I canti di Ossian

Non è meraviglia s’io canto
meglio d’ogni altro cantore,
perché piú il cuore ad amore m’astringe
e meglio son disposto al suo comando.
Cuor e corpo e sapere e senno
e forza e potere ci ho messo:
Così il freno mi stringe ad amore
che altrove non tendo.

Davvero è morto chi d’amore non prova
alcuna dolcezza nel cuore.
Vita senza pregio a che giova,
se non per dar uggia alla gente?
Che mai tanto Iddio m’abbia in ira
ch’io sopravviva un sol giorno, un sol mese
quando verrò colto in uggia
e più d’amore non avrò desìo.

Con fede schietta e senz’alcuno inganno
io amo la piú bella e la migliore.
Dal cuore sospiro, dagli occhi piango,
perché tanto io l’amo che ne soffro.
E che poss’io, se amore m’imprigiona
e il carcere in cui m’ha gettato
non può altra chiave aprire, se non pietà,
e di pietà in lei nulla ritrovo?

Così soavemente mi ferisce
nel cuore di dolcezza questo amore,
che cento volte ogni giorno muoio di dolore
e rinasco di gioia altre cento.
Invero il mio male è di dolce sembiante
e piú vale il mio male che altro bene;
e poi che tanto m’è dolce il mio male,
dolce il bene sarà dopo il tormento.

Oh Dio! se si potessero distinguere
di tra i falsi gli amanti leali,
e adulatori e impostori
portassero corna sulla fronte!
Tutto l’oro del mondo e l’argento
se fosse mio, vorrei averlo dato
pur che madonna sapesse
come io l’amo di perfetto amore.

Quand’io la vedo, ben mi si pare
agli occhi, al viso, al colore:
chè così tremo di paura
come fa la foglia nel vento.
Di ragione non ho quanto un fanciullo,
così d’amore sono soggiogato,
e d’uomo ch’è così ridotto
donna potrebbe avere gran pietà

Donna gentile, nulla vi domando
se non che m’accettiate per servente,
ch’io vi presterò servizio come a buon signore,
comunque vada poi col guiderdone.
Eccomi al vostro comando,
cuore gentile, mite, gaio, cortese;
né orso né leone voi siete,
che m’uccidiate, se mi rendo a voi.

Al Mio Cortese, là dove dimora,
invio il mio canto e non gl’incresca
che me ne sono sì a lungo astenuto.

 Bernart de Ventadorn

Eppure comprendevo benissimo quell’invito a essere pazzo, a spogliarmi dalla ragione, del ritegno, della mentalità borghese, ad abbandonarmi al mondo fluttuante e senza leggi dell’anima e della fantasia..

Come uno specchio riflette l immagine distante e impersonale di un mondo, così la forma altro non è che il rifleso banale e suscettibile del contenuto. La forma è il corpo, è la carne; il contenuto è l animo, è l intimo. Sarebbe egoistico e innaturale scidere dall' essere il corpo e lo spirito, essi difatti si completano ed ognuno rappresenta la leggenda per comprendere l altro. Il contenuto è immutabile, è l io imperante, semplicemente è; la forma è l abito dell io, essa non è di per sè, semplicemente appare, serva del contenuto e si piega ai suoi voleri e alle sue soggezioni. In tal guisa la forma è sempre ingannatrice, ma ogni menzogna contiene un granello di veridicità; e questa veridicità altro non è che il puro riflesso del contenuto che aggredisce la forma in ogni sua minima manifestazione. L' essere si rapporta col mondo che lo contorna tramite giudizi e opinioni , manifestazioni spontanee del contenuto, e le espelle all' esterno tramite azioni e scelte comportamentali, manifestazioni secondarie della forma. Tutto è forma e tutto è contenuto, nulla appare solamente e nulla è solamente; ogni essere ha una dualità insita in sè stesso, ovvero appare ed è al contempo, come un astro che ci appare minuto quando invero è enorme, come per far nascere una tragedia non si può scindere l Apollineo dal Dionisiaco.

  Dietro il monte si cela la Luna
Mezzo pallida e mezzo bruna:
Scappa un raggio, e luccica ancora,
E un po’ po’ le vette colora:
Lunga dagli alberi scende l’ombra,
Tutto abbuia, tutto s’adombra:
Tutto è orrido, e pien di morte:
Amico, ah non tardar, schiudi le porte.

Uno sguardo di un secondo,
per i miei occhi durato un' eternità e già ricominciavo a vivere,
a capire che il mondo gira imperterrito,
che il tempo scorre, ed è sacro prendere e portare con sè ogni attimo,
ogni istante per elevarlo a felicità.
Inutile distruggersi l' animo con ricordi e momenti passati,
vivo il presente, volto pagina, senza strapparla,
al libro della mia vita,
poichè ogni ricordo va serbato con cura in fondo al cuore,
specialmente il tuo.

Luna d' avorio nell' oscurità della notte,
come una guida i tuoi occhi mi parlano di mare,
di te,
di chi sa ancora sorridere quando nasce la primavera.

La più nobile specie di bellezza è quella che non trascina a un tratto, che non scatena assalti tempestosi e inebrianti (una tale bellezza suscita facilmente nausea), ma che si insinua lentamente, che quasi inavvertitamente si porta via con sé e che un giorno ci si ritrova davanti in sogno, ma che alla fine, dopo aver a lungo con modestia giaciuto nel nostro cuore, si impossessa completamente di noi e ci riempie gli occhi di lacrime e il cuore di nostalgia.

