Un blog creato da ilpunitore78 il 17/03/2009

IL PUNITORE

LA STORIA D'ITALIA ANNI '20, '30, '40 - LA VERITA' CONTRO LA CENSURA

 
 
 
 
 
 

CROCE CELTICA - SIMBOLO DEL P.N.F. 1925-45

CROCE CELTICA - SIMBOLO DEL FASCISMO ANNI '30 e '40

 
 
 
 
 
 
 

SIMBOLO DELLA R.S.I. (FINE ANNI '30)

Simbolo della Repubblica Sociale Italiana - fine anni '30

 
 
 
 
 
 
 

CLIP STORICA - PROCLAMAZIONE DELL'IMPERO

 
 
 
 
 
 
 

LOCANDINA PROPAGANDA ANNI '30/'40 - BRIGATE NERE

PROPAGANDA R.S.I. ANNI '40 - BRIGATE NERE

 
 
 
 
 
 
 

SENATUS POPOLUSQUE ROMANUS

SIMBOLO DI ROMA E DELL'IMPERO ROMANO - EPOCA ANTICA ROMA

 
 
 
 
 
 
 

GIOVANI BALILLA - FOTO EPOCA ANNI '20

GIOVANI BALILLA - FOTO EPOCA ANNI '20

 
 
 
 
 
 
 

IL VESSILO DELLE LEGIONI DELL'IMPERO ROMANO

IL VESSILLO DELLA DECIMA LEGIONE DELL'IMPERO ROMANO

 
 
 
 
 
 
 

INNO DELLA X MAS - ANNI '40

Quando pareva vinta Roma antica
sorse l'invitta Xª Legione;
vinse sul campo il barbaro nemico
Roma riebbe pace con onore.
Quando l'ignobil otto di settembre
abbandonò la Patria il traditore
sorse dal mar la Xª Flottiglia
e prese l'armi al grido "per l'onore".
Decima Flottiglia nostra
che beffasti l'Inghilterra,
vittoriosa ad Alessandria,
Malta, Suda e Gibilterra.
Vittoriosa già sul mare
ora pure sulla terra
Vincerai!

Navi d'Italia che ci foste tolte
non in battaglia ma col tradimento
nostri fratelli prigionieri o morti
noi vi facciamo questo giuramento.
Noi vi giuriamo che ritorneremo
là dove Dio volle il tricolore;
noi vi giuriamo che combatteremo
fin quando avremo pace con onore.
Decima Flottiglia nostra
che beffasti l'Inghilterra,
vittoriosa ad Alessandria,
Malta, Suda e Gibilterra.
Vittoriosa già sul mare
ora pure sulla terra
Vincerai!

 
 
 
 
 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
 
 
 
 
 
 

TAG

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

FACEBOOK

 
 
 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 

 

 
IL RACCONTO DI UN SOPRAV... »

