel che è certo è che come cugino, nonostante tutto, non gli farà mancare, in giardino, la richiesta di farsi autografare la sua copia dell’album (non gli è stato neppure difficile procurarselo, non è certo andato a ruba!). Vedrai che un giorno sfonderai anche tu come Madonna: profezia fin troppo facile per uno come il Nostro che sa bene che Ashley, in quanto Tatyana M. Ali, era già abbastanza nota a quei tempi come cantante. Maquel che conta davvero è che Ashley sia tornato la cara vecchia Ashley di sempre, e gli si stringe in un abbraccio; poi da dietro un cespuglio spunta quell’incorreggibile compagnone di Carlton, e l’abbraccio diventa triplo.

Will fiuta l'affare

Una balena per Nicky E’la festa del bambino e Nicky è di fronte a un bivio: andare con Carlton al centro commerciale o in spiaggia col cuginone, a “puntare le belle pupe”? La scelta cade su quest’ultima opzione, specie se Carlton si trova impossibilitato ad uscire dall’armadio della dependance perché qualcuno ce lo ha chiuso dentro…

Ma basta pronunciare il nome di Dougie, il suo idolo, perché Nicky cambi i suoi programmi all’istante: per non perdersi un minuto degli spettacoli del suo amato pupazzo-balena rinuncerebbe a qualsiasi altro divertimento, e adesso ha una gran voglia di fiondarsi al teatrino del centro commerciale. Anche in questo  scenario Will riesce a spuntarla su Carlton, e ottiene di accompagnarlo lui, Nicky, a vedere il suo beniamino (ma ci sarà anche il cugino più grande, dal momento che, nonostante la sua età, è uno dei fan della prima ora della balena rosa).Ora, far gustare troppo presto ad un maschietto la bellezza femminile in tutta la sua naturalità sarà anche diseducativo, ma lo è altrettanto fargli assistere ad una performance del suo eroe che non ha proprio più voglia di ripetere il solito stucchevole numero canoro di sempre: colpa, è ovvio, non di Dougie in quanto personaggio-icona, ma di chi si cela dentro il suo costume. E pensare che in platea non mancherebbero le persone capaci di sostituirlo più che degnamente, pensiamo, tanto per restare in famiglia, allo stesso Carlton, già mascotte titolare dei Pavoncelli (ma lo è ancora?), o anche a Will, vice-gallinaccio per una puntata. Invece a calcare il palco c’è un Dougie depresso, irritabile, infastidito persino dallo stridore delle casse dietro le quinte: se i bambini assiepati ai piedi della ribalta avessero anche semplicemente sospettato che il Principe aveva fatto il suo blitz dietro il sipario per dire due paroline, da mammifero a cetaceo, alla star canterina per convincerla a ritrovare la giocosità tipica del suo personaggio (o quantomeno a continuare lo show), avrebbero solo potuto inneggiare al paladino del loro diritto ad ammirare il Dougie che vogliono. Ma c’è una colluttazione, e il sipario si squarcia proprio nel momento in cui Will tira un pugno in faccia alla sua balena preferita. Hai picchiato Dougie, non ti voglio più bene, esclama Nicky trattenendo a stento le lacrime, e fugge via. Di lì a qualche istante il resto del verde pubblico si avventa sul Nostro, e per poco non lo lincia. Adesso Nicky schiva la presenza di Will “il cattivo”, ma la cosa più grave è che ha perso anche ogni entusiasmo per Dougie; peggio, rifiutando la compagnia del cugino-mostro, si è avvicinato pericolosamente a Carlton, finendo addirittura per copiarne l’abbigliamento (ma un po’ di nostalgia per i vecchi tempi c’è, però). L’ultima carta di Will per riconquistare l’affetto del cuginetto è a questo punto quella di giocare in anticipo sui tempi, e rivelargli, prima che lo capisca da solo, che Dougie… non esiste, e che al teatrino non ha picchiato lui, ma l’uomo che gli dà corpo e voce. E’ la cosa più giusta e onesta da fare, pensa, così gli risparmiamo i dolori dei successivi traumi da distacco dai fanta-idoli, Babbo Natale, topo del dente e compagnia. Ma Nicky, per quanto sia ormai un fan disamorato, non per questo è disposto a credere che non ci fosse niente di reale nel suo primo vero grande “amico”. E poi, siamo proprio sicuri che Babbo Natale non esista, se in una sera stellata potrebbe addirittura aspettarti nella dependance, con tanto di gnomi al seguito (più una procace miss Christmas), per convincerti del contrario? E’ proprio vero che la magia del Natale dura tutto l’anno: basta il semplice passaggio di quell’eterno vecchietto perché Nicky si riconcili con Will, ma il cuore di quest’ultimo è pieno di gioia anche e soprattutto per un altro motivo: se Babbo Natale esiste, come ha potuto appurare, allora da qualche parte esisterà sicuramente anche Shaft. Che sospirone di sollievo, rimuovere il dubbio insinuatogli da Ashley in forza della coerenza maggiorenne, e poter pensare che lui, Babbo Natale e il topo del dente magari si frequentino anche, abitualmente…

