Creato da dolceamore85 il 16/12/2006

ScOrCi_D_Mente_Umana

Parole, riflessioni, monologhi e poesia...

 

 

Il male di vivere

Post n°2 pubblicato il 16 Dicembre 2006 da dolceamore85

Spavento, paura, sbattimento, palpabile. Queste le parole tratte da un celebre brano rap, queste le parole che descrivono un instante di vita. Ogni giorno si pensa e si ripensa alle proprie gioie e ai propri dolori, si cerca di capire un attimo che cosa c'è che può non andare nella propria esistenza, si cerca di dare le colpe ad un evento particolare accaduto prematuramente o con troppa freddezza, si cerca di dare un motivo allo sconforto che ci accompagna giorno per giorno e che si nasconde sotto ogni nostro sorriso, che salta fuori all'improvviso suscitando fremore. E non se ne comprende il motivo, dato che tutto funziona come dovrebbe, tutto sussegue come già scritto nella propria testa, tutto segue il naturale andamento della vita, con i suoi alti e bassi, ma che tutto sommato poteva andare peggio. Voglia di cambiamento? Niente affatto, questa è solo una stupida scusa, che si utilizza quando non si sa che cosa si vuole, quando non ci si conosce a fondo, e si imputano le colpe del proprio disagio verso gli altri, mentre invece sarebbero da ricercare entro se stessi. Io mi conosco bene, e so che quel che voglio non lo otterrò scappando lontano, ma guadagnandomelo e sudandomelo con meri e rudi sacrifici. Allora perchè tramutare lo sconforto in rabbia, perchè cercare di sfogare e di esprimere i propri vuoti disegnandoli come atti violenti e pieni di rossore? La risposta non è certo qui, è solo una riprova momentanea del fatto che ritorneranno, più perfidi che mai. L'introversione, il guardare dentro se stessi, il continuo cercare quello che può essere definito "l'errore fatale" che ci ha condotti ad arrivare ad una situazione simile, non è forse questo il metodo veritiero, dato che nella maggior parte delle volte non troveremo nulla da incriminare. Allora lanciamoci verso concetti del tutto astratti, come la sfortuna, che in realtà è cosa inesistente, anch'essa una mera scusa per sviare dalle proprie colpe. Allora, se di essere senza colpe trattasi, quale può essere il motivo di tanta inquietudine? Nubi, oscurità, tersitudine1. La mente è coperta, non riesce a trascendere e a concepire quale in realtà è la celata verità che si naconde dietro a tutto questo "male di vivere". Eppure non si credeva essere tutto ritrito all'interno dello stesso fagotto, il piacere carnale? Ebbene no, questa l'amara sconfitta dell'uomo, che crede di trovare ogni soluzione percorrendo la via più breve. La verità va ben oltre, ricerca concetti ben più profondi legati al genere umano, che attraversano amicizia, amore, contatto, gentilezza, scambio, calore, tenerezza e sicurezza. Ma questi contano gesti che riguardano la vita di tutti i giorni, che si possono ritrovare in ogni attimo, in ogni istante, anche solo con la mente, gesti che richiamano e sfiorano l'amore platonico, ma che in realtà ci giungono come chiari segnali, e siamo perfettamente in grado di farne tesoro. Se si sente la mancanza di questo genere di cose, basta farsi una passeggiata al di fuori di casa propria, in un parco, su di un treno, attraverso le vetrine di un negozio, in un depliant o in un cartellone pubblicitario, in una mostra d'arte, sovente su di ogni opera, come il calore che si trasmette quando un dito sfiora la morbidezza e la leggiadria di un cubetto di ghiaccio, ci si affonda, e subito si viene folgorati da una sensazione forte e rigida e spigolosa, che ci percuote e ci ricorda quanto il reale valore delle cose sia profondo e custodito all'interno di un resistente guscio che è l'esperienza sensoriale, duro scoglio da superare e rivalutare se si vuole arrivare al vero piacere delle cose. Ma se solo per un attimo ci si dovesse privare dei propri sensi, attraverso che cosa si potrebbe trasmettere l'esperienza? L'anima? Domanda esistenziale, alla quale solo il divino è in grado di rispondere.