BIOGRAFIA IN BREVE DI BENITO MUSSOLINI IL DUCE D'ITALIA

Post n°1 pubblicato il 17 Marzo 2009 da ilpunitore78
 

Benito Mussolini - immagine d'epocaBenito Amilcare Andrea Mussolini nasce il 29 luglio 1883 a Dovia di Predappio, nel Forlivese, da Alessandro, fabbro ferraio, e Rosa nata Maltoni, maestra elementare. Dapprima studia nel collegio salesiano di Faenza (1892-1893), poi presso il collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo anch'egli il diploma di maestro elementare.
Sull’esempio del padre, esponente del socialismo facinoroso, libertario, anarchico e violentemente anticlericale di Romagna, comincia la sua carriera politica con l'iscrizione al Partito Socialista Italiano (PSI) a soli 17 anni (1900). Poco dopo, forse allo scopo di sottrarsi al servizio militare, si reca in Svizzera, dove fa il suo ingresso negli ambienti rivoluzionari europei e si accosta alle letture dei principali filosofi politici del secolo XIX, tra cui Marx, Proudhon, Pareto e Nietzsche. Si lega in particolare ai rivoluzionari Giacinto Menotti Serrati, futuro comunista, e Alexandra Balabanov, futura esponente del PSDI.
Rientrato in Italia nel 1904 dopo essere stato espulso da diversi cantoni svizzeri per ripetuto ed esasperato attivismo antimilitarista e anticlericale, si avvale di un’amnistia ai renitenti alla leva, per compiere quindi il servizio militare nel reggimento di bersaglieri di stanza a Verona. Per un breve periodo trova anche il tempo per insegnare presso Tolmezzo ed Oneglia (1908), dove tra l'altro collabora attivamente al periodico socialista “La lima”, dopodiché torna a Dovia.
Quivi continua un’incessante attività politica e, fra l'altro, viene imprigionato per dodici giorni per aver sostenuto uno sciopero di braccianti. Nel 1909 viene chiamato a ricoprire la carica di Segretario della Camera del Lavoro di Trento, allora austriaca, e a dirigere il quotidiano “L'avventura del lavoratore”. Si scontra presto con gli ambienti moderati e Cattolici e, dopo sei mesi di frenetica attività propagandistica, viene espulso dall’Impero Asburgico tra le vibranti proteste dei socialisti trentini suscitando una vasta eco in tutta la sinistra massimalista italiana.
Tornato a Forlì, si unisce senza alcun vincolo matrimoniale civile o religioso con Rachele Guidi, figlia di una concubina del padre. Insieme ebbero cinque figli: Edda nel 1910, Vittorio nel 1915, Bruno nel 1918, Romano nel 1927 e Anna Maria nel 1929. Nel 1915 sarebbe stato celebrato il matrimonio civile mentre nel 1925 quello religioso.
Contemporaneamente la dirigenza socialista forlivese gli offre la direzione del settimanale “Lotta di classe” e lo nomina proprio segretario. Al termine del congresso socialista a Milano dell'ottobre 1910, ancora dominato dai riformisti, Mussolini pensa di scuotere la minoranza massimalista, anche a rischio di spaccare il partito, provocando l'uscita dal PSI della federazione socialista forlivese, ma nessun'altro lo segue nell'iniziativa.
Sopraggiunta la guerra in Libia, Mussolini appare come l'uomo più adatto a impersonare il rinnovamento ideale e politico del partito. Condannato a un anno di reclusione, poi ridotto a cinque mesi e mezzo, per le manifestazioni organizzate in Romagna contro la guerra in Africa, diventa protagonista del congresso di Reggio Emilia (1912), ottenendo l’espulsione dal partito della corrente più riformista rappresentata da Bonomi e Bissolati. Assunta la direzione del quotidiano del partito “L’Avanti!” alla fine del 1912, dà al socialismo Italiano una connotazione rivoluzionaria e partecipativa.
Allo scoppio del primo conflitto mondiale, Mussolini si pone inizialmente sulla posizione ufficiale del partito, la neutralità. Nel giro di pochi mesi, però, nel futuro Duce matura il convincimento che l'opposizione alla guerra avrebbe finito per trascinare il PSI ad un ruolo sterile e marginale, mentre sarebbe stato opportuno sfruttare l'occasione per riportare le masse sulla via del rinnovamento rivoluzionario. Interpretando il pensiero di buona parte della corrente massimalista e delle masse trascinate nell’esperienza della “settimana rossa” del giugno 1914, si dimette dalla direzione del quotidiano socialista il 20 ottobre 1914, proprio due giorni dopo la pubblicazione di un suo articolo che faceva appunto notare il mutato programma, “Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante”. Cerca perciò di portare tutto il partito verso le sue posizioni, senza riuscirvi. Decide così di fondare un suo giornale e ai primi di novembre nasce “Il Popolo d'Italia”, foglio socialista e nazionalista, radicalmente schierato su posizioni interventiste a fianco dell'Intesa. Il giornale ottiene subito un clamoroso successo, ma, a seguito di queste prese di posizione opposte alle direttive del partito, il 25 novembre 1914 viene espulso dal PSI.
Con l’entrata in guerra dell’Italia viene richiamato alle armi (agosto 1915). Dopo essere stato seriamente ferito durante un'esercitazione (1917) ritorna alla guida del suo giornale, dalle colonne del quale rompe gli ultimi legami con la vecchia matrice socialista, prospettando l'attuazione di una società produttivistica capace di soddisfare le esigenze economiche di tutti i ceti, risolvendo la lotta di classe e superando quindi da un lato il liberalismo e dall’altro il bolscevismo. E' la nascita dell’Idea Fascista. Il 23 marzo 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano, con un memorabile discorso, Mussolini, fonda il primo nucleo di quello che sarà il Partito Nazionale Fascista, i Fasci di Combattimento, raccogliendo intorno a sé uomini e idee della sinistra radicale e della destra nazionalista più accesa. L'iniziativa, inizialmente passata in sordina, raccoglie lentamente sempre più consensi e il Fascismo inizia a caratterizzarsi come forza organizzata in funzione antisindacale e antisocialista. Mussolini ottiene crescenti adesioni e pareri favorevoli da tutti i settori agrari e industriali, dai contadini agli operai, dagli imprenditori ai proprietari terrieri, dai ceti deboli ai ceti medi, ai ceti alti.
