Filosofo da osteria

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 

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Rivoluzioni

Post n°4 pubblicato il 08 Gennaio 2013 da ichbinnihil

Può accadere che da un giorno all'altro la tua vita venga presa e rivoltata, quella tranquillità che a prezzo di sforzi e fatica credevi di aver raggiunto venga spazzata via in un sol colpo, le scelte dolorose, ma perseguite con coerenza improvvisamente  vengano illuminate da una luce nuova, livida senza calore e ti ritrovi da un giorno all'altro con un fardello sulle spalle che neppure ti sognavi di dover portare.

E' accaduto.

E' accaduto che la mia ex moglie sia stata ricoverata improvvisamente in ospedale e le analisi a cui è stata sottoposta abbiano dato un risultato fatale: tumore al polmone e possibili complicanze per il pancreas.

Quando il medico me lo ha comunicato sono rimasto impietrito! Come fai a pensare che la donna con cui hai vissuto 30 anni, con cui hai condiviso la maggior parte della tua vita improvvisamente sia giunta al termine della sua esistenza, come fai a pensare che in pochi mesi potrebbe non esserci più?

Come fai a conciliare la tua vita con la nuova compagna con la necessità, il bisogno di correre da quella che è comunque parte integrante della tua esistenza, non solo madre dei figli, ma parte stessa di te.

Eppure è accaduto!

Da poco più di un anno l'avevo lasciata, credevo fossimo arrivati al termine di quel cammino di separazione durato tanto tempo, percorso con tutte le cautele possibili per dare anche a lei la possibilità di accettarlo di elaborarlo di andarvi oltre per poi rendermi conto che lei era rimasta sempre ferma a quel giorno lontano quando per la prima volta le avevo fatto balenare l'idea che ci saremmo separati.

Questa botta, questa malattia l'ha trovata sola, in compagnia di una figlia perchè il figlio più grande nel frattempo era andato a vivere lontano con la morosa.

C'è stato poco da pensare, con mio figlio ci siamo incontrati a Bologna e poi di volata all'ospedale.

Quindici giorni in cui sono invecchiato di cinque anni a vederla in un letto d'ospedale, girata e rivoltata per analisi sempre più profonde sempre più invasive ed è stato difficile vederla piccola, fragile di fronte all'orrore della diagnosi.

Non è pietà quella che mi muove, non è empatia quella che mi fa piangere mentre guido da solo lungo le notti questo inverno, non è compassione quella che mi ha fatto vedere le luci di natale sotto un velo di sofferenza, è soltanto amore.

L'amore è qualcosa di strano, qualcosa che va oltre le cose, i fatti, la storia di ognuno di noi, se hai amato una persona con tutto ciò che sei e che hai non smetterai mai di amarla, può terminare il desiderio di vivere insieme, può nascere il desiderio di una vita nuova, di un altrove, ma quel legame che c'è stato rimane comunque indissolubile ed hai chiara la percezione che con lei morirebbe una parte importante di te.

In questa battaglia non sarà sola, combatterò per lei accanto a lei su quelle strade in cui è troppo debole per andare da sola.... in questa sera ho ancora delle speranze, ha detto un medico amico che i miracoli a volte avvengono , voglio crederci anche se non credo in null'altro, anche se non credo in Dio e non so pregare.

E ringrazio la mia compagna di adesso che mi capisce e mi sorregge, mi sta accanto in silenzio e tiene a bada la sua paura di perdermi... anche questo è Amore.

 
 
 

Ma a Dio piacciono le donne?

Post n°3 pubblicato il 25 Novembre 2012 da ichbinnihil

"fedeli umiliate da un credo inumano
che le volle schiave già prima di Abramo"

26 Novembre, giornata di lotta contro la violenza alle donne e riconoscendo che la violenza sulle donne è una questione culturale viene legittimo chiedersi da dove derivi questa "cultura".
Gli antropologi ci spiegano che le prime società erano prettamente matriarcali, in un mondo di esseri deboli, alla mercè delle forze della natura dove dei e demoni controllavano ogni cosa, dove il Sole e la Luna erano divinità, era parso un rapporto privilegiato quello delle donne con la luna, con il loro ciclo mestruale che si presentava in sintonia con le fasi lunari.

E' sempre stato motivo di mistero ed ovviamente di invidia il fatto che solo alle donne fosse dato di generare i figli, i maschietti dell'epoca sapevano poco del loro contributo alla questione e secondo me le donne, pur avendone perfetta coscienza  si tenevano stretto questo piccolo segreto che in fondo dava loro un indiscusso potere di negoziazione.

