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TU NON SAI...NIENTE

Post n°36 pubblicato il 12 Novembre 2012 da Mamma_Ge

Tu non sai...

Mamma, appena tagliato il cordone ombelicale non eravamo più una sola cosa, ti sei allontanata da me, non mi percepivi più, mi guardavi ma non mi vedevi, non mi sentivi; sei tornata a spostare la tua attenzione su altro: le faccende di casa, il tuo shopping, il lavoro, il tuo prostituirti nel mondo virtuale, tutto intorno a me, ma non con me, mentre io sentivo te, la tua mente lontana da me, il tuo nervosismo, la tua impazienza, le tue preoccupazioni, la tua spasmodica ricerca di una babysitter, dei nonni, della pediatra, tutti tranne te, e ciò senza poterti dire nulla, ma solo piangerti addosso la mia piccola, totale apprensione.

Papà, vedendomi forse ti è partito l’orgoglio del macho che ha dimostrato di saper procreare o la soddisfazione che potrai lasciare a qualcuno i tuoi beni; mi vedi con la tua mente, mi calcoli, mi vivisezioni, già mi predestini; con il tuo affetto mentale, alla prima barba mi dici di proiettarmi nel futuro, che devo mettere i piedi per terra perché con il romanticismo non si fanno i soldi, le donne si scopano e solo la più ricca si sposa. A me ragazzina dici di ‘non piangere per Marco’, di non ‘darla’ a nessuno perché questo alza le mie quotazioni e di scegliere uno che mi garantisce un certo tenore di vita e non uno morto di fame. I miei malesseri giovanili, i miei struggimenti d’amore, i miei inutili sforzi di farmi capire, dici che passano presto, di non farne un dramma. Mi basterebbe uno di quegli abbracci che fanno da intercapedine tra me il mondo per sentirmi rassicurata, ma non percepisci niente, neanche me.

Figlio, sei stato messo al mondo, è vero, ma stai in una casa al caldo, puoi frequentare la scuola, ti ho comprato l’ipad...da piccolo non potevi misurare tutti i miei passi intorno a te, le notti in bianco per la tua febbre... poi i tuoi amichetti diventavano più importanti di me e pretendevii di essere spupazzato di qua e di là, il letto tutt’ora non te lo rifai, la biancheria non sai neanche dove cercarla, a tavola dici che da tizio hai mangiato cose divine, i piatti li lavo io facendoti capire che il disordine è controproducente... poi esci da solo la sera per tornare nel cuore della notte, e chi sta sveglio con apprensione?...Io capisco che stai crescendo e cerco di indovinare i tuoi problemi; ti sento come parte di me e come componente del nostro nucleo familiare, ora sei tu che pretendi senza dare e che non percepisci la situazione di ciascuno di noi, e nemmeno tu ci sai.   

Maestra, tu mi vedi bambino, ragazzo, mi invadi, mi misuri, mi giudichi e sentenzi su di me con il tuo metro delle cose, senza percepirmi, senza sapere di me, senza parlare di me e senza chiedermi di me. Io percepisco te, i tuoi umori indipendenti da me, le tue ingiustizie, la tua estraneità nel non riuscire a percepirmi e quindi a non sapere di me.

Fidanzatini, sposi, tu mi hai scelto percependomi, perché un’unione a due non si costruisce solo vedendo le fattezze di una persona,  calcolando i modi, i regali, il denaro e la posizione sociale, ma mi senti quando non ho alcuna voglia di seguirti nelle uscite con le tue amiche, quando torno a casa stanco e tu mi assali con un fiume di parole buttandomi addosso altri problemi, quando la tua mondanità insulsa mi dà sui nervi? Forse mi guardi ma non mi vedi, non mi senti e non mi sai. O tu, che vedi solo il mio corpo, quando parlo non recepisci, se piango chiedi cos’ho da frignare quando altre donne tengono decoro. Tu non mi  senti, tu non mi  sai.

Datore di lavoro, devi mandare avanti la baracca e gli ingranaggi devono filare. Nella tua logica aziendale non c’è posto per femmine con i loro malesseri, le gravidanze, le assenze per i figli, sempre con la mente altrove, sempre con due cuori, inaffidabili...Vuoi solo i maschi che trottano, possibilmente senza doverli condividere con una famiglia e distratti per gli orari, le ferie, le feste e problemi in casa. O con l’articolo 18. Ma tu, tu, cosa senti, cosa sai? La vita è un’altra cosa, ma tu quella non la vivi, quindi tu non sai.

Medico, assistente, ci si rivolge a te quando si sta male e si spera che tu possa essere di aiuto; con me piccino fai quello che ti pare e se continuo a piangere è colpa dei genitori che non sanno prendermi; a me cresciutello dài tanti consigli dall’alto e se non miglioro dici che le tue cure hanno sempre fatto effetto e che sono io che forse non eseguo le tue indicazioni; a me incinta dici che andrà tutto bene e di non crearmi inutili problemi, mentre io mi pongo tante domande; con me anziano alzi la voce perché pensi che sono sordo o demente, che l’età porta certi acciacchi e che comunque l’età c’è...tu mi vedi, confronti le analisi, prescrivi le medicine e avanti il prossimo, ma tu non percepisci i miei dolori, le mie angosce nelle notti insonni, la mia disperazione per la malattia di un congiunto, la mia, e la tua, impotenza, in pratica tu non mi sai. Ma tu più che curare infierisci su uno che già è debole e bisognoso di aiuto, con la terapia d’urto, perché proprio non sai!

Prete, hai scelto un mestiere che ti espone a certe aspettative da parte di chi si rivolge a te. Forse cerco un intermediario con il Padre Eterno, o un ascolto per le mie ambasce, o una mano tesa cristianamente...se tu non percepisci il mio stato d’animo, il mio sforzo di stare al mondo, tu non mi sai; almeno non rovesciarmi addosso le tue vuote parole studiate sui libri!

Governo, oltre a essere preposto alla tutela del bene comune da noi elettori, e oltre a prendere in giro e sfruttare l’elettorato con i tuoi sotterfugi anche palesi, tu non intendi percepire il nostro scomodissimo ‘mal di pancia’ reale, quindi tu non sai e non vuoi sapere. Come ti permetti di ‘camminare sopra i cadaveri’ e continuare ancora a guardarci in faccia?

Gente, ‘dai loro frutti li riconoscerete’, ma questo dato è solo un ché, e sotto ogni ché c’è un come che noi possiamo solo percepire, presupporre, accettare. Ma non sappiamo! Allora non misuriamo gli altri con il nostro metro, la nostra ignoranza, la nostra cattiveria, il nostro gratuito giudizio, e non invadiamo la loro esistenza senza permesso, e senza sapere!!!  

... niente!

Mamma Ge

 
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