Il male di vivere

1 tersitudine = tersezza (neologismo)

 
 
 

Tutto nella mia testa

Post n°3 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da dolceamore85

Hai presente quella sensazione di nervoso che ti perfora, che ti fa ritrovare alle 3 di notte davanti un pc a mangiare patatine, che ti martella la testa e che ti spacca lo stomaco, che più ingerisce e più si chiude, che ti da quell'impressione "come se il tuo corpo stesse per esplodere"??? E' sempre più frequente, giorno dopo giorno! E ti ritrovi con una mano tutta unta a mangiare schifezze e l'altra sempre più affaticata per poter scrivere sulla tastiera senza doverla trasformare in una pozza d'olio. A volte il destino sembra che lo faccia apposta a trattarti male, come se se volesse metterti alla prova. E tu che cerchi di reagire sempre nel migliore dei modi, che cerchi di non darlo a vedere, che provi a fare il superiore, come se fossi davvero un superuomo. Eppure anche gli amici sembrano essere d'accordo con il destino, ti trattano male, ti riprendono alla prima cosa che ti lasci scappare, anche se di una nullità si tratta, come se lo facessero apposta ad alimentare questo fuoco incandescente che si prepara ad esplodere come il cuore di un vulcano. Ma alla fine non esplode. Tutto resta dentro, represso, tutto rimane nascosto, celato, occultato. Non so se tutto questo faccia bene alla mia salute, ma ora nemmeno il riposo è in grado di tranquillizzarmi. Ogni notte è una nuova sfida. Io vedo la notte come un momento della giornata in cui potersi rifugiare, in cui poter esprimere il meglio di se stessi, senza nessuno che interferisce, senza nessuno che manda a monte i tuoi piani. Il problema è che non si può vivere e la notte e il giorno. La necessità fisica di riposarsi è incombente, e puntuale ti ricorda che un'altra notte passato in bianco sarà una nuova giornata all'insegna della sopravvivenza. Eppure la notte ha i suoi lati positivi, è bello viverla pienamente, sacrificando ovviamente una parte della giornata, anche se ormai vivere tranquillamente sembra essere solo un'utopia. In ogni momento c'è sempre qualche fattore che deve condizionare le tue scelte in maniera negativa, c'è sempre qualche inghippo che fa si che il calderone arroventato si alimenti, e che alimenta anche l'ipotesi che tu possa essere davvero un superuomo. Poi le persone a te care, che non riescono a capire in alcun modo che non è il caso di aggiungere pressione ad una pentola che è in procinto di esplodere. Per loro la situazione è ovvia, la soluzione più immediata sarebbe, oltre all'alternativa di spedirti seriamente da uno psicologo, quella di darti una manica di botte, quelle che non ti hanno mai dato veramente. La vita è ostica, vivere alla giornata è diventato forzatamente il tuo modo di vivere, tutti i tuoi progetti e i tuoi sogni non potranno prendere forma, se non domani. E tu cerchi di rimediare e di riempire il vuoto incolmabile che si crea tra la tua volontà e la tua possibilità con dei beni materiale, ma non ti accorgi che così facendo vai soltanto a smontare quelle che potevano essere per te delle piccole vie di fuga, in realtà del tutto inutili. Eppure una speranza c'è, è come una stella nel cielo piccola e lontana, ma che brilla, emette luce propria, e non si affievolisce, se non dopo un tempo innumerevolmente lungo. Anzi sono diverse, tanto piccole quanto lontane, sparse, uniche e particolari. La differenza è che loro sono in cielo, e io sono in Terra. Avvicinarsi? Equivale a sacrificarsi. Diciamo che non è cosa alla propria portata, richiede sforzi disumani e spropositati, non impossibili, ma che da soli sono irrealizzabili. Eppure si tratta di tutto ciò che cerchi, del tuo obiettivo su questa vita terrena, della proiezione momentanea della tua utopia, ma che in un futuro potrebbe svanire. Perchè non tentarci, perchè non provarci? Il risultato è sempre lo stesso, tanta delusione e tanto rammarico, come cercare di risolvere un sistema di equazioni matematiche che risulta impossibile, puoi tentare infinite combinazioni, ma tutte risulteranno ridondanti, perchè non fanno altro che sottolineare e rafforzare la tua tesi, l'impossibilità. Allora, mi chiedo io, che senso ha restare qui a girarci intorno, se tanto non si trovano conclusioni? Cosa accadrà ai nostri successori una volta che il pianeta sarà invaso dalle acque, che il Sole si sarà esaurito e che le tenebre regneranno sovrane sulla vita umana? Cosa siamo noi, piccoli esperimenti di laboratorio, cavie, che serviamo a dimostrare una tesi ormai scritta dal nostro creatore? Alla fine siamo nati dalla polvere, e polvere ritorneremo. E' vero che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, ma che senso ha continuare a trasformarsi se ognuna delle nostre trasformazioni rimarrà imperfetta? Alla fine il superuomo esiste o non esiste? Santa pazienza, solo tu sei in grado di rimettere a posto ogni cosa, altro che la diplomazia, sembra che oggi per vivere tranquilli bisogna ricorrere all'annullamento totale di se stessi, in quanto copie imperfette di un software è meglio se non veniamo eseguiti dagli altri utenti, che potrebbero rimanere delusi e potrebbero controbattere violentemente, con ripercussioni psicologiche ferree e devastanti, sulla propria psiche, sulla propria continuità di vivere, sulla propia esistenza.



