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Grazie a tutti coloro che con le loro ricerche, le loro indagini ed i loro studi contribuiscono alla ricerca della verità. Quale verità? Quella verità che sia la scienza che la religione ancora non hanno trovato o che hanno nascosto. I grandi misteri della storia aspettano ancora una soluzione o almeno una spiegazione. Sono molte le vicende inquietanti ed oscure che hanno in qualche modo influenzato l'esistenza umana. Sono convinto che insieme potremo formulare nuove ipotesi e quindi aprire ulteriori orizzonti su tutto ciò che è ancora ignoto. Spero che questo viaggio nell'oscurità del tempo, ci conduca all'interno dell'animo umano, dove brilla la fiamma divina e che possa arricchire sia voi che me di nuove conoscenze.
Alessio Ferrazzoli
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LA PORTA ALCHEMICA
La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino. La villa che ora non esiste più, si trovava vicino piazza Vittorio, dove oggi è stata collocata la strana porta. La Porta Alchemica è l'unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara, sull'arco della porta perduta sul lato opposto vi era un iscrizione che permette di datarla al 1680, inoltre vi erano altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all'interno della villa.
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Post n°18 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da AlessioFerrazzoli
La porta alchemica o anche conosciuta come "porta magica" o "porta ermetica", fu costruita per volere del marchese di Palombara nella sua villa. La villa, oggi non esiste più, ma la porta con le inquietanti iscrizioni si può ancora vedere in piazza Vittorio, a Roma. Il marchese dedicava molto del suo tempo allo studio dell’alchimia. Il crescente interesse per la scienza da parte del marchese, era incentivato anche dalla frequentazione della corte romana da parte della regina Cristina di Svezia, a palazzo Riario, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Cristina regina di Svezia dopo essersi convertita al cattolicesimo, abdicò e si trasferì a Roma dove visse fino alla sua morte nel 1689. Nel palazzo Riario si era istituita un’accademia, visto anche la presenza nel suo interno di un avanzato laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera. Molti nomi illustri frequentarono quell’accademia come l’astronomo Giovanni Cassini, l’alchimista Francesco Maria Santinelli, il medico Francesco Giuseppe Borri e l’erudita Athanasius Kircher, anche alte gerarchie della Chiesa si mischiarono con gli studiosi e gli alchimisti. In quel periodo la Chiesa rifiutava la scienza in modo deciso, in quanto metteva in discussione il dogma della fede, questo strano interesse da parte di importanti cariche religiose lascia immaginare un’ala indipendente della chiesa stessa. Quell'alleanza improbabile riuscì forse a cambiare il mondo? Chi erano costoro che si definirono “gli illuminati”? La santa inquisizione perseguitava ferocemente chi con lo studio della scienza potesse destabilizzare e minacciare l’assetto della Chiesa. La leggenda, tramandata nel 1802 dall’abate ed erudito Girolamo Cancellieri, un pellegrino fu ospitato nella Villa Palombara per una notte. Il pellegrino probabilmente fu l’alchimista Francesco Giustiniani Bono, la storia vuole che per tutta la notte cercasse una misteriosa erba capace di produrre oro, al mattino fu visto sparire attraverso la porta “Porta Alchemica” di Villa Palombara, dietro di lui trovarono frammenti d’oro e una carta con strani simboli ed enigmi che nascondevano il segreto della pietra filosofale. Il marchese di Palombara fece incidere sulle cinque porte e sui muri della sua villa il contenuto del manoscritto nella speranza che un giorno qualcuno riuscisse a capire il loro significato. I simboli incisi sulla “Porta Alchemica” si possono trovare tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica della seconda metà del seicento e che probabilmente il marchese di Palombara ne aveva il possesso. La “Porta Alchemica” presenta enigmi e simboli inquietanti che ancora oggi rappresentano un mistero irrisolto. Sul frontone della porta, il disegno mostra un disco con all’interno due triangoli sovrapposti che formano la stella a sei punte di Re Salomone e le iscrizioni in latino: TRIASUNT MIRABILIA/DEUS ET HOMO/MATER ET VIRGI/TRINUS ET UNUS: “Tre sono le meraviglie: Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno”, un cerchio sormontato da una croce e sovrapposto