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La settimana belairiana 27 aprile-1 maggio

Post n°92 pubblicato il 01 Maggio 2009 da i_Will
 

Per amore di LisaC’è solo lei nella mia mente, canta un Will innamoratissimo della sua nuova fidanzata, Lisa. E per il fine settimana un programmino deluxe: lui e lei in un albergo a Palm Springs. Fai pure le tue porcheriole con Lisa, cuginicchio: io me ne vado a teatro a vedere i Jefferson, dice Carlton, con cena assieme agli attori e autografo compresi nel biglietto. Anche zio Phil ha qualche progetto per il weekend: un viaggio alle Bahamas, per diventare un campione di lingo,anche se dovrà impegnarsi molto per acquisire la flessibilità necessaria ad affrontare la stecca. Vallo a prevedere, però, che, senza volerlo, il Principe avrebbe guastato i piani a tutti, dopo che anche i suoi erano stati mandati a monte dall’invadenza del padre della sua amata. Voce profonda da James Earl Jones (è la prima cosa che Will nota), temperamento da sergente di ferro, e, la cosa più terribile, pilota provetto di aereo, mr. Adams è il primo papà possessivo che si pone sulla strada di Willy il Conquistatore (nella stagione seguente, con un’altra Lisa che sarà ben più importante nel suo cuore, un altro genitore impossibile gli si parerà davanti, e ne vedremo delle belle…). Non pensi, il Nostro, che il papà-sergente non abbia subito captato le sue reali intenzioni nei confronti di Lisa; e dunque che fretta c’è di farsi accordare il permesso per trascorrere il weekend da solo con lei? Prima, se è un vero uomo e soprattutto un pretendente degno della figlia, almeno per i suoi parametri, accetti la prova del viaggio in aereo con lui, probabilmente quella che in passato ha abbattuto, sicuramente nelle motivazioni se non proprio fisicamente, intere schiere di altri adoratori. Missione compiuta: se non fosse già morto a bordo dell’apparecchio, per infarto o per una congestione allo stomaco, certamente si sarebbe sfracellato al suolo cadendo con esso: anche la mossa di lasciare l’aereo in avaria mentre è in volo, e abbandonarlo col povero fidanzato di turno dentro, è classica del repertorio del mefistofele paterno. Ma non ha fatto i conti con Will il fortunato: di riffe o di raffe, quel paracadute riesce ad aprirlo, ed atterra proprio nella stessa radura dove aveva già toccato suolo il suo attentatore. Peccato che il “suocero nolente” non abbia più la forza di finirlo a suon di pugni, a quel punto: l’unica cosa da fare, ora, è stipulare una tregua armata, con le ombre della sera e i coyote che incombono. Per il Principe, inutile dirlo, l’unico pensiero è trovare una via di fuga: grazie al cielo anche un generale dei marines fatto papà come mr. a una certa ora della sera si irromantichisce con i suoi vecchi motivi blues: e allora perché non approfittarne per allontanarsi con un pretesto qualsiasi, tipo andare a raccogliere altralegna per la notte? Via libera: e con il suo filo di Arianna incorporato, non gli ci vuole molto ad arrivare alla stazione dei rangers dove nel frattempo zio e cugini, oltre a Lisa, si erano precipitati per chiedere informazioni. Un’esperienza fantastica, amore, che ha addirittura migliorato tuo papà: e ovviamente abbiamo legato tantissimo. Ma se è così, chiede Lisa, perché non è qui con te? Ho cercato di convincerlo a tornare con me, ma non ho avuto cuore di staccarlo da quell’armonia con la natura in cui l’ho lasciato immerso. E’ un duro, lo sai ma non ti preoccupare, comunque: riguardo al nostro viaggio a Palm Springs è ultraconsenziente.

Sarà, ma non si ha notizia di altri weekend passati insieme da Lisa e Will dopo quello…

 

Riuscirà il nostro intrepido eroe

a non precipitare?