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Una sensazione

Post n°4 pubblicato il 30 Marzo 2007 da dolceamore85

Scalda il cuore e brucia l'anima. Secondo voi cosa può essere? No, non sono qui alle 2 di notte a scrivere questo perchè sono stato vittima di un incendio, anche se da un incendio non ci si discosta molto. E' una cosa che ti entra dentro e ti prende fin dalle viscere, ti contamina, si impossessa del tuo cervello, lo droga fino allo sfinimento, ed è anche scientificamente provato. Tu ne rimani vittima e non puoi farne a meno, è la natura umana, un piccolo giochetto composto da tante piccole sostanze chimiche che brulicano e si combiano come a loro piace di più, in un orgia di libidine, fino a tirarti scemo. Tu sei indifferente e vedi, come in un film, te stesso, che vieni preso in giro, che vieni sottomesso, che resti al gioco perchè non hai alcuna possibilità di uscita, sei costretto a viverla fino in fondo, a rischiare, a giocarti tutto quello che hai pur di cercare di raggiungere uno scopo, che puntualmente non raggiungi mai. Sei come un burattino nelle mani di un bambino, che si diverte a manovrarti, che cerca di trovare un attimo di gioia, o di accettazione se vogliamo, facendo piccoli gesti che per te invece significano immensi gesti, restando sempre in buona fede, ma non rendendosi conto del fatto che tu ne subirai danni permanenti. Ebbene si, secondo voi, di cosa si tratta? Molti ci saranno arrivati subito senza nemmeno pensarci troppo, puntando il dito verso lo schermo del computer e cacciando fuori una risata isterica ma di gusto, dicendo "ah babbo, sei anche tu vittima di questo gioco pericoloso, bentornato tra gli esseri umani!". Ma non credo sia così semplice affrontare un argomento così importante e così delicato, qualcuno ci prova usando parole forbite, altri attraverso quel fantastico strumento che è l'astrattismo, una lingua universale, attraverso giochi di suoni e di colori, grandi scrittori e grandi filosofi di tutti i tempi ci hanno provato, grandi pittori, grandi musicisti, saggi lungimiranti e osservatori della Luna, grandi personaggi, persone di spirito, coraggiosi e tentatori, ma tutti si sono accorti che non esiste metodo per descriverlo, si può comunicare una piccola o grande emozione, ma non sarà mai universale. Non esistono parole, melodie o rappresentazioni grafiche, esiste solo il sentimento. Lo si può soltanto nominare, e nulla più. Subito dopo cala e rimane sospeso un alone di tristezza, amarezza, melanconia, compassione, sconforto, ma anche una piccola risata gioiosa prende il sopravvento, piccola piccola, ma che non significa poco, davanti a tutto quello che si è dovuto passare, una piccola parte di gioia e speranza rimane sempre viva dentro noi stessi. In fondo noi viviamo la situazione nel presente con il sorriso sulle labbra, un sorriso forzato ma sponteneo, il nostro organismo ci induce a farlo, anche se nel profondo di noi stessi regna la tristezza. Nel momento in cui ci siamo dentro non ci rendiamo conto del gioco, cerchiamo di andare sempre avanti e non vorremmo mai smettere, senza renderci conto di quello che stiamo facendo a noi stessi. Eppure quei pochi momenti, quei rari sprazzi di felicità, sono talmente intensi che nulla più al mondo potrebbe renderci più felici, nemmeno quello che potrebbe essere l'avventura di una vita intera. Sono quei docili momenti che ci danno la speranza, la forza per andare avanti, l'illusione che tutta la vita non sarà soltanto tristezza e solitudine, ma una ruota che gira, e prima o poi tocca anche al momento di gioia e di tristezza, non sempre a quello di indifferenza e monotonia. Di che cosa sto parlando? Dell'amore platonico. Qui partono le risate di chi ancora non ci era arrivato. Non stiamo parlando di cosa da poco, stiamo parlando di amore con la "a" maiuscola, stiamo parlando di sentimenti, di odori, di momenti, di ricordi, di sensazioni, che portano poi a delle azioni che non ci saremmo mai immaginati. L'amore ti fa fare cose strane, che non sarebbero mai arrivati al nostro io, che sarebbero sempre rimaste bloccate, celate e conservate all'interno di noi stessi, per una semplice questione di buon senso, non si tratta di cose ordinarie, ma che vanno oltre, che trascendono il modo razionale di