alla stella, reca un altro motto, CENTRUM IN TRIGONI CENTRI , “il centro nel triangolo del centro”, il riferimento al triangolo con al centro l’occhio onnivegente, lo troviamo anche nella simbologia massonica. Che assurdo patto trasversale fu sottoscritto? I massoni che ruolo svolgono nella nostra società? Sarà forse proprio la massoneria, con tutte le sue molteplici sfaccettature, il nuovo ordine che cambierà il mondo? Sarà forse l’alleanza segreta che sovvertirà l’ordine delle cose? Sono forse i massoni nuovi detentori del più grande dei segreti, il “Sang Rèal”, cioè la genealogioa di Cristo? Nella parte alta dello stipite della porta, troviamo, una scritta in ebraico RUAH ELOHIM, “Spirito Divino” sotto si trova un riferimento mitologico a Giasone: HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIVS CVSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS MDELICIUS NON GUSTYASSET IASO, “il drago delle esperidi custodisce l’ingresso dell’orto magico, e senza Ercole, Giasone non avrebbe assaggiato le delizie della Colchide”. Gli alchimisti identificavano il Vello d’oro cercato da Giasone nell’antico mito degli Argonauti con la pietra filosofale, l’obiettivo principale dei loro studi. Gli studi alchemici ed esoterici portarono alla conclusione che lo spirito e la materia divengono un tutto uno, come risultato delle nozze alchemiche, cioè l’unione di un principio naturale e del suo opposto, "l’occulto accoppiamento”. Nella parte inferiore dello stipite si presenta il simbolo della monade, l’unità fondamentale dell’essere, e ancora un testo: EST OPVS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM VT GERMINET SALVTEM PRO POPVLO, “è l’opera segreta del vero saggio aprire la terra, affinché germini per la salvezza della gente” Sul gradino della porta è inciso un interessante motto: SI SEDES NON IS, si può leggere da sinistra a destra “se ti siedi non procedi” e da destra a sinistra, SI NON SEDES IS, “se non ti siedi procedi” in entrambi i casi rappresenta un’esortazione a perseverare nel proprio obiettivo. Il simbolismo utilizzato dagli alchimisti per molti versi ricorda quello della massoneria e dei rosacroce. Il marchese Massimiliano Palombara era un membro dei rosacroce; questo era un importante ordine esoterico la cui origine si perde nella notte dei tempi. Fonti attendibili fanno risalire la sua fondazione al 1407 per merito di un occultista tedesco Christian Rosenkreuz, il quale aveva terminato i suoi studi di occultismo in Terra Santa. Probabilmente Rosenkreuz era un membro di quella massoneria, nata successivamente allo scioglimento dell’ordine del tempio. Probabilmente i templari crearono un nuovo ordine segreto. Tornando all'ordine della Rosa Croce sappiamo che si estinse nel ‘500 ma fu poi rifondato agli inizi del XVII secolo, la dottrina dell’ordine si occupava di molti campi scientifici ed esoterici. L’obiettivo dei rosa croce non è mai stato chiaro, le loro pratiche spesso cariche di misticismo, si basavano sul concetto, che solo gli adepti iniziati potevano avere accesso ai segreti delle conoscenze e in questo precedeva la moderna massoneria, cioè un nuovo ordine che per mezzo della conoscenza si pone come obiettivo di sovvertire il destino del mondo. Tale ordine attraverserà tutta la storia, fino ad arrivare ai nostri giorni, cambiando spesso forma, impetuoso come un fiume in piena , diviso in mille rivoli, ma con l’unico obiettivo di ergersi alla sommità della scala gerarchica della società mondiale. (Nella foto la porta alchemica, visitabile in piazza Vittorio a Roma)
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INFO
SAN GALGANO, SIENA
L'abbazia di San Galgano, dalle marcate caratteristiche architettoniche gotico-cistercensi, fu costruita a partire dal 1218 e poco lontano dalla Rotonda. L'edificio è imponente e testimonia, così, la diffusione ed il grande seguito del culto di san Galgano. L'abbazia raggiunse, nel XIV secolo, una grande potenza, anche grazie alle immunità ed ai privilegi concessi da vari imperatori, tra i quali Federico II, ed alle munifiche donazioni ricevute; a ciò si aggiunse l'esenzione dalla decima da parte di papa Innocenzo III. La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena ed il Papato, che portò nel 1506 ad un interdetto del papa Giulio II contro Siena, che resistette ordinando ai sacerdoti la celebrazione regolare di tutte le funzioni liturgiche.
SAN PIETRO AD ORATORIUM, CAPESTRANO, (AQ)
ARCHEOLOGIA E MISTERI
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