Modestia e GenialitàIspirami.. voglio dipingere con parole di seta la morbidezza dell'immortalità... Sebino t'Amo! |
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Oggi propongo un semplice paragone su due fatti simili successi, l’uno in Italia sotto il governo di centro sinistra, l’altro in Russia sotto il governo Putin.
Nel 2001 lo stato tramite Enel rientra nel settore delle telecomunicazioni acquisendo Infostrada per una cifra pari a 11 miliardi di euro. Infostrada sostanzialmente è la vecchia rete telefonica interna delle Ferrovie dello Stato, (e quindi pagata dai cittadini), che il governo Prodi privatizzò vendendola a Olivetti (e quindi a De Benedetti), per 700 miliardi delle vecchie lire pagabili con comode rate per 14 anni. Subito dopo Olivetti la rivendette in un'unica soluzione alla tedesca Mannesman per 14.000.000.000.0000 (14 mila miliardi) di lire, cioè 20 volte in più di quanto la pagò. L’allora manager delle Ferrovie Lorenzo Necci, non seguendo il consiglio amichevole di Giuliano Amato e Massimo D’Alema di non contrattare troppo il prezzo con Olivetti, si fece casualmente mesi di carcerazione preventiva prima di essere assolto.
Sotto il governo Eltsin invece in Russia, tale Khodorkovski si accaparrò il colosso petrolifero Yucos con denaro prestatogli dai Rotschild, per 273 milioni di dollari. Alle quotazioni di borsa però tale colosso risulta valere circa 60 volte di più, e cioè19 miliardi di dollari. Il Wall Street Journal paragonò l’operazione all’acquisto di un Rolex di platino in una piazzola dell’autogrill per 30 euro. Una volta divenuto Putin capo di Stato sequestrò la Yukos e la restituì alla Russia e Khodorkovski fu condannato ai lavori forzati in Siberia.
Lascio a voi ogni conclusione…. |
Prendendo spunto da alcuni articoli del Grandissimo Maurizio Blondet e pubblicati sul sito effedieffe.com vorrei proporre questo spunto di riflessione.
L’Italia è l’unico paese al mondo che produce il 90% dell’energia bruciando petrolio e gas vale a dire due materie prima sempre più rare e quindi costose; tale costo quindi si riflette nella nostra industria rendendola meno competitiva. Secondo la Westinghouse, che ha il primato mondiale nella progettazione di centrali atomiche, basterebbero tre anni per rimettere in funzione le centrali di Caorso e Trino Vercellese. L’elettricità creata dal nucleare costa 2-3 centesimi a kwh contro i 9-10 dell’energia elettrica da petrolio, forse è anche per questa ragione che in tutto il mondo stanno prolificando sempre più le centrali atomiche unita alla ormai assoluta sicurezza con centrali auto spegnenti e a nucleo totalmente chiuso. Ma in Italia a causa di un referendum svoltosi l’8-9 novembre 1987 sancì di fatto la rinuncia da parte a questa fonte energetica nonostante il testo dei tre quesiti referendari non avrebbe imposto affatto l’abbandono del nucleare. Probabilmente si è giunti a questa scelta per la convergenza perversa degli interessi della politica (che non riusciva a “tangentizzare” tale settore) da un lato e delle lobby petrolifere dall’altro. Non voglio dilungarmi oltre su questa scelta ma vorrei porre l’attenzione sulla ripercussione economica che tale scelta ha avuto. Passati gli anni del petrolio a basso costo oggi ci ritroviamo pure incalzati dal continuo fermento della concorrenza (sleale) asiatica. Secondo alcuni studi il danno economico nella bolletta energetica degli italiani si può tranquillamente stimare in una cifra attorno ai 100.000.000.000 di euro; a ciò però dobbiamo aggiungere circa 10.000.000.000 di euro per mantenere in stato di standby le esistenti centrali oltre ai costi di riconversione di Montalto di Castro allora in