Le cose sono cambiate nel corso dei secoli, nella democraticissima Atene dove uomini e donne avevano pari diritti e le donne sedevano nel governo delle città è bastato un indovino poco serio ad approfittare di una serie di eventi naturali per far credere che Poseidone fosse adirato con la città, (che aveva scelto il nome di Atene suggerito dalle donne anzichè Poseidonia), per convincere il consiglio che l'unico modo per placare gli dei era il fatto che le donne rinunciassero ai loro diritti.

Il colpo di mano era compiuto.

Ovviamente se la luna era femmina, il Sole doveva apparire maschile e se la cosa può apparire semplice e quasi lineare le implicazioni sono profonde basti pensare alla differente potenza dei due astri e, last but not least, il fatto che la luna brilli di luce riflessa.
Ora, non c'è alcuna relazione tra il sole ed il maschile, nulla che possa mettere in rapporto le due entità, ma vallo a spiegare a chi cercava legittimazione divina.

Ovviamente questo non poteva essere sufficiente, al massimo due divinità potevano co-reggere il mondo ed allora qualcuno si è inventato la storia di Eva e della mela , ed il mito di Pandora altro non è che una versione differente del medesimo concetto, i guai dell'umanità sono stati causati dallle donne.

Interessante vero?

Oggi si critica la Sharia , ma dimentichiamo spesso che essa ha origine nella Torah, da cui anche la religione cattolica ha attinto a piene mani e che in nessuna delle grandi religioni monoteiste la donna ha una presenza fondamentale, a chi obietta che esiste il culto di Maria faccio notare che la madre di Cristo è ammirata per aver detto "si" o meglio "ecco, sono l'ancella del signore".

La donna è buona solo se è obbediente e remissiva, in fondo anche San Paolo nella lettera che viene letta ancora oggi durante i matrimoni religiosi scriveva "la moglie sia sottomessa al marito"

Se diamo un'occhiata al mondo intero poi le cose non vanno meglio, a parte alcune comunità himalayane dove esiste ancora la società matriarcale ed è presente l'androgamia, (ossia una donna può avere più mariti) il resto delle religioni per la metà femminile del cielo è un disastro.

In India sono costrette ad immolarsi sulla pira del marito, in Cina con la politica del figlio unico le femmine vengono soppresse alla nascita, secondo le leggi tribali dei popoli dell'Asia centrale e dell'africa le donne sono colpevoli a prescindere.

Difficile contrastare questa mentalità, un po' troppo radicata per poter essere rimossa ed il nostro tempo così apparentemente aperto e progressista non è differente dal resto della Storia.

Ci stupisce e ci indigna giustamente l'eccidio perpetrato quasi quotidiamente da mariti, figli, padri, fratelli, eppure ci sono altri fatti che dovrebbero colpire la nostra sensibilità.

In Irlanda una donna che chiedeva di abortire per motivi terapeutici è stata lasciata morire perchè "l'irlanda è un paese cattolico". Non è questione di aborto più o meno legale, è il ocncetto che in quel caso, la vita del feto valesse più di quella della donna.

Quando vengono elevate all'altare madri che hanno rifiutato le cure per non abortire e per questo sono morte , (tra l'altro privando altri figli piccoli della loro presenza), si intende rinnovare il senso di colpa in quelle che invece farebbero scelte differenti, ancora una volta c'è il concetto che la donna vale solo come fattrice, come produttrice di figli e non per se stessa come persona.

.. e la storia è sempre quella

 

 
 
 

Eden

Post n°2 pubblicato il 21 Novembre 2012 da ichbinnihil

Non sai di appartenere ad un luogo fino a che non impari a conoscerlo in profondità, fino a che la luce non attraversa tutto il suo spettro e lo colora di tutte le tinte contenute nei pastelli di un bambino e tu sai riconoscerle ad una una , sai distinguerne i cambiamenti lungo le ore del giorno

Ritornavo a casa questa sera passeggiando lungo la sponda del Tresinaro, il sole tramontava e la luce radente allungava le ombre. In Piemonte non succede, il sole si caccia in fretta dietro le montagne e non hai l'impressione di essere il punto separatore tra la luce  e le ombre, qui invece la pianura che si allarga tutto intorno si colora nel tramonto ed i colori assumono tinte calde che puntano all'arancione, improvvisamente un airone si è levato in volo proprio davanti a me sfiorando quasi l'acqua del rio, immediatamente seguito da un altro, forse la compagna. Immerso in quella pace , bagnato di quella luce ho avuto uno di quei momenti di profonda appartenenza, uno di quegli attimi di consapevolezza in cui senti di riuscire ad abbracciare il tutto, a capire il mistero del mondo il suo scopo,ciò che i greci  chiamano Telos.
Nell'armonia di quell'istante, seguendo il volo di due aironi, sono stato parte del sogno di Dio, del suo progetto , della sua idea.