Intanto Hilary vuole farla pagare all’anchorwoman sua rivale, Lisa Gibbons, per l’ingiusta “defenestrazione” automobilistica che le ha riservato. E va a ripetizione dal Will ragazzo di vita filadelfiano (“Willy è molto maturato, ma in fondo all’animo resta un delinquente”): bè, di sicuro la stoffa non le mancherebbe, se solo non si perdesse nei particolari. Comunque Hilary, che è pur sempre una celebrità, è destinata a far notizia: tanto più se, per rovinare l’auto di Lisa, usa la patata in funzione della chiave e viceversa!

-Sai qual è il suo problema,

zio? Si sente troppo importante!

Se fosse stato un altro, con un trenino

avremmo già fatto pace!

La sfida Carlton che soffia la ragazza a Will! Era già successo in occasioni assolutamente eccezionali (ricordiamo Il principe e la cameriera), ma quel che è straordinario, stavolta, è che lo stile carltoniano, tutto il contrario del machismo brillante caro al nostro Will, ha fatto breccia nel cuore di una tipa che era “cosa del Principe” e per la quale, in realtà, il cuginastro non era neppure in competizione con lui! E pensare che era stato proprio il Nostro a volere Carlton al suo fianco, valutando che, per dare l’assalto probabilmente decisivo alla “difficile” Valerie Johnson, che aveva preferito uscire con la cugina Carol piuttosto che accettare la sua ennesima proposta di appuntamento, la mossa giusta sarebbe stata organizzare un appuntamento a quattro, e, dato il forfait “obbligato” di Jazz (soliti problemi con la giustizia, ma è anche che da quando ha sposato Joanne si sente cambiato), meglio chiudere il “chiasma” perfetto (due cugini per due cugine) col coinvolgimento del signorino-birillo. Serata alla dependance, allora: lei, Valerie, è splendente come una miss America (o, se si vuole, come una versione femminile di capitan America), la cugina invece è una Grace Jones in erba. Vabbè che Babbo Natale era passato dalla coabitazione di Will & Carlton solo una puntata fa, ma è mai possibile un miracolo così miracolo da rendere l’Antiseduttore per eccellenza un Casanova che sa rendersi irresistibile con i suoi  cartoon strappalacrime e le raccomandazioni materne sull’opportunità di non fumare? Non c’è dubbio, questa è davvero la notte di Carlton: non solo è quasi riuscito ad ammorbidire quella Venere mascolina di una Carol (e se si fosse fiondato in giardino a condividere la sua sigaretta “salutista” magari avrebbe anche potuto non limitarsi a guardare), ma il suo trasporto così tenero, così romantico, di fronte alla vicenda di un cerbiatto indifeso, lo fa riuscire laddove Will aveva sorprendentemente fallito in più di un’occasione. Bingo, e sotto gli occhi del cugino-rivale! Will love machine ferito nell’onore: è guerra aperta, ormai, a suon di tiri mancini che hanno il loro culmine nella colla a presa rapida sciolta nel gel di Carlton, condannato, così, con quelle mani attaccate alla testa, a sembrare un telamone che parla e cammina. Neanche così, però, il Principe delle donne detronizzato si ritiene soddisfatto: se soltanto ne avesse l’occasione, anzi, abbatterebbe quel coniglio a suon di montanti (e meno male che non ha accettato l’offerta di Geoffrey per un’eliminazione “professionale”: ma che amici frequenta il pinguino?), ma poi è lui a soccombere per un colpo basso. Provvidenziale, però, perché nello stato di incoscienza conseguente al colpo ricevuto, Will torna ad essere illuminato dal dono della preveggenza, con una visione onirica che lo ammonisce sui tristi, possibili sviluppi futuri di una situazione di guerra fratricida portata avanti fino al gerontocomio. Visione magari influenzata, in qualche misura, dalla parabola snocciolata qualche giorno prima dallo zio, seduto sul divano in mezzo ai due, mentre stava per addentare la sua coscia di pollo.

Intanto Ashley ha appena preso il foglio rosa: che abbia ora l’accortezza di sfuggire alle lezioni di guida dell’apprensivissimo paparino!

“Cosa diavolo stai facendo?”: Edoardo Nevola fa apostrofare Carlton da Will con un omaggio alla tipica intonazione arnoldiana.

 

 

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