costruzione. Inoltre cito le dichiarazioni di Bruno Musso ex amministratore delegato di Ansaldo: “dal punto di vista dell’industria, significò la cancellazione di 4000 miliardi di contratti praticamente in un istante. Per l’Ansaldo questo fu un colpo terribile: 1700 persone qualificate, tecnici, ingegneri, periti e quant’altro si trovarono dalla sera alla mattina spiazzati e la scelta di fronte alla quale l’Ansaldo si trovò fu quella di scegliere tra cassa integrazione di 1700 persone o la conversione tentando strade nuove”. Inoltre L’ex vice ministro Possa ha pubblicamente rilevato come con il referendum”ci siamo giocati […] un’intera linea di politica industriale, promossa con coerenza per almeno quindici anni”; e ancora “molte delle aziende italiane operanti in questo settore, che avevano fatto cospicui investimenti di ammodernamento, nella previsione di un responsabile impegno italiano nel nucleare, con la decisione di abbandono del settore si sono trovate subito in rilevanti difficoltà”. In seguito all’abbandono del nucleare ci sono state «drastiche riduzioni di personale e spesso anche sofferte chiusure d’attività. Le aziende rimaste sul mercato hanno comunque subito una rilevante perdita di competitività rispetto alle concorrenti estere». L’ENEL nel 1987: “una rinuncia totale al nucleare [avrebbe compromesso] seriamente la sicurezza dell’approvvigionamento energetico del Paese ed il necessario sviluppo e competitività del sistema produttivo nazionale”. Quindi l’Italia da paese produttrice si è trasformata in Paese consumatore di energie elettrica prodotta col nucleare nelle Nazioni vicine (circa il 18%). Il ministero dell’Industria francese, sul suo sito internet informa i cittadini d’oltralpe che dalla vendita di corrente all’estero (e l’Italia è il miglior cliente) derivano utili tramite i quali è possibile ridurre la bolletta agli utenti francesi. La dipendenza italiana dai combustibili fossili, conseguenza del mancato sviluppo del nucleare, comporta oggi, all’atto pratico, un costo dell’elettricità superiore alla media UE: del 25% per le imprese e del 38% per le famiglie italiane (per tacere del confronto con la Francia, ancor più sconfortante), ma soprattutto ci espone a gravissimi rischi strategici. A questo riguardo Felice Ippolito, uno dei fondatori dell’ENEL amava ricordare che «senza indipendenza energetica non c’è libertà».Inoltre Ippolito già nel 1997, a pochi mesi dalla morte, disse profeticamente: «la metanizzazione sfrenata ci porta ad essere schiavi… se un domani i fondamentalisti islamici interrompono il gasdotto dall’Algeria [o] se la Russia lo dovesse interrompere per qualche motivo interno, noi siamo col culo per terra»… |
Dopo una breve carrellata sui bilanci dell’Alitalia degli ultimi anni vorrei porre l’attenzione sui conti dello Stato del 2004 (fonte Istat). In quell’anno il totale delle tasse che abbiamo pagato nel 2004, locali, statali, dirette e indirette etc etc sono state circa 434 mld di euro; il totale delle spese (sanità, istruzione, esercito ecc) è di (362) mld di euro; quindi abbiamo una differenza positiva (A) di 72 mld. Inoltre ha incassato 177 mld tramite i contributi sociali e ha pagato pensioni per 224 mld, quindi ci troviamo in presenza di un deficit previdenziale (B) di (177-224) = (47) mld. A questo punto calcoliamo il surplus primario (C = A - B) = 25 mld. Nello stesso anno lo Stato ha pagato interessi passivi sul debito pubblico,ereditato da lorsignori che amministravano negli anni ’80, per ( D ) = ( 68 ); quindi nel 2004 il Bilancio del paese Italia si è chiuso con un deficit ( C – D ) = (43) mld nonostante gli introiti riportati in precedenza di 434 mld.