Porterò il tuo ricordo nel cuore per l' eternità,
sino a quando l' ultima stella brillerà nel tetro cielo
il mio amore per te resterà vivo,
ma dalla testa dovrò liberarmi infine della tua dolce immagine,
luce e buio dei miei giorni, gioia e dolore delle mie notti,
amore e morte della mia vita,
per ritornare a vivere.

Oh, fosse questa tristezza
almeno d' insegnamento per ogni nuovo attimo di felicità!
Fosse questo dolore
guida di ogni nuovo giorno di gioia!
Ma così non è.
Ogni volta che una foglia muore lentamente a terra,
la malinconia rinasce in me,
con rinnovato vigore.
Sembrava quasi la felicità,
ma è un arido deserto la mia storia,
e nessun fiore può sbocciare in quel mare
di terra e sogni,
che tutto copre e tutto lascia al fato.

Lucente gemma che stai per sbocciare,
porta nel mondo con te il mio amore
e affidalo al primo raggio di sole che colpirà i tuoi petali,
affidalo al dolce vento del nord,
che incoraggiato da antichi canti lo porterà lontano da questa terra,
arida,
ove non vè posto alcuno per un sentimento puro.
Affido a te, o Primavera,
la bellezza del ricordo di quegli istanti felici,
perchè sempre è forte il desiderio di ciò che vola lontano dal nostro cuore;
ma tu, come l' acqua che si infrange contro la scogliera,
incessante,
torni ad illuminare la mia mente con la tua radiosa pioggia,
custode di sogni, desideri non ancora svelati,
ma celati distanti entro una gemma non ancora sbocciata.

Incredulo nell' affrontare la triste realtà di uno sguardo,
la freddezza di un bacio, la lontananza di un saluto,
la distanza di un amore,
ripongo le mie speranze, i miei sogni nel vento,
che alleggerirà il mio animo come spoglia i rami in fiore
di un ciliegio a primavera.

La strada è bagnata da lagrime,
solchi profondi che segnaranno il cammino.
Una rosa portata dal vento indicherà la via,
la mia.
E la luna guiderà i miei passi,
sicuri, fino a te.
Prima o poi.

Occhi azzurri come il cielo, occhi di stelle,
occhi di speranze, occhi di rimpianti.

Labbra rosa come a primavera il ciliegio,
labbra rose di sangue, labbra di sogni,
labbra assaporate, labbra maledette.

Capelli come il grano d' oro, capelli di quercia,
capelli d' avorio.

Sorriso come la luna, sorriso come il sole,
sorriso vigliacco, sorriso d' amore,
sorriso di pianto,
sorriso scolpito nel dolore.

Il freddo ponto lambisce una sabbia d' argento
con sassi e scogli d' incanto
e si inerpica si scogliere di marmo.
Al di là della sabbia, ove solo il vento può arrivare,
sta la poesia.
Un verde mai dipinto si staglia sotto un cielo d' aurora,
che contende i suoi confini con un mare di cristallo,
antichi boschi con quercie e sequoie millenarie
coprono immense vallate fino alle vette dei monti più alti,
ove è forte lo scoscio dei torrenti celati
dalle fronde odorose di pini e abeti.
Tutt' intorno fiori e arbusti si inseguono
in un gioco di ombre e luci guidato dal vento.
Tutto si muove e tutto resta immobile
nel silente fragore,
come fosse solo l' animo ad essere giunto
fra quei rami preziosi.
A quel punto gli occhi si smarriscono
fra le foglie e il rumore del vento,
e cercano di scrutare questa terra incantata
fin dove lo sguardo può arrivare,
fin dove lo sguardo può capire.

La bianca luna pare più vicina
fra le braccia di Oceano,
quasi vien voglia di afferrarla per capire se è illusoria o reale
la sua immagine riflessa.

Anche tu pari più vicina
in sogno,
i tuoi occhi ancor più brillanti, i tuoi capelli più lucenti,
le tue labbra al pari d' un petalo di ciliegio,
che vien la follia di assaporarle
per capire se è onirica o disincantata la tua immagine divina,
per capire che non ti posso star vicino,
per capire che malgrado tutto,
mi resterai nel cuore.

O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va.

Oppresso d’amor, di piacere,
il popol de’ vivi s’addorme...
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

 G. D' Annunzio

Fatalmente il tempo fugge.
Inesorabile cancella i ricordi, distrugge ogni attimo,
ricoprendolo con la sabbia della sua arcana clessidra.
Già questo momento non è più presente,
ci è sfuggito dalle labbra, ce lo ha rubato il passato.
Recidi con cura il tuo attimo di eternità,
come se dovessi cogliere un porpureo bocciolo proibito,
e vivilo fino all' estremo, fino all' essenza,
fino a quando non sarai tu a dire,
quest' attimo è passato.

Chi ama come solo si dovrebbe amare diventa poeta ed eroe pur di ricevere un sorriso, un cenno o una parola di colei che gli sta a cuore. Quand' anche quelle poesie non fossero belle, sarebbero pur sempre appassionate e piene d' amore.

Siam come una goccia quando l' acqua è troppa,
siam quella goccia che dà senso alla pioggia.

Siam come il battito che fa scoppiare il cuore,
siam quel battito represso nel dolore.

Siam  come il sussurrare del vento sordo,
Siam quel sussurro che si perde nel ricordo.

Siam come l' amore che divora lo spirito,
siam quell' amore perennemente in bilico.