Terremoto in casa Banks – Ricordate l’episodio Terremoto sentimentale che apre la stagione 2? Allora si era trattato di un evento tellurico in senso geologico e in senso spirituale, comunque un momento di crescita interiore per tutta la famiglia Banks; qui, invece, a distanza di due stagioni, il terremoto è più che altro una “coda di assestamento” del passato sentimentale di Phil, ma provoca più di un “tremito” anche al nipote. Ti è mai capitato di volere ardentemente una donna e di non riuscire ad averla? No, risponde in tutta sincerità Will allo zio. E ne ha ben donde: non piace solo alle ragazze, ma persino alle loro madri (o comunque riesce a far colpo anche sulle donne più maturotte, vedi)! Bè, la madre in questione è una vecchia fiamma di Phil, Janice Robinson, giornalista: non che lei abbia mai ricambiato la sua passione, ma certo per lui ha rappresentato una stagione importante del suo cuore, e lo testimonia il fatto che lui, che ha archiviato sempre tutto dei suoi anni studenteschi (più in là lo vedremo rispolverare persino una merendina “d’epoca”), qualche foto sua l’ha messa da parte. Un sogno proibito, dunque, ma mai del tutto riposto, e questoVivian, suo malgrado, lo fiuta fin dall’inizio: adesso la sorte gli presenta l’occasione di ritrovarla, e di poterla ospitare addirittura a casa sua. Lei donna indipendente, disinibita, refrattaria ai legami durevoli, piomba a Bel Air con la figlia al seguito, la bellissima Wendy, per un articolo dedicato proprio a quel famoso terremoto di inizio seconda stagione: ma che sia in realtà tutta una tattica di copertura, in cui rientrano, certo, anche le (false) lusinghe con cui tenta di circuire un Phil sempre pronto a farsi tentare dall’antica fiamma, per puntare segretamente a Will, che gli era piaciuto fin dal primo momento? Il giovanotto aveva già fatto bingo con la fascinosa figlia diciottenne, che aveva portato fuori a ballare dopo aver vinto una gara di corteggiamento a tavola con Carlton, riedizione più “sedentaria” di quella memorabile di Il principe e la cameriera. Ma dopo che la riaccompagna in albergo, di fronte al Principe si apre un pericolodo bivio: tornarsene a casa, contento della possibilità di continuare la sua storia con Wendy, o accettare l’invito della sirena-Janice nella sua stanza, proprio a fianco a quella della figlia? Will è ora un povero Ulisse stretto tra Scilla e Cariddi, ma non ha neppure una nave al cui albero maestro legarsi: non fa in tempo a svoltare l’angolo, che si trova già risucchiato nel talamo della vogliosa madre. Qualche domanda “in privato” sul famoso terremoto, poi le foto con la figlia a Saint Tropez sfoderate dal comodino, e avanti di questo passo con l’atmosfera che si fasempre più “invitante”: e Will, alla fine… si concede. Bè, non sappiamo se il Will appena sbarcato a Bel Air da Philadelphia sarebbe già stato capace di farsi madre e figlia in solo colpo, ma certo al barbecue del giorno successivo gli sarà senz’altro servito ricordarsi della “faccia di bronzo” di allora. Per Phil e Vivian iniziano le frizioni coniugali, che ritroveremo fra due stagioni in Il difficile è lasciarsi. Per il momento lui se la “cava” con qualche notte in giardino e poi sul divano del salotto.

-Se una donna va a rinfrescarsi e quando

torna si presenta in abiti un pò più comodi,

di solito vuol dire che... che... voleva sentirsi

un pò più comoda. E sinceramente mi sento

un pò scomodo di fronte a un tale livello

di comodità!