pensare di un essere umano. C'è chi arriva a rubare per amore, ad uccidere per amore, a compiere pazzie che ti stravolgono il senso della tua vita, sempre per amore. L'amore è una cosa grande, che permette di sovrastare un essere umano, che permette di renderlo una pedina all'interno di meccanismo, le cui mosse non sono sempre relegate alla stessa persona. Diventi schiavo di un modo di pensare che non è più il tuo. E vi posso assicurare che disintossicarsi non è cosa affatto facile. E' più forte della droga, e perfino dell'alcolismo. Non esiste clinica o comunità di recupero per queste cose, ogni persone è costretta ad affrontare da solo a viso aperto il mondo esterno. Quando il mondo un attimo prima era solo dentro di lui. Ci vogliono anni, diversi e svariati anni, e non è detto nemmeno che questi siano del tutto sufficienti. Ma ciò che è passato ti fa solo soffrire, nel frattempo tu ti chiudi in te stesso ed esterni solo sensazioni fortemente negative, fai anche qui cose che prima non avresti mai fatto, è come vivere il secondo tempo di un film, che già prima non era del tutto positivo, in maniera del tutto negativa. Ma nel frattempo che esprimi, sfoghi ed emani negatività sei sempre più predisposto a rivivere un'ulteriore esperienza simile, hai sempre più voglia di innamorarti ancora, anche se sai che basta un attimo e tutto ciò comporterà anni e ancora più anni di sofferenza, ma con la speranza che questa volta possa andare bene. Ma tutto ciò ha anche dei lati positivi, ti avvicini alle arti, credi sempre di più che la libera espressione possa essere motivo di felicità, quando invece lo è solo apparentemente, in quanto si è più predisposti alle emozioni e si è più vulnerabili. La musica, grande compagna, mi ha portato oltre ad apprendere anche a eseguire, la pittura, mi ha incantato ma mi ha lasciato su un universo ben distante, la lettura, mi ha convinto ad intraprrendere un viaggio di 1500 pagine mai portato a termine, la filosofia, che mi ha fatto viaggiare con la mente e mi ha dato modo di comprendere almeno le cose terrene e razionali, dando un senso alla mia vita di prima, ma ovviamente dandomi ragione di credere che non esista soluzione alla vita di ora. Ma in fondo la vita è una viaggio, lo si intraprende una volta sola e poi è sempre lo stesso, nell'attesa si soffre e si cerca un'altra situazione diversa, che porterà ad attimi di pura follia ma ad una sofferenza ancora maggiore, ma la si cerca lo stesso, indifferentemente, perchè ne basterebbe una, soltanto una, che ti porterebbe a vivere la follia per tutto il resto della tua vita, che tutto il resto non avrebbe allora più importanza. Perche in fondo l'amore è pura follia, una dolce follia, che ci rende schiavi di un sistema irrazionale, ma che ci fa vivere come mai successo prima, sopra le righe, in un mondo parallelo, in una gallassia tutta blu, in un manto compatto e soffice di nuvole, in una piscina ovattata di cotone, in una tazza di latte con i biscotti al cioccolato, in una macedonia di fragole interamente ricoperta di panna montata, sulla cresta dell'onda di ogni sinfonia mai composta e mai suonata, nella vividità di un colore mai formato e mai riflesso, con la velocità più grande di quella della luce e più piccola di quella di un oggetto fermo, con la brillantezza della Luna sempre riflessa nei nostri occhi, e con il pensiero sempre rivolto verso il cielo, pensando e riflettendo a vuoto, sul fatto di come la nostra vita potrebbe essere migliore. E non si trova mai una risposta. Alla fine qualcuno ci prova e descrivere l'amore, le sue fasi, le sensazioni che si provano restando in mezzo, ma come già detto è del tutto inutile, si può descrivere solo una lieve sfumatura, una piccola ombra di luce riflessa, perchè mai nessuno strumento materiale potrà descrivere quello che è il sentimento, ovvero qualcosa di totalmente irrazionale e astratto. Ma almeno io ho voluto dare il mio contributo, rendendo questa vita meno difficile da disegnare, e dedicandola a tutti voi, che instanscabilmente e indifferentemente siete arrivate fino alla fine, senza cedere, perchè a volte non è semplice, sentirsi dire alcune cose, anche se alla fine è bello, si tratta solo di un'altra esperienza.


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