Creato da OnMySkin il 23/05/2006
Gè --- Come il ritmo di un contrabbasso, voi non vi fate vedere nè vi ponete in prima fila, ma quando mancate, qualcosa nel mondo manca e allora tutti si accorgono della vostra importanza. Quando è il momento del vostro assolo, sapete scandire le note con forza e grinta e nel silenzio riuscite a catturare tutta l'attenzione.
 

 

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Post n°139 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da OnMySkin
Vient.. scoscia stanott
tras pe sott
e fatt sentì!!
Vient.. vient.. nient ce rest pe ce ncazzà..
Vient.. tras int e piazz
rump e finestr e nun te fermà..
Vient.. vient.. puortm e voci e chi vo alluccà..
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Commenti al Post:
Artemide_7
Artemide_7 il 04/10/06 alle 20:16 via WEB
Amo questa canzone...Buona serata...Un abbraccio e un bacio.Arte
 
 
OnMySkin
OnMySkin il 05/10/06 alle 11:40 via WEB
abche io amo questa canzone :) buon giorno a te.. un bacio!
 
XafterglowX
XafterglowX il 05/10/06 alle 10:49 via WEB
La "lingua" napoletana è di per se già poesia...
 
 
OnMySkin
OnMySkin il 05/10/06 alle 11:42 via WEB
ogni frase in napoletano è poesia.. con tutte le sue espressioni e sfumature.. poi essendo molto flessibile si adatta ad ogni contesto.. adoro la mia "lingua"..
 
   
XafterglowX
XafterglowX il 05/10/06 alle 12:00 via WEB
Si, anch'io... specialmente quando si incappa in alcuni termini intraducibili in italiano. proprio ieri con amici si cercava di tradurre il termine 'nzuarat (aggettivo rivolto ad una pesca che aveva uno strano sapore). Non ci siamo riusciti.
 
     
OnMySkin
OnMySkin il 05/10/06 alle 12:05 via WEB
bellissimo.. sulla stessa scia mi viene in mente "nzivata".. abbiamo degli aggettivi che sono solo nostri..
 
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..si scorre tutto il cielo per trovare una stella..

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Donna Cuncè.. a cchiù bell!

 

..lacrime

In un discorso vi sono le parole
nel pianto vi sono le lacrime
I suoni emessi dalla tua bocca
si disperdono nell'aria
Le lacrime restano solo sulle tue guancie
Nel silenzio del tuo pianto
le grida della tua voce
Le bacerei.. quelle lacrime!
..come disidratato d'Amore


 
 

immagini

Uno,
si entra all'improvviso
si sfoggia un bel sorriso
e' solo col buon viso che si puo' giocare
 due,
la scelta del prodotto
qualcosa che sia ghiotto
gustoso, conveniente ma ridotto
 terzo,
si studia l'etichetta,
si stacca la linguetta,
possibilmente fatto in tutta fretta
 quarto,
si fa un respiro forte,
si passa fra le porte,
solamente allora potrai dire...
 ...funziona,
non suona
e allora
ancora!
 

il Mio Tempo

L'ozio è rivoluzionario



E’ Ferragosto. Quale miglior regalo di un libro? E di un libro che insegna l’arte dell’ozio?
Il libro è: “L’ozio come stile di vita” di Tom Hodgkinson. Cito dalla prefazione: “Oziare significa essere liberi, e non soltanto di scegliere fra McDonald’s e Burger King o fra Volvo e Saab. Significa essere liberi di vivere la vita che vogliamo fare, liberi da capi, salari, pendolarismo, consumo, debiti. Oziare significa divertimento, piacere e gioia. C’è una rivoluzione che sta fermentando, e la cosa grandiosa è che per prendervi parte non dovete fare assolutamente nulla.”
Chi vive solo per lavorare quindi è un miserabile, chi ozia un rivoluzionario.
Paul Lafargue, genero di Karl Marx scriveva nel suo libro: “Il diritto all’ozio”: “Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui domina la società capitalistica. E’ una follia che porta con sé miserie individuali e sociali che da due secoli stanno torturando la triste umanità. Questa follia è l’amore del lavoro, la passione esiziale del lavoro, spinta sino all’esaurimento delle forze vitali dell’individuo e della sua progenie”.
Il lavoro nobilita il capitalista, il manager, il finanziere e immiserisce il lavoratore dipendente, il precario, il cococo che assomiglia sempre più a una bestia in gabbia. Una bestia che deve sviluppare enormi quantità di lavoro per rimanere in vita.
Prendete la vostra ora di noia quotidiana, senza fare nulla, guardando fuori dalla finestra o il soffitto. E’ la vostra ora d’aria, quella che viene concessa anche ai carcerati. Insegnatela ai vostri figli, spiegategli che non far niente, non avere nessuno che ti dica cosa devi fare è importante. L’ozio è il padre e la madre di tutte le idee migliori. Andrebbe insegnato a scuola, come ora di meditazione. Siamo dentro a un meccanismo che ci impedisce di pensare, un tapis roulant dalla culla alla tomba.
Fermi! Fatelo adesso: non fate nulla.

 
 
 

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