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« Quando 1 vale(va) 1 | La fine del centrosinistra » |
Quasi si ricava l'impressione di stare sognando, di trovarsi in un paese civile quando si legge l'articolo di Bechis apparso sul sito di Libero. Finalmente, un giornalista che si accorge dell'esistenza del nuovo Codice degli Appalti (sebbene l'espressione sia un po' impropria) e dei problemi che la sua recente introduzione ha suscitato, problemi di cui si è occupato, con i suoi pareri sullo schema di Codice, il Consiglio di Stato in sede consultiva.
Finalmente, si sente parlare di qualità della legislazione. Di capi ufficio legislativi inadeguati. Sembra di stare su queste modeste pagine online, quando si parla appunto talvolta di questi problemi, indicandoli come un problema serio del nostro Paese, come una delle vere zavorre che ci portiamo appresso.
Poi, uno apre gli occhi, si risveglia e si ritrova in Italia, il Paese dove l'unica coerenza è dettata dalle convenienze personali e di bottega.
Difatti, critiche di questo tipo non è che non esistessero anni fa, quando governava il centrodestra. Ma erano respinte dai Bechis di turno, sostenendo che i giudici (per riferirci, in questo caso, ai magistrati del Consiglio di Stato) o fossero comunisti o fossero privilegiati o comunisti e privilegiati.
L'articolo di Bechis è pertanto strumentale contro Renzi, volto unicamente a criticarlo e non a comprendere i mali strutturali che affliggono il nostro Paese. Esso rappresenta perfettamente quella strumentalità che ha portato il nostro Paese ad ammalarsi di schizofrenia.
Inviato da: Marion20
il 08/09/2023 alle 01:18
Inviato da: marabertow
il 12/05/2023 alle 22:20
Inviato da: cassetta2
il 21/05/2019 alle 14:01
Inviato da: Igor
il 13/11/2016 alle 17:24
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 20:08