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IL SIGNIFICATO ULTIMO

Penso che ciò che maggiormente segna l'esperienza di vita di ciascuno di noi sia il momento in cui si capisce che si è nati e si vive ma bisogna morire.

E' una sorta di contraddizione in termini: sono nato per morire!?

Sembra non avere senso questo fatto: perché la Natura deve darsi così tanto da fare per mettere al mondo un essere che comunque dovrà perire?

In più mettici tutto il disagio, la sofferenza, certo uniti anche alla gioia che però non basta mai e sembra o é veramente poca rispetto al resto, che quell'essere  dovrà provare durante la parabola della sua esistenza.

Credo che il segreto che spiega questa sorta di anomalia stia tutto nella capacità comportamentale positiva che quell'essere può esternare o meno durante la sua vita.

In poche parole mentre vivo io posso volere, o meno, essere solidale con chi vive assieme a me e dopo di me questa stessa sorta di contraddizione assurda che si chiama vita.

Se riesco ad avere ed esercitare una "caritas" almeno elementare verso me stesso e gli altri miei compagni di viaggio, questa mia corsa comunque avrà avuto un senso almeno nell'atto del lenire le pene altrui e nel creare condizioni di "miglior sostenibilità" per me stesso, chi mi circonda e chi verrà dopo di me.

Se non lo faccio avrò solo aggiunto distruzione a distruzione e il senso della mia esistenza non potrà che essere quello del disastro illogico e folle e, allora, tanto varrebbe farla finita da subito.

Francoleober