Come detto il buco delle pensioni è stato di circa 47 miliardi di euro quindi ora analizziamo brevemente alcuni dati inerenti. In Lombardia ogni 100 euro di pensioni che incassiamo ne versiamo poco meno di 101 di contributi sociali; in Veneto più o meno accade la stessa cosa. In Calabria per ogni 100 euro incassati di contributi sociali ne versano meno di 26; la differenza lo Stato la prende dalle tasse. Se sommiamo le tre regioni che più costano in previdenza (Sicilia, Campania e Puglia) otteniamo un buco pari a circa 15 mld di euro, (cifra che consentirebbe ad esempio la realizzazione di 11 autostrade Bre-Be-Mi ), soldi che vengono prelevati dalle tasse e quindi anche dalle aziende che così non possono investire nella famigerata ricerca e sviluppo. A questo punto ritengo indispensabile una riforma per il federalismo fiscale che includa anche il sistema pensionistico su base regionale. |
Stufo delle solite beghe sul calcio qualche tempo fa finii x discutere (al bar) sul caso Alitalia, visto che ora siamo di fronte all’ennesima crisi finanziaria vi propongo una breve cronistoria della società basata sul bilancio consolidato della stessa che controlla altre società e quindi ha la possibilità di distribuire utili e perdite tra esse.
Relazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 1993: il bilancio consolidato riporta significative perdite di esercizio e un notevole incremento dei debiti a breve, a medio e lungo periodo: perdite dovute prevalentemente alla capogruppo Alitalia spa e gli amministratori annunciarono un piano di risanamento finalizzato a un tempestivo riequilibrio della gestione. Tutto ciò nonostante poco tempo prima lo Stato aveva preso dalle tasche degli italiani 292 milioni di euro per coprire le perdite.
Nel 1994 Alitalia prese solo 192 milioni di euro ma anche in questa occasione si presentò un piano basato sulla necessità di una ricapitalizzazione della capogruppo , al fine di un definitivo assestamento della situazione.
Nel 1995 Alitalia perde relativamente poco: 47 milioni di euro; ma i revisori contabili affermano che non c’è più la possibilità di andare avanti poiché l’indebitamento finanziario consolidato è arrivato a 3.313 miliardi di vecchie lire, ma la gestione ha perso poco in quanto ha beneficiato di operazioni straordinarie.
Nel 1996 Alitalia perde 625 milioni di euro nel bilancio consolidato, tuttavia per coprire le perdite arrivano dalla repubblica Italiana (o meglio su gentile concessione dei Cittadini Italiani) 516 milioni di euro di aumento di capitale sociale. La relazione di certificazione stranamente indicava che le cose andavano male ma che il bilancio consolidato è stato predisposto applicando criteri valutativi che presuppongono la continuità aziendale garantita da un piano di ristrutturazione e di successivo sviluppo predisposto dagli amministratori.
Nel 1997 ci fu un aumento di capitale sociale di 516 milioni di euro (presi dalle tasse dei cittadini) e si chiuse in utile; utile dovuto a proventi straordinari relativi all’adeguamento del prezzo di cessione della partecipazione nella società Aeroporti di Roma , alla vendita di un’altra partecipazione nella società Galileo e a 700 prepensionamenti che stiamo pagando ancora noi.
Nel 1998 vi è stato un altro aumento di capitale, questa volta di 680 milioni di euro.
Nel 2000 Alitalia perde 256 milioni di euro e i revisori affermano che, nel secondo semestre dell’esercizio, la società capogruppo, l’Alitalia, ha venduto 20 aeroplani MD 80 e, contestualmente, li ha presi in locazione, ottenendo così una plusvalenza di 317 miliardi , che sono stati contabilizzati bene, perché 304 sono stati differiti per la durata dell’affitto mentre 317 di cash sono stati utilizzati subito per pagare gli stipendi.
