Affinché sia detto..

Ehi, ehi, ehi, piromane

 Ehi, ehi, ehi… piromane, amante del fuoco,

con la scusa del gran caldo approfitti e

ti arroghi il diritto di appiccare le fiamme

agli arbusti secchi e tramite essi a boschi interi,

a macchine e scooters non tuoi, per sfregio,

per ripicca, per invidia o per miseria personale,

dimmi, che cosa ti piace di più nel tuo incendio:

il colore, rosso e giallo, delle fiamme alte,

il calore che ti viene incontro e si espande

o quel crepitio disperato di rami e tronchi

o l’odore acre del fumo pungente

o il fetore dei rivestimenti di plastica in fusione?

dimmi, ti piace il contorcersi senza colpa

degli alberi e degli oggetti inanimati,

il fuggi fuggi di animaletti già in agonia,

la corsa spaventata di lepri e scoiattoli,

il fruscio di soprassalto di uccellini e

il pigolio morente nei loro nidi;

ti piace vedere il terrore negli occhi

degli assediati dal tuo fuoco,

le ferite di chi ha cercato di salvare persone e cose,

i danni immeritati non dovuti al caso,

la distesa a lutto di campi e boschi

ad accusa della tua criminale sfuriata?

 Io, amante, mi stringo forte alla mia amata,

ma tu che ami il fuoco perché non ti stringi

in un forte abbraccio alle sue fiamme,

avvolto, passionale, nelle sue scintille,

invece di scappare più veloce di una lepre

e lasciare ad altri il triste compito

di raccogliere le inutili ceneri,

a testimonianza della tua mente malata?

Mamma Ge