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crisi economica, suicidi, disoccupazione, nuove povertà
Post n°96 pubblicato il 19 Aprile 2010 da luigiarusso
SI MOLTIPLICANO I SUICIDI TRA PERSONE CHE HANNO PERSO IL LAVORO Diciamolo a voce alta. In una società civile, nessuno dovrebbe essere spinto a togliersi la vita, poiché costretto a finire senza occupazione e in mezzo a una strada. La fame di lavoro dovrebbe essere un malessere da tempo superato, se si riesce a sperperare decine e decine di migliaia di miliardi, per abbellimenti e per quant'altro, che – nella logica delle priorità – dovrebbero cedere il passo alla soluzione delle esigenze primarie. E invece, l'Italia dei ricchi fa finta di non accorgersi che i poveri sono in aumento. Non getta neppure uno sguardo distratto sulle orribili periferie della città, dove c'è fame di tutto. Non solo di lavoro, ma anche di scuole, di strade, d'illuminazione, di spazi per il tempo libero. Dove, in estrema sintesi, c'è fame di decenza. E fa finta di non accorgersi che la disoccupazione, in percentuali insopportabili nelle regioni meridionali, allarga l'area del rifiuto della legalità. Quando non si riesce a mettere niente sotto i denti, è facile mettersi sotto i piedi precetti, prescrizioni e divieti. È facile saltare il fossato, per andarsene in compagnia dei delinquenti. Per diventare, se non complici, comunque fiancheggiatori o spettatori silenziosi delle condotte degli uomini di malaffare. |
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