Cicogna in arrivo – Jazz aveva promesso a Will che avrebbe riempito la sua casa di tanti piccoli Smithy, ma certo non gli aveva spiegato che il primo avrebbe dovuto farglielo proprio lui! Jazz e Joanne, i due sposi novelli, vorrebbero tanto avere un bambino: ma l’Amicone-marito evidentemente non si è ancora ripreso dall’emozione del matrimonio, cosicché, lamenta la povera consorte, “i suoi soldatini non marciano”. E chi è l’amico più adatto a cui rivolgersi per la “proposta indecente”, donare un po’ di spermatozoi per salvare la loro felicità coniugale? Ma a Will, naturalmente. Oddio, lui aveva pensato a roba tipo un videoregistratore o qualcosa per la casa: e però, come dire di no al suo compagno di tante avventure, praticamente suo fratello elettivo, e soprattutto, alla commovente insistenza di Joanne. E così, con tutti gli imbarazzi del caso, Will-mr. disponibilità si reca nella clinica della fertilità che gli è stata indicata per questo tipo di operazioni. Ma alla mancanza di convinzione che, ad essere sinceri, aveva avuto sin dall’inizio, si assomma all’ultimo momento una delle sue valutazioni preveggenti: va bene aiutare, per un problema così delicato, un amico per la pelle, ma se con i suoi spermatozoi gli regalasse un futuro campione di basket, perché mai dovrebbe dargli la possibilità di inorgoglirsi per un figlio di cui, in realtà, non ha avuto nessun merito? Eppure quando, sul palco della premiazione, il futuro Michael “Will” Jordan vorrà accanto a sé suo papà, chiamerà, per un’assurda ironia della sorte, proprio quell’uomo che geneticamente non c’entra niente con lui. Uno scenario tragico, triste, squallido; patetico. Niente da fare: Will raggiunge Joanne e Jazz al tavolo che i due avevano già prenotato per festeggiare la sua preziosa “collaborazione”, pronto a rivelare, senza troppi giri di parole, che… proprio non se l’è sentita, ma in realtà sono loro due a dover dire qualcosa di importante a lui: ce l’hanno fatta, hanno trovato l’intesa giusta, per cui…fiocco azzurro, o rosa, si vedrà. Guarda un po’: è stato proprio il suo gesto così nobile a dar loro la giusta carica. Se le cose stanno così, non vale la pena rovinarsi la “reputazione” rivelando quello che realmente ha combinato nella sala delle provette. Ma attenzione comunque, Will, a liberare con troppo entusiasmo la tua doppia gioia, adesso che al tavolo sei pure rimasto da solo; in sala c’è qualcuno che era con te nella clinica, per il tuo stesso motivo, e con cui hai pure parlato: e già, l’uomo che ti sta servendo è proprio lui, il “paladino dell’amore”, il “cavaliere dell’inseminazione”!

Per una curiosa combinazione del calendario in quel periodo cade proprio la festa della mamma: Phil esorta i figli a non delegare, come al solito, la scelta del regalo a Geoffrey, ma a provvedere essi stessi a fare degli acquisti. Peccato, però, che nella raccomandazione non includa anche sé stesso: a che gli serve, infatti, passare da una mezza dozzina a una dozzina di rose, se poi eve farsi precedere dal maggiordomo nel rispondere ai ringraziamenti di Vivian? E così, grazie alla strategica intempestività del suo pinguino, il signor giudice è costetto a scontare altre notti sul divano, come se non gli siano bastate quelle a cui era già stato condannato per il troppo entusiasmo dimostrato nei confronti di Janice. Sul fronte filiale, invece, il regalo più originale è certamente quello di Hilary, magari un filino autocelebrativo: una videocassetta che racconta, con immagini e musica, il “più grande successo” di Vivian. C’è bisogno di specificare il soggetto?

 

 

-Ti ricordo forse le Nazioni Unite?