Ormai forte e organizzato, Mussolini decide la trasformazione in Partito Nazionale Fascista (novembre 1921) e si avvia alla Rivoluzione, che avviene il 28 ottobre 1922 con la storica Marcia su Roma. Il Re lo chiama quindi al Quirinale per formare il nuovo Governo Fascista di unità nazionale, costituito da un gabinetto di larga coalizione che comprende anche i liberali e i popolari. Il Governo si consolida ulteriormente con la vittoria nelle elezioni del 1924.
Successivamente Mussolini attraversa un periodo di grande difficoltà a causa del misterioso assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924). Mussolini reagisce da grande statista prendendosi le responsabilità politiche dell’accaduto, mantenendo intatta la fiducia del Re e del Popolo. Con la volontaria emarginazione delle altre forze politiche, il PNF assurge al ruolo di partito unico del Regno e Mussolini, cui il Re conferisce ufficialmente, accanto al titolo di Presidente del Consiglio, quello di Duce del Fascismo e Capo del Governo, riesce così ad intraprendere con ferma decisione un enorme quantità di iniziative che portano l’Italia ad incrementare i propri indici di benessere e di potenza in modo eccelso. La sua popolarità cresce così vertiginosamente e ormai egli è il restauratore delle sorti d’Italia, il Capo per eccellenza.
Tra gli innumerevoli successi del Regime si annoverano in particolare la risoluzione dell'annosa questione romana attraverso il Concordato (Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929), la bonifica di intere zone d’Italia e la costruzione dal nulla di un’intera nuova Provincia (Littoria, 1932), il trionfo nella Guerra d’Etiopia con il ritorno dell’Impero sui colli fatali di Roma (9 Maggio 1936), la soluzione dei problemi igienico-sanitari del Paese, il rinnovamento dell’ordine legislativo e giudiziario, l’istituzione di un nuovo ed eccellente sistema corporativo e sindacale, la promozione dei valori etici, sociali, religiosi e della Romanità del Popolo d’Italia, il prestigio e la forza della Patria all’estero (da ricordare l’occupazione momentanea di Corfù contro l’ingerenza greca nel 1923 e l’annessione definitiva di Fiume all’Italia, 1924), e così via.
Tuttavia, con il passare del tempo, inizia purtroppo ad emergere sempre più la parte retorica e demagogica della dittatura personale, che rischia vieppiù di offuscare tutte le straordinarie benemerenze del Fascismo e del suo Duce.
Isolato dalle “demoplutocrazie occidentali” durante l’impresa d’Etiopia (inique sanzioni), si avvicina lentamente ma inesorabilmente alla Germania nazionalsocialista, pur avendola più volte duramente attaccata per la politica razziale ed espansionistica (annessione dell’Austria, 1938). Eppure il Duce ottiene un successo di rilievo con il Patto di Monaco dello stesso 1938, che sembra sortire il mantenimento della pace mondiale. Tuttavia, ormai considerato in modo ostile dalle demoplutocrazie e subendo il fascino della dittatura hitleriana, giunge alla promozione ed alla promulgazione di inaspettate leggi razziali di marca antisemita (1938), le quali, benché assai generiche e blande, getteranno per sempre un’ombra sul suo operato. Con la firma di un vincolante Patto d'Acciaio (1939), si assiste ad una definitiva alleanza internazionale con la Germania.
Con lo scoppio della II Guerra Mondiale, il Duce, d’accordo col Re e con gli altri Enti supremi del Regno, decide inizialmente per la non-belligeranza, ma, entusiasmato dai repentini successi iniziali di Hitler e pressato da parte della dirigenza del Regime e dell’opinione pubblica, si risolve per l’entrata in guerra a fianco dell’alleato tedesco il 10 giugno 1940. Ciò avviene benché il Duce sia impreparato militarmente e sconsigliato dai più esperti esponenti militari del Regime, nell'illusione di un rapido e facile trionfo.
Ciò è purtroppo l’inizio della fine, perché nel giro di tre anni gli effimeri successi iniziali si trasformano in sonore sconfitte che preludono al peggio. L’Impero viene già perso nel 1941 e in Grecia le operazioni falliscono miseramente.
Dopo l'invasione anglo-americana della Sicilia e uno dei suoi ultimi colloqui con Hitler (19 luglio 1943) viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo (25 luglio 1943) e posto agli arresti dal sovrano che tenta così di salvare la propria testa dalle responsabilità condivise con il fascismo per vent’anni. Trasferito a Ponza, poi alla Maddalena e infine a Campo Imperatore sul Gran Sasso, il 12 settembre viene liberato dai paracadutisti tedeschi e portato prima a Vienna e poi in Germania, dove il 15 settembre proclama, sotto la pressione e la protezione di Hitler, la costituzione del Partito Fascista Repubblicano e della Repubblica Sociale Italiana, di cui diventa Presidente della Repubblica e Capo di Governo, in quasi totale dipendenza da Hitler. La residenza del governo viene posta a Salò, nel bresciano, e la zona controllata dalla Repubblica corrisponde pressapoco al nord del Paese. Si tentano così di ricuperare, almeno parzialmente, le idealità del Fascismo della prima ora.
Ormai stanco, indebolito, isolato e privato di ogni credibilità, Mussolini assiste alla tragica disfatta dell’Asse e quando gli ultimi reparti tedeschi vengono sconfitti, propone ai capi partigiani un passaggio ufficiale di poteri, per evitare le violenze alla fine della guerra, che viene respinto.
Risoltosi a rifugiarsi in Svizzera insieme all’amante Claretta Petacci, si dirige verso la Valtellina con quel che era rimasto del Governo e guardato a vista da una colonna tedesca. Viene però riconosciuto a Dongo dai partigiani, e assassinano barbaramente il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra, nel Comasco, da agenti ancora sconosciuti, per poi farne scempio nell’orgia di Piazzale Loreto. Le spoglie mortali del Duce ebbero infine pace con la sepoltura nella natia Predappio avvenuta soltanto nel 1957.
Tra gli scritti del Duce si annoverano: “Claudia Particella, l'amante del Cardinal Madruzzo” (romanzo apparso a puntate su “Il Popolo” per 57 giorni a partire dal 20 gennaio 1910); “La tragedia di Mayerling” (1910, non pubblicato); “La mia vita” (1911-12); “Giovanni Huss il veridico” (1913); “Vita di Arnaldo” (1932); “Scritti e discorsi” (1914-39, 12 volumi); “Parlo con Bruno” (1941).

