Creato da OnMySkin il 23/05/2006
Gè --- Come il ritmo di un contrabbasso, voi non vi fate vedere nè vi ponete in prima fila, ma quando mancate, qualcosa nel mondo manca e allora tutti si accorgono della vostra importanza. Quando è il momento del vostro assolo, sapete scandire le note con forza e grinta e nel silenzio riuscite a catturare tutta l'attenzione.
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..a te Heaven out of hell
oppur come una furia stracarica di rabbia strema il proprio cuore per impeto eccessivo, anch'io,
sentendomi insicuro, non trovo le parole per la giusta apoteosi del ritual d'amore,
e nel colmo del mio amor mi par mancare schiacciato sotto il peso della sua potenza.
Sian dunque i versi miei, unica eloquenza e muti messaggeri della voce del mio cuore,
a supplicare amore e attender ricompensa ben più di quella lingua che più e piu' parlò.
"QUANDO NON RIESCI A LEGGERE NELL'ANIMA DI QUALCUNO,CERCA DI ANDARE VIA E POI RITORNA."
BORIS PASTERNAK
Credo in me, credo nel mio amore.. per arte, si muore
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Post n°101 pubblicato il 30 Agosto 2006 da OnMySkin
È stato un solco,tracciato all’improvviso senza certezze,senza prudenza nell’ annusarci d’istinto e di stupore, in un crescendo che ha dell’ irregolare. Forse l’attesa ci ha visto troppo soli, forse nel mondo non sapevamo stare così distanti ad aspettarci ancora. Così prudenti,così distanti,così prudenti. Sei il suono, le parole di ogni certezza persa dentro il tuo odore. Siamo gli ostaggi di un amore che esplode ruvido di istinto e sudore. È stato un lampo esploso in un secondo a illuminarti in un riflesso, quando temevi tutta la luce intera, l’iridescenza della tristezza. Probabilmente lasciandomi cadere a peso morto al tuo cospetto avrei sicuramente permesso la visuale sulle mie alienazioni,sui miei tormenti,sui miei frammenti. Ma voglio che tu tu piano piano scivoli dentro me, ma voglio che poi nell’insinuarti sia incantevole. Ma voglio che tu tu piano piano faccia strage di me in un incerto compromesso tra la mia anima e il suo riflesso. Sei il suono, le parole di ogni certezza persa dentro il tuo odore. Siamo gli ostaggi di un amore che esplode fragile di istinto e sudore. Quanti graffi da accarezzare per tutti i cieli che possiamo tracciare, tutte le reti del tuo odore dentro gli oceani che dobbiamo affrontare. Ma voglio che tu tu piano piano scivoli dentro me, ma voglio che tu nell’insinuarti sia incantevole. Ma voglio che tu tu piano piano scivoli dentro me, ma voglio che tu nell’insinuarti tu sia incantevole. Ma voglio... L'Odore (Subsonica)
* sono le 16 di un martedì di lavoro.. un giorno come un altro qualcuno potrebbe pensare.. bè i giorni non son mai sempre gli stessi.. c è solo una cosa che non cambia, quel mio pensiero che mi parla di te, quella che se ne va in giro per l Europa e non sa che mi ricordo ancora il suo odore.. |
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Chi può scrivere sul blog
..lacrime
nel pianto vi sono le lacrime
I suoni emessi dalla tua bocca
si disperdono nell'aria
Le lacrime restano solo sulle tue guancie
Nel silenzio del tuo pianto
le grida della tua voce
Le bacerei.. quelle lacrime!
..come disidratato d'Amore
immagini
si entra all'improvviso
si sfoggia un bel sorriso
e' solo col buon viso che si puo' giocare
due,
la scelta del prodotto
qualcosa che sia ghiotto
gustoso, conveniente ma ridotto
terzo,
si studia l'etichetta,
si stacca la linguetta,
possibilmente fatto in tutta fretta
quarto,
si fa un respiro forte,
si passa fra le porte,
solamente allora potrai dire...
...funziona,
non suona
e allora
ancora!
il Mio Tempo
E’ Ferragosto. Quale miglior regalo di un libro? E di un libro che insegna l’arte dell’ozio?
Il libro è: “L’ozio come stile di vita”
di Tom Hodgkinson. Cito dalla prefazione: “Oziare significa
essere liberi, e non soltanto di scegliere fra McDonald’s e
Burger King o fra Volvo e Saab. Significa essere liberi di vivere la
vita che vogliamo fare, liberi da capi, salari, pendolarismo, consumo,
debiti. Oziare significa divertimento, piacere e gioia.
C’è una rivoluzione che sta fermentando, e la cosa
grandiosa è che per prendervi parte non dovete fare
assolutamente nulla.”
Chi vive solo per lavorare quindi è un miserabile, chi ozia un rivoluzionario.
Paul
Lafargue, genero di Karl Marx scriveva nel suo libro: “Il diritto
all’ozio”: “Una strana follia possiede le classi
operaie delle nazioni in cui domina la società capitalistica.
E’ una follia che porta con sé miserie individuali e
sociali che da due secoli stanno torturando la triste umanità.
Questa follia è l’amore del lavoro, la passione esiziale
del lavoro, spinta sino all’esaurimento delle forze vitali dell’individuo e della sua progenie”.
Il
lavoro nobilita il capitalista, il manager, il finanziere e immiserisce
il lavoratore dipendente, il precario, il cococo che assomiglia sempre
più a una bestia in gabbia. Una bestia che deve sviluppare
enormi quantità di lavoro per rimanere in vita.
Prendete la vostra ora di noia quotidiana,
senza fare nulla, guardando fuori dalla finestra o il soffitto.
E’ la vostra ora d’aria, quella che viene concessa anche ai
carcerati. Insegnatela ai vostri figli, spiegategli che non far niente,
non avere nessuno che ti dica cosa devi fare è importante.
L’ozio è il padre e la madre di tutte le idee migliori.
Andrebbe insegnato a scuola, come ora di meditazione. Siamo dentro a un meccanismo che ci impedisce di pensare, un tapis roulant dalla culla alla tomba.
Fermi! Fatelo adesso: non fate nulla.