Nel 2001 Alitalia perse 907 milioni di euro e ne ricava 258 come aumento di capitale sociale. Novità di quell’anno è che la società capogruppo ha avviato un rilevante processo di ristrutturazione che prevedeva tra l’altro incentivi al personale per il pensionamento anticipato.
Nel 2002 Alitalia ricava 93 milioni di utile costituiti tra l’altro da 567 milioni di euro di proventi straordinari, dei quali 266 per l’esito del procedimento arbitrale con KLM (250 più interessi), 76 dalla plusvalenza ottenuta grazie alla cessione delle attività del comparto Sigma alla Galileo e 43 dalla vendita alla Lamaro Srl di Roma dell’immobile adibito a centro direzionale in zona Magliana e di una parte di terreni di proprietà Alitalia a Fiumicino, sul quale la Lamaro stessa costruirà il nuovo centro direzionale che sarà affittato all’Alitalia. Sempre nel 2002 in cassa entrano 828 milioni di euro per aumento di capitale sociale.
Nel 2003 vi è una perdita di 520 milioni di euro e i revisori non danno il loro giudizio professionale perché vi sono troppe incertezze; e a bilancio non viene inserito nemmeno la svalutazione della flotta.
Questi i dati relativi ai conti degli ultimi anni, non aggiungo altro, ognuno tragga le proprie conclusioni!
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Assoluto dominatore del mio stato d’animo Il tempo indefinito e astratto: Rapido e gioioso abbracciati Infinitamente lento e pesante senza te Vittime del passato Timorosi del futuro Viviamo il presente
Tra mille righe e mille parole Scorrono i miei pensieri Destinati a morire Se non giungono al tuo essere.
Nasconditi irriverente a me Fuggi dal mio desiderio d’incontro.
Intenso e vivo il mio passato Incerto e affascinante il mio futuro Probabilmente insensato il presente Colmo d’idee vagabonde e assenze strazianti.
Teneramente l’uno accanto all’altra Seguivamo la strada fiduciosi Inconsapevoli che presto si sarebbe divisa Spezzando la mela in due metà Troppo piccole perché colmino L’appetito del mio cuore.
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Tutti ti vorrebbero Ma pochi ti hanno O forse pochi sanno: Riconoscerti, apprezzarti e Amarti…
Secondo alcuni, i figli ingrati della vita, il segreto per abbracciarti forte è accontentarsi.. Se così fosse scendiamo tutti in piazza frustrati, senza un briciolo di ambizione, forse repressi ma sicuramente soddisfatti e quindi contenti. Che il segreto della soddisfazione stia nella repressione?
Secondo i più arditi e impudenti al contrario il segreto della soddisfazione risiede nel “non accontentarsi”, nel porsi obbiettivi sempre più alti, irraggiungibili ma che spingono a percorrere la strada del continuo miglioramento. Che il segreto della soddisfazione stia nell’insoddisfazione (di non raggiungere mai gli obbiettivi)?
Ardito o Figlio ingrato Tutti ti vorrebbero Ma pochi ti hanno O forse pochi sanno: Riconoscerti, apprezzarti e Amarti…
Corsa esasperata a rincorrere chissà che cosa Può far dimenticare di apprezzare ciò che si ha Urla chi non ha mai corso Ma solo atteso
Contrariamente un buon corridore Sa che lo sprint inizia perché la soddisfazione Sorge lungo la strada E che la ricerca di ciò che non si ha Nasce solo per l’aver apprezzato troppo ciò che già si possiede..