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/ilpunitoreblog/trackback.php?msg=6710513

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
The.Red81
The.Red81 il 17/03/09 alle 19:06 via WEB
Per la patria...
 
ilpunitore78
ilpunitore78 il 17/03/09 alle 19:40 via WEB
...e per l'Onore! A NOI!!!
 
loscrittore47
loscrittore47 il 29/04/10 alle 17:46 via WEB
prima di tutto, non si chiamava Alexandra ma Angelica Balabanoff; poi si congeda al Deposito Bersaglieri di Bologna ma, quando rientra dalla Svizzera è perché sua madre è morente ed è nel 1905. Mancano troppe altre notizie importanti. Saluti.-
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 
 
 
 

CROCE CELTICA - SIMBOLO DEL P.N.F. 1925-45

CROCE CELTICA - SIMBOLO DEL FASCISMO ANNI '30 e '40

 
 
 
 
 
 
 

FASCIO LITTORIO - SIMBOLO DEL P.N.F. ANNI '20

IL SIMBOLO DEL P.N.F. anni '20

 
 
 
 
 
 
 

BENITO MUSSOLINI DUCE D'ITALIA - FOTO D'EPOCA

BENITO MUSSOLINI DUCE D'ITALIA in una foto d'epoca

 
 
 
 
 
 
 

STEMMA X LEGIONE MAS - ESERCITO ITALIANO 1920/30

STEMMA X LEGIONE MAS - ESERCITO ITALIANO 1920/30

 
 
 
 
 
 
 

SAN PIETRO - ROMA CAPUT MUNDI

CUPOLA DI SAN PIETRO - ROMA CAPITALE D'ITALIA

 
 
 
 
 
 
 

PROPAGANDA ANNI '40 - MANIFESTO DELLA 'MUTI'

PROPAGANDA ANNI '40 - MANIFESTO DELLA 'MUTI'

 
 
 
 
 
 
 

MOTTO FASCISTA IN ALTORILIEVO SU PIETRA - 1925

MOTTO FASCISTA IN ALTORIELIEVO SU MARMO - ANNI '20

 
 
 
 
 
 
 

SLOGAN E PROPAGANDA ANNI '20 E '30

"LIBRO E MOSCHETTO, FASCISTA PERFETTO" - PROPAGANDA ANNI '20 e '30

 
 
 
 
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

daniela.g0geolabancaB33239eliocopycastelmassaDage7gianpietrodelgobboalescrisostomo72beglia89antuan0roccocavalli44Angeliko_franceseserpentariarobertoluciavanni1962VohuMaldoro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963