Ci hanno detto che nella Genesi c'è scritto che Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, poi lo ha messo nel giardino dell'Eden e gli ha dato una compagna,
Quindi si è rivolto a loro e benedicendoli ha detto "Siate fecondi e moltiplicatevi,  riempite la terra; soggiogatela  e dominate  sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". (Gn 1,28)

Su questa frase si è sempre basata la visione antropocentrica dell'universo il credere, quasi il pretendere che l'universo sia stato creato in funzione dell'uomo, al suo servizio ed egli ne possa disporre in piena libertà, senza alcun obbligo, proprio come il padrone dispone delle sue proprietà.

Sono quelle due parole "soggiogatela" e "dominate" ad aver costituito per millenni il perno attorno a cui si è sviluppato un pensiero che non ha rivelato tutto il suo potenziale distruttivo fino a che l'evoluzione, il progresso dell'uomo non ha iniziato davvero ad interferire nell'equilibrio naturale incamminandosi verso il punto di non ritorno.

Il verbo "kavash", tradotto semplicisticamente con "soggiogare", ha in realtà un etimo più complesso, significa possedere la terra, coltivandola e custodendola, avendone cura in un rapporto armonico ed è infatti ciò che vedo, i campi coltivati, i fossi che portano acqua e vita, i papaveri che crescono lungo il bordo, gli alberi. L'uomo ha saputo aver cura della terra nei tempi passati e ne è stato ricambiato.
Il termine "radah", solitamente tradotto con dominare, significa effettivamente regnare, ma non come il dittatore a cui tutto è dovuto, piuttosto come il pastore che ha cura del suo gregge, ancora una volta ne ha cura, lo governa tenendo in considerazione le esigenze di tutti perchè solo dal rispetto globale si può custodire e vivere lo shalom: la pace.

Dio ci ha dunque dato un mondo ed un disegno, ci ha creato un luogo in cui la vita fosse armonia e gioia.
Non è vero che nell' Eden non ci fosse il lavoro, anzi proprio nella genesi si legge ancora  "E dio pose l'uomo nel giardino dell'Eden perchè lo coltivasse e lo custodisse" (Gn 2,15) nei due verbi Coltivare (avad) e custodire (shamar), c'è il senso del lavoro che è però pacifico.
Da coltivare deriva culto, onorare la divinità ed il verbo "avad" in un certo senso significa anche servire , lavorando come una preghiera, prendendosi cura di ciò che è stato affidato, cercando di renderlo migliore.

Che differenza con l'idea disarmonica del lavoro di oggi che appare più come una bestemmia che come una preghiera.
Oggi il lavoro non è più il mezzo con cui ci si mette al servizio della comunità, non è la via all'armonia nella vita e con la vita, ma è stress, dolore, rinuncia, fatica spesso inutile perchè bruciata nella ricerca di una felicità apparente, una felicità che si crede di poter conquistare con il possedere, con l'acquistare.
La musica è ordine, il rumore disordine ed oggi viviamo nel disordine assordante delle città delle fabbriche.
L'uomo si è messo al centro del creato, ha pensato di poter essere il direttore d'orchestra, ma ha sbagliato spartito, non conosceva la sinfonia, si è messo a cantare da solo senza capire di essere solo una voce nel coro.

Ed in tutto questo è ovvio che Dio scompare e si cerca di rimpiazzarlo in tutti i modi.
Da tempo sono convinto che Dio sia  musica, bellezza, vibrazione che genera armonia, da tempo sono convinto che Dio esista, ma non sia quello del catechismo, non interviene direttamente nella vita di ogni creatura decidendone la sorte e neppure è indifferente. Dio è nel cammino che si fa ogni giorno quando cerchiamo di ritornare nell'Eden.

 
 
 

Dal buio verso la luce

Post n°1 pubblicato il 20 Novembre 2012 da ichbinnihil

L'alba, nella stagione fredda, si annuncia sempre uguale, il cielo rischiara e poi s'infiamma marcando la linea scura della nebbia che copre la pianura, i raggi del sole accarezzano le montagne e poi scendono a cercare le case degli uomini mentre a occidente un cielo freddo metallo accoglie le ultime stelle.

Abitando per lungo tempo sotto le montagne viene naturale alzare lo sguardo a cercare il cielo, viene naturale porsi di fronte a questi spettacoli con la domanda regina di ogni vita "ma che ci faccio qui?" .

Religioni, filosofie hanno sempre cercato di dare una risposta peraltro quasi sempre senza riuscirci perchè non esiste una sola risposta, ma tante quante sono le vite che alitano sulla terra, eppure una cosa in comune l'abbiamo tutti ed è la ricerca di qualcosa "altro", vorrei dire qualcosa oltre, ma forse ancora una volta sbaglierei subito direzione.