Indovina chi torna a casa? – Prima d’ora nessuno aveva mai visto il padre di Will, nessun Freshfriend sapeva che aspetto avesse o che lavoro facesse. Eccolo qui, finalmente, Lou, tornato da chissà dove dopo un’assenza imperdonabile di anni, troppi anni (praticamente Will non lo vede dall’infanzia): al momento fa il camionista, e, non si sa come, adesso gli è venuto il ghiribizzo di passare a fare un saluto al suo “bambino”. Papà è sempre papà, anche per uno che in tutte le esperienze fondamentali dell’adolescenza ha fatto da padre a sé stesso: e dunque perché vergognarsi

di tornare finalmente ad essere e a sentirsi semplicemente un figlio? Lo sa il suo cuore, sì, che Will aspettava solo questo momento: lui, suo papà, proprio non era mai riuscito ad odiarlo perché lo aveva abbandonato a tre anni per inseguire chissà quale lavoro, chissà quali obiettivi, chissà quale vita. Non lo ha mai conosciuto, lui suo padre, eppure lo ha sempre amato. Sarà che riconosce subito l’affinità che lo lega a lui, nello spirito e nei talenti, al luna park (“E’ mio padre!”, dice con orgoglio al bambino che lo guarda finalizzare tre tiri liberi consecutivi), sarà che sente di poter condividere, e dunque anche accettare, la voglia di indipendenza e di vita on the road del suo vecchio, ma realmente, nell’intimo, toccherebbe il cielo con un dito se soltanto Lou gli proponesse di partire con lui. Stai attento, Will, avverte lo zio, che come è tornato nella tua vita all’improvviso, così potrebbe uscirsene allo stesso modo, e per te sarebbe un dolore, un altro, assolutamente inimmaginabile. Se mio padre chiama non mi tiro indietro, non ho aspettato altro per tutta la vita. Povero Principe, un figlio così devoto, o che avrebbe voluto fortemente esserlo, non se lo meritava proprio questo genitore: al momento del commiato, che almeno uno dei due, e non è difficile indovinare chi, vigliaccamente avrebbe evitato in modo diretto, il paparino, nel saluto del Nostro, torna ad essere solo e soltanto Lou; eppure chi può dire che, piangendo sconsolatamente tra le braccia di zio Phil, il Principe non lo abbia ancora na volta capito il papà, che una volta di più è ripartito senza di lui, facendosi magari una ragione del fatto che uno come lui, così libero e “senza radici”, come magari ha smpre voluto che fosse anche Will, è proprio la toccata-e-fuga il modo migliore per amarlo e stargli vicino?

Però, mi si lasci dire, uno che sta cercando da mesi di regalare un portafogli a una fidanzata che non gli rivolge più la parola, capisce perfettamente chi vede sparirsi all’ultimo momento la persona a cui era destinato un regalo meditato, scelto con accuratezza, confezionato col cuore. Indubbiamente uno dei momenti più toccanti di tutta la serie.

 

 

-Ho aspettato che arrivasse questo momento per 

tutta la vita, e nessuno mi fermerà,

adesso!

  

Il misterioso acquirente – E voi, come vi regolereste con la casa in cui vivete da sempre se un agente immobiliare, per conto di un facoltoso sconosciuto, vi facesse pervenire un’allettante offerta d’acquisto (prima mezzo milione di dollari più il valore di mercato, poi un milione tondo)? In casa Banks, nella fattispecie, si formano due partiti: quello di Phil-Carlton-Will, favorevole alla cessione, e già proiettato verso scenari abitativi più ambiziosi, e quello di Ashley, l’angelo del focolare, che si richiama alla memoria domestica custodita tra quelle mura, buttandosi con passione nella difesa dell’identità familiare rappresentata da quella casa. Ma la crociata di Ashley, per quanto generosa, alla fine sarebbe persa; se nonfosse che alla fine il fantomatico pretendente, che è nientepopodimeno che Donald Trump (Carlton, alla sua vista, sviene sul divano), si rivela per chiedere gentilmente venia di un equivoco domiciliare: in realtà non era il numero 805 di Saint Claude Boulevard ad interessarlo per il nipote, che sotto quel tetto aveva già abitato negli anni ’50 (ma può essere la villa dei Banks così vecchia?), bensì il 508. Bene, i Banks non si muovono: giusto Carlton è andato via, per correre come una saetta, dopo essersi ripreso, all’inseguimento di una delle sue icone di schiatta paperoniana.

Ma sì, dopotutto a Bel Air si sta da Dio, scosse naturali o “indotte” a parte!

 

 

Donald Trump e Marla Maples

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