Sesso, sesso...delle mie brame
Le relazioni sessuali naturali all’interno di un gruppo di animali avvengono secondo regolari scadenze fisiologiche, con l’implicito scopo della riproduzione. L’uomo invece, più che per scadenze naturali, pratica il sesso per pressione ormonale, induzione da fantasie erotiche o per reazione psicologica o nervosa, in spazi e tempi ideali e non secondo i dettami della natura, più per autoconsumo che non per compartecipazione a due, e quindi irresponsabilmente rispetto alle implicazioni e conseguenze piscofisiche delle persone coinvolte; lo scopo principale è il gioco e la procreazione sopraggiunge, il più delle volte, come una sgradevole sorpresa.
La sessualità è invece uno stimolo fisiologico naturale, che chiede di risolversi e in mancanza di accoppiamento si risolve da solo, senza traumi e senza conseguenze, in tutto il mondo animale. La sessualità è una necessità assolutamente primaria per la procreazione, ma assolutamente secondaria ai fini dell’esistenza; quindi, nessuna infatuazione vale un amplesso e nessun amplesso vale un aborto, e sicuramente non sono giustificate certe morbosità, depravazioni e violenze ostentate dall’uomo, maschio o femmina che sia, in questo campo, e nemmeno la omosessualità.
La omosessualità, non avendo nessuna funzione e quindi nessuna giustificazione naturale, né altra motivazione di esistere che non sia solo autoreferenziale, è da considerarsi ‘fuori’ dagli schemi naturali necessari, e pertanto è ingiustificata anche laddove esistano forme patologiche congenite, perché il sesso è di importanza del tutto secondaria ai fini dell’esistenza e sopravvivenza. Tanto meno sono giustificate tutte quelle forme di ipocrisia, depravazione, adescamento e prostituzione collegate a questa deriva dalla legge della natura.
Gli anticoncezionali, non certo salutari, sono una forzata libertà per copulare senza timori di conseguenze procreative. Ad usarli è solo la donna, sia perché ha paura che, se non disponibile, di perdere il suo uomo, (questo stesso suo uomo che è interessato solo al sesso e non a mettere su famiglia insieme a questa sua donna-oggetto!), sia perché senza questa garanzia lei potrebbe diventare ragazza madre e la eventuale prole potrebbe rimanere senza padre. Forse sarebbe il caso che la donna selezioni meglio l’uomo dei suoi sogni, che pretenda da lui una condotta responsabile, e che essa smetta di accettare rapporti non condivisi o di dire in piena libidine: ‘voglio un figlio da te’ (perché è probabile che lo avrà).
L’aborto, ultima ratio per non avere figli indesiderati.Tra gli animali ogni conseguenza da una relazione viene spontaneamente accettata da tutto il gruppo, tranne che se dei fattori estranei ne cancellino i segni di riconoscimento. I figli degli esseri umani, non accettati né dal padre, né dal gruppo, sono come degli elementi estranei con i segni di riconoscimento perduti; in questo caso nemmeno la madre dovrebbe, per il bene dello stesso figlio, immettere nel suo gruppo un elemento che lo stesso gruppo rifiuta, perché neanche la più grande forza d’animo personale può garantire al figlio una copertura oltre la propria morte, per doverlo poi lasciare comunque solo in balia delle ostilità del suo gruppo. Purtroppo è un dato di fatto che da millenni i figli nati da un rapporto imposto irresponsabilmente dal maschio, e non rifiutato responsabilmente dalla donna, hanno insieme alle loro madri una pessima collocazione nel gruppo, una esistenza segnata da considerazioni superficiali e da un gratuito additamento da parte del gruppo; la Chiesa, infine, questi figli li ha sempre additati come figli del peccato, lasciando, e aiutando in tal senso, che fossero confinati ai bordi della società.
E’ quasi sempre l’uomo a proporre alla donna l’interruzione di una gravidanza non desiderata, è lui che inventa gli anticoncezionali e che è principalmente lui a praticare materialmente l’aborto sulle donne; se, quindi, è l’uomo a fare quanto non deve e a non fare quanto dovrebbe, è egli stesso un aborto della natura che non merita la propria continuità attraverso un suo figlio. E il suo biasimare la donna è soltanto un puerile additamento, immaturo e anche disonesto; e la Chiesa ha dimenticato di educare il suo maschio alla responsabilità, mentre ha infierito ad abbundantiam sulla donna peccatrice.
L’aborto è la conclusione di una premessa maggiore sbagliata, quale la mancanza di amor proprio della donna di fronte alla irresponsabilità dell’uomo, di colui così deficitario nei suoi rapporti interpersonali e anche in quella sua capacità di una reale difesa della vita nelle sue forme essenziali.
Per la coscienza e consapevolezza umana, comunque, la interruzione volontaria della gravidanza significa, per la coppia, comunque la soppressione attiva ed arbitraria di un essere umano già vivente, indipendentemente dalla sua età; e per la morale cristiana ciò significa un atto contro la natura e contro Dio stesso, nel cui Disegno la natura è stata concepita con le Sue regole e non diversamente, e come tale essa va onorata anche dall’uomo, da colui che di soluzioni alternative ha dimostrato di averne solo quelle infantili di fuga dalle proprie responsabilità dopo aver usato il sesso come gioco.
Gli antiabortisti, comunque, i cosiddetti obiettori di coscienza, usino la propria coscienza solo per se stessi, ogni altra persona alle proprie azioni risponderà a sua volta seconda la coscienza propria; quindi niente ipocrisie, crociate civili e condanne sociali!
Mamma Ge
Inviato da: Mamma_Ge
il 22/10/2012 alle 18:54
Inviato da: pgmma
il 14/08/2012 alle 10:42
Inviato da: pgmma
il 14/08/2012 alle 10:39
Inviato da: Mamma_Ge
il 07/05/2012 alle 11:58