Stanchi e freddi
sicuramente soli
Fra le nostre tasche
Celeremo L’ invito
Macabro dono
Che ogni madre regala
Fra le urla del parto
Al figlio che nasce
Saremo persi
Lucidamente vivi
Reclusi…
L’infinito è vuoto
Per la festa dei morti
Spegneranno i sensi
Nudi saremo dal sangue
E Fredda materia
Non più polvere
di legno di cedro
E ricordi di pioggia
Nei riflessi di vita
Solo silenzio
Ade
Io
E la vita eterna
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Giunta la sera
Il suono di un piano
Nel lusso e nel fasto
Del grande castello
Legato
Dall’odio della gente
Il principe prega
E delicatamente spira
Perisce nel ricordo
Un cupo tramonto
Mano del suo amore
Pigiata sul cuore
Da lontano
La folla urlava:
“Il Re è morto
Ghigliottinato”
Il verde ed il giallo dei campi
Le magiche notti stellate
Formali danze reali
Ed i pensieri del piccolo principe
Lento è il sentiero
Che scende all’inferno
malinconica
seta sgualcita
Il sangue gocciola
Sull’infeconda terra
Nessun Narciso sboccia
Inseguendo il sole
Piange il principe
Investito dalle urla
Soffocato dalla calca
Una madre che non conosce
“Oh mia Regina! Madre mia!
Dove sono
Le sontuose vesti
e i tuoi piccoli passi?”
Casca la lama
e si spegne il chiarore
La memoria si dissolve
Scende la notte sull’aurora
Sono il principe
Sono il primogenito figlio del Re
Ho imparato a sellare il cavallo
E a fare sorrisi
Il popolo mi ama
Celebra la mia morte
Assorbo gli sguardi acidi
E intravedo in essi...
La mia libertà
Inviato da: cassetta2
il 15/10/2020 alle 09:46
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 12:27
Inviato da: circe70
il 17/11/2013 alle 18:03
Inviato da: il_miranda_defunto
il 17/11/2013 alle 17:56
Inviato da: Circe70
il 17/11/2013 alle 17:53