Nel momento in cui il primo ominide ha calmato i suoi istinti primari di sopravvivenza  è cambiata la sua storia, nel momento in cui  ha alzato lo sguardo verso il cielo  ed ha sentito il bisogno di rizzarsi sugli arti posteriori per guardare più lontano è cambiata la nostra storia.

La nostra storia, la storia dell'Uomo è una continua ricerca, un continuo procedere verso una soddisfazione dello spirito che passa anche attraverso l'appagamento di sensi che non si limiti solo al placarne la fame e la sete, ma diano anche emozioni.

Non ci accontentiamo di nutrirci, nel nostro concetto di mangiare c'è il piacere della scoperta dei sapori, non ci basta sentire, vogliamo musica, armonia, non è sufficente vedere, ma vogliamo cogliere la bellezza.

Nel profumo della pelle della mia donna percepisco il legame con lei, nel toccarla voglio sentire la morbidezza della sua pelle, la dolce consistenza della carne, non mi accontento di percepire la sua presenza fisica, ho bisogno di sentire qualcosa che va al di là di lei e del noi.

Tutti sappiamo cosa vuole dire quando non si percepisce quel "qualcos'altro"

Religioni e discipline filosofiche hanno spesso condannato questa contaminazione dello spirito con la carne ritenendo che la purezza, l'intima essenza sia ciò che rimane dopo che la carne ha smesso di farsi sentire eppure credo che se il mondo è a colori ci deve essere un motivo, se il sole non si limita a sorgere e tramontare ma ci regala emozioni, se guardando la luna in una notte d'estate ci sentiamo illanguidire non può essere solo frutto di fenomeni fisici e chimici, ma debba esserci qualcosa di più, qualcosa che vada al di là del tangibile.

Io, mi sento un IO , completo, fatto della mia carne, le mie pulsioni le mie passioni, in cui alberga uno spirito che a sua volta ha delle pulsioni e passioni, che spesso ha fame e sete di vedere, conoscere, capire.

Entrambe queste mie componenti VIVONO, (e non ci sarebbe altro termine per indicare quell'insieme di azioni, scelte, errori, successi e fallimenti che caratterizza la vita di ogni uomo), ma sono anche inscindibili.

Il nostro vivere, acquistare consapevolezza è un cammino personale, ma è anche immerso nel percorso di altri come noi, di tutti gli altri esseri viventi, io non sono un entità a se stante, ma sono cellula, parte di un organsmo molto più complesso.

Non potrei essere qui oggi a scrivere, a riflettere se dovessi occuparmi di procurarmi il cibo, di ripararmi dal freddo ed ovviamente avessi il problema di non riuscire ad accudire a quanti mi sono stati affidati, per questo se esiste un fine ultimo a cui tutti tendiamo , ognuno a suo modo, con il suo passo e le sue capacità, ognuno per se, abbiamo anche il compito e l'obbligo di aiutare gli altri a fare la propria strada.

Da questo lato la società moderna ha fallito, ha riempito la vita di un materialismo senza anima, di oggetti che non hanno un'intrinseca bellezza, che non danno emozione, ma sono solo funzionali ed efficaci allo scopo per cui sono state ideate, un po' come i palazzoni del dopoguerra che oggi stonano con il nostro concetto di grazia ed armonia.

Eppure, per conservare questi oggetti, per poterceli procurare e mantenere abbiamo fatto in modo che gli oggetti stessi acquistassero un valore che va oltre , molto oltre i loro componenti.

Che senso ha che un appartamento costi centinaia di migliaia di euro? Non si pone forse un'asticella a demarcare chi può e chi non può permetterselo?

Che senso ha che il fare la spesa mi svuoti ogni volta il portafoglio? Mi si dice che il costo del venduto deve coprire i costi dell'invenduto e di ciò che va gettato.

E' una legge commerciale, ma di fronte alla miseria ed ai mendicanti che affollano le nostre città non ha alcun senso e mi parla solo di una mancata pianificazione.

Non c'è il senso di un cammino comune condiviso, di una liberazione universale, non stiamo crescendo ed infatti non esistono più i filosofi, ma solo i sociologi che ci spiegano o almeno tentano di farlo, perchè siamo sempre insoddisfatti e perchè ciò che ci è intorno stia diventando sempre più brutto suscitando spesso emozioni negative e , peggio, a comando.

In questa mattina fredda, mentre il sole non è ancora arrivato a riscaldare le mie dita mi guardo intorno e non sono per niente soddisfatto di ciò che vedo.


Alex

 
 
 
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Un blog di: ichbinnihil
Data di creazione: 20/11/2012
 

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