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« Il male di vivereUna sensazione »

Tutto nella mia testa

Post n°3 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da dolceamore85

Hai presente quella sensazione di nervoso che ti perfora, che ti fa ritrovare alle 3 di notte davanti un pc a mangiare patatine, che ti martella la testa e che ti spacca lo stomaco, che più ingerisce e più si chiude, che ti da quell'impressione "come se il tuo corpo stesse per esplodere"??? E' sempre più frequente, giorno dopo giorno! E ti ritrovi con una mano tutta unta a mangiare schifezze e l'altra sempre più affaticata per poter scrivere sulla tastiera senza doverla trasformare in una pozza d'olio. A volte il destino sembra che lo faccia apposta a trattarti male, come se se volesse metterti alla prova. E tu che cerchi di reagire sempre nel migliore dei modi, che cerchi di non darlo a vedere, che provi a fare il superiore, come se fossi davvero un superuomo. Eppure anche gli amici sembrano essere d'accordo con il destino, ti trattano male, ti riprendono alla prima cosa che ti lasci scappare, anche se di una nullità si tratta, come se lo facessero apposta ad alimentare questo fuoco incandescente che si prepara ad esplodere come il cuore di un vulcano. Ma alla fine non esplode. Tutto resta dentro, represso, tutto rimane nascosto, celato, occultato. Non so se tutto questo faccia bene alla mia salute, ma ora nemmeno il riposo è in grado di tranquillizzarmi. Ogni notte è una nuova sfida. Io vedo la notte come un momento della giornata in cui potersi rifugiare, in cui poter esprimere il meglio di se stessi, senza nessuno che interferisce, senza nessuno che manda a monte i tuoi piani. Il problema è che non si può vivere e la notte e il giorno. La necessità fisica di riposarsi è incombente, e puntuale ti ricorda che un'altra notte passato in bianco sarà una nuova giornata all'insegna della sopravvivenza. Eppure la notte ha i suoi lati positivi, è bello viverla pienamente, sacrificando ovviamente una parte della giornata, anche se ormai vivere tranquillamente sembra essere solo un'utopia. In ogni momento c'è sempre qualche fattore che deve condizionare le tue scelte in maniera negativa, c'è sempre qualche inghippo che fa si che il calderone arroventato si alimenti, e che alimenta anche l'ipotesi che tu possa essere davvero un superuomo. Poi le persone a te care, che non riescono a capire in alcun modo che non è il caso di aggiungere pressione ad una pentola che è in procinto di esplodere. Per loro la situazione è ovvia, la soluzione più immediata sarebbe, oltre all'alternativa di spedirti seriamente da uno psicologo, quella di darti una manica di botte, quelle che non ti hanno mai dato veramente. La vita è ostica, vivere alla giornata è diventato forzatamente il tuo modo di vivere, tutti i tuoi progetti e i tuoi sogni non potranno prendere forma, se non domani. E tu cerchi di rimediare e di riempire il vuoto incolmabile che si crea tra la tua volontà e la tua possibilità con dei beni materiale, ma non ti accorgi che così facendo vai soltanto a smontare quelle che potevano essere per te delle piccole vie di fuga, in realtà del tutto inutili. Eppure una speranza c'è, è come una stella nel cielo piccola e lontana, ma che brilla, emette luce propria, e non si affievolisce, se non dopo un tempo innumerevolmente lungo. Anzi sono diverse, tanto piccole quanto lontane, sparse, uniche e particolari. La differenza è che loro sono in cielo, e io sono in Terra. Avvicinarsi? Equivale a sacrificarsi. Diciamo che non è cosa alla propria portata, richiede sforzi disumani e spropositati, non impossibili, ma che da soli sono irrealizzabili. Eppure si tratta di tutto ciò che cerchi, del tuo obiettivo su questa vita terrena, della proiezione momentanea della tua utopia, ma che in un futuro potrebbe svanire. Perchè non tentarci, perchè non provarci? Il risultato è sempre lo stesso, tanta delusione e tanto rammarico, come cercare di risolvere un sistema di equazioni matematiche che risulta impossibile, puoi tentare infinite combinazioni, ma tutte risulteranno ridondanti, perchè non fanno altro che sottolineare e rafforzare la tua tesi, l'impossibilità. Allora, mi chiedo io, che senso ha restare qui a girarci intorno, se tanto non si trovano conclusioni? Cosa accadrà ai nostri successori una volta che il pianeta sarà invaso dalle acque, che il Sole si sarà esaurito e che le tenebre regneranno sovrane sulla vita umana? Cosa siamo noi, piccoli esperimenti di laboratorio, cavie, che serviamo a dimostrare una tesi ormai scritta dal nostro creatore? Alla fine siamo nati dalla polvere, e polvere ritorneremo. E' vero che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, ma che senso ha continuare a trasformarsi se ognuna delle nostre trasformazioni rimarrà imperfetta? Alla fine il superuomo esiste o non esiste? Santa pazienza, solo tu sei in grado di rimettere a posto ogni cosa, altro che la diplomazia, sembra che oggi per vivere tranquilli bisogna ricorrere all'annullamento totale di se stessi, in quanto copie imperfette di un software è meglio se non veniamo eseguiti dagli altri utenti, che potrebbero rimanere delusi e potrebbero controbattere violentemente, con ripercussioni psicologiche ferree e devastanti, sulla propria psiche, sulla propria continuità di vivere, sulla propia esistenza.



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