Alba della ricerca Fonte di vita! |
Post n°20 pubblicato il 13 Settembre 2006 da il_pensatore_folle
Certe occasioni non capitano mai nella vita Altre capitano una sola volta Altre ancora una volta e mezza Non sempre arrivano alla seconda E non sempre dipende dal destino… Mente offuscata Cuore straziato Paura Ecco alcuni esempi Di ciò che può condizionare la nostra vita: Mia, tua e nostra… Nei nostri cieli il sole risplende e scalda. Speso però si è troppo impegnati O semplicemente troppo distratti O forse anche troppo timorosi Ecco, forse è il timore Timore non importa di cosa Ma quando di mezzo c’è lui La lucidità viene meno E le gioie Che potrebbero condurre alla serenità Tanto agognata e desiderata Ma talmente ricercata e astratta Che spesso non ci si accorge dei fattori che potrebbero condurci ad essa
Sei in cerca della chiave per poter rivedere l’obbiettivo Ma sei sicura di aver mai visto l’obbiettivo? E anche qualora lo avessi visto Sei sicura di poterlo o volerlo vedere anche ora? Il ragionamento forse andrebbe invertito: Prima ti poni l’obbiettivo E in un secondo momento Come un bramoso cercatore di tesori Adoperarsi nella ricerca della chiave… Rievocare il passato Forse non ha nessun senso Forse serve solo a danneggiare la candida immagine rimasta forte e coesa in noi Forse la partita non andrebbe giocata Forse forse forse… Non è che forse a volte si riflette troppo Perdendo così lo spunto per agire?
Ma sei realmente sicura Della strada che hai intrapreso? Ogni minima azione odierna Potrebbe influenzare l’avvenire La vita cosa troppo seria è Per potersi permettere anche un solo piccolo sbandamento La vita troppo breve è Per poterla prendere seriamente…. ….E noi rimaniamo fermi Attorniati da questa fitta nebbia In attesa…. Consapevoli che in ogni caso Se uno sbaglio non sarà Poco distanti saremo. Agire o pensare? Eterno dilemma…. Sempre fermi nell’attesa Nonostante la storia maestra ci insegni Che probabilmente non arriverà mai. Attesa vana Fiori appassiti Tramonti lacustri che ci accarezzano Sguardo assetato di sorriso Mani bramose di pelle delicata Inarrestabile rotazione d’astri Pescatori di certezza alla deriva Cercatori d’antichità senza tempo smarriti nell’orizzonte Salmoni stanchi vinti dalla corrente Luna spenta che si rifiuta di risplendere nelle nostre serate Albatri svogliati nel dominio dei cieli.. Questo, può essere il futuro Se non si pondera razionalmente il presente… E tu che fai? Non riesci a districarti Tra chiave e obbiettivo? Respiro profondo e pensiero immediato: “Sono soddisfatta?” Soddisfazione: chiave di rivolta Musica per danza di cambiamento |
Post n°19 pubblicato il 09 Settembre 2006 da il_pensatore_folle
Stato d’animo a me ignoto Potrò mai un giorno accarezzarti? L’essermi ignoto mi spinge a te Tra le tue fraterne e crudeli braccia Nel caldo e gelido respiro
Vaga idea in me Ma come può appartenermi senza Lei?
In ogni tuo abbraccio Il Suo confine assumeva contorni ben dipinti Nell’arcobaleno d’emozioni Che assalivano l’eterno sogno che fu la mia vita.
Giochi luminosi Di color giallo, arancio, rosso, viola fucsia e lilla Accarezzano la natura incontaminata Risplendono negli allegri balzi dei delfini E nel dolce rincorrersi degli ermellini
Tra i fitti rami Spiragli di beatitudine All’imbrunire del mio animo Calda e candida brezza Asciuga il dolore dal mio viso E accompagna la mia dolce sofferenza
Serenità mia immortale amica Tornerai a trovarmi? Tutto è legato al tuo sorriso Oramai solo pallido ma vivo ricordo
Scorre la sabbia nella clessidra delle nostre vite Non cancellando la speranza che in nuovo battito d’ali di libellula Che in una nuova eclissi Sole e Luna possano tornare ad abbracciarsi, Giorno e Notte ad avvolgerci, Caldo e Freddo a stringerci; Regalandoci quella infinità d’emozioni E quell’eternità di sensazioni Di una tua carezza Di un tuo sguardo Di un tuo gesto Di un nostro Unico e interminabile respiro! |
Post n°18 pubblicato il 07 Settembre 2006 da il_pensatore_folle
Destino beffardo e crudele Se è vero che metti a dura prova i migliori… O sarà semplicemente l’espiazione di non so bene cosa?
Stato d’animo allegro, felice e gioioso Triste, malinconico e guardante al passato.
Il presente non conta, Lo si deve vivere nonostante tutto Aiutati nella speranza di un futuro Che già probabilmente si sa non arriverà…
A volte il cuore batte e palpita A volte è sereno e tranquillo Tuttavia la mente non sa bene cosa preferire…
Serenità e tranquillità Due doti che non so amare, Che non mi apparterranno mai.. Che farmene?
L’eterna infelicità mi appartiene Visto che non so cosa sia l’accontentarsi… O la felicità sta proprio nel percorrere quotidianamente La strada dell’eterna infelicità che porta al continuo miglioramento?
Stato d’animo allegro, felice e gioioso Triste, malinconico e guardante al passato.
Decidi del mio presente e del mio futuro, Al mio passato hai già dato E’ giusto ricordarlo o dimenticarlo? E’ giusto lasciare che interferisca ancora in me?
Se vuoi il massimo devi essere pronto a dare il massimo, Raggiungere il confine e poi oltrepassarlo. Appunto per ciò desidero per il mio animo Nessuna pietà e nessuna privazione Dall’eterna gioia all’eterno dolore Deve essere unica la strada Che un giorno mi condurrà Sulla vetta in attesa del tramonto Figlio dell’ultima Alba!
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Silenzioso risuona il mio passo Nell’oscuro bosco in cui è finito il mio animo.
Desideroso di luce E’ il mio sguardo Assetato del tuo sorriso.
Nessun gesto è speso inutilmente Poiché animato dalla Passione che coinvolse Anima e Corpo unendoli in solenne Danza.
Galant'uomo sarà il tempo che renderà giustizia; Lenti e devastanti scorrono i secondi che paiono anni: Quattordici mesi, Quattrocentoventi giorni, Diecimilaottanta ore, Seicentoquattromilaottocento minuti, Trentaseimilioniduecentoottantottomila secondi Dalla tua ultima carezza, Dal tuo ultimo sguardo, Dal tuo ultimo sorriso Ma ancora prigioniero ti sono… Mai carcerato fu più felice!!
Dolce e melodica è la poesia che ci lega, Intensa e soave è la fiaba raccontata dal nostro respiro.
Dal sognare il Paradiso A vivere un sogno (in ogni tuo gesto) All’addormentarsi in un delicato passato Dal quale non ha senso risvegliarsi.
Quattordici mesi Nessun episodio dimenticato Forse tra Trentaseimilioniduecentoottantottomila anni…. Ma non credo. Che senso avrebbe? Chi se lo perdonerebbe?
Veloci e spavaldi Risuonano i miei passi Nella verde e rigogliosa prateria Ora che i miei occhi Brillano del tuo splendore.
Quattordici mesi Senza Fretta alcuna sono trascorsi Evidentemente intenzionati a non fermarsi Dall’inesorabile “marcia della deriva”.
Saremo vicini stando lontani Destino beffardo e crudeli fatalità Non possono certo bastare A spegnere la luminosa scia Della nostra stella.
Quattordici mesi, Forse troppi, forse pochi… Quattordici mesi Ma sempre tu in me! |
Inviato da: noncisonomacisono
il 02/11/2007 alle 10:27
Inviato da: noncisonomacisono
il 28/09/2007 alle 11:24
Inviato da: L.u.c.e
il 12/08/2007 alle 16:48
Inviato da: gior005
il 11/08/2007 alle 14:07
Inviato da: fanniemae
il 09/07/2007 alle 21:34