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Quale politica
Dove si annida la corruzione? Il luogo classico è il tribunale. Tranquilli. Parliamo dell'Atene del V e IV sec., studiata dal prof. Luciano Canfora in un recente libro. Dove leggiamo: il tribunale aveva una centralità forse superiore a quella dell'assemblea popolare. E l'esempio che sembrava fuori posto, diventa illuminate anche per i nostri poveri tempi. La centralità politica dell'Italia sembra essersi trasferita nei tribunali. Sotto indagine adesso sono finite le Regioni. Le cronache giudiziarie fanno elenchi che dimostrano un'amara verità. Mentre i cittadini qualsiasi, come dicevano una volta i cronisti, sono costretti a tirare la cinghia per mancanza di soldi, i signori che amministrano le Regioni hanno una libertà per spese che le stesse cronache ci rivelano oscene, indipendentemente dal fatto che esse siano o no in violazione delle norme.
Per questo semplice dato, ripetendo una tradizione inaugurata dall'inchiesta di Mani pulite, i tribunali sono diventati i surrogati della Politica. Lì si scoprono (o s'intravedono a fatica) i malandrini, i farabutti, gli spioni, insomma il sottobosco del malaffare che fa venire il voltastomaco e la voglia di tacere. Ladri e spie esistono in tutto il mondo, ma soltanto in Italia essi ambiscono ad un ruolo politico per raggiungere un doppio scopo già descritto in passato da penne illustri: quello di chiudere certi conti personali con la Giustizia per l'immunità garantita dalla carriera parlamentare, e l'altro di usare tutti gli strumenti a disposizione per annientare gli avversari. Giulio Santagata, ministro con Prodi tra 2006 e 2008, sintetizza: il disastro etico della Politica non ci fa meravigliare più di nulla. G. A. Stella racconta che la Regione Lazio ha speso 127 mila euro per il sacrario di Rodolfo Graziani: deportò nei lager centomila libici, in Etiopia ordinò la strage del clero, fece marciare uomini, donne, vecchi e bambini per centinaia di km nel deserto sino ai campi di concentramento di Sirte.
Nello scorso numero del nostro giornale, ho letto le sagge parole di Tonio Dell'Olio nella rubrica "Mosaico di Pace": il campo nobile della Politica oggi è frequentato da mestieranti e profittatori che vanno espulsi; occorre fare presto nel riformare il sistema, non per spirito di antipolitica, come dicono alcuni, ma per amore della stessa Politica che è il respiro della democrazia. Aggiungo: mestieranti e profittatori se la cavano spesso, ma sempre ci fanno piangere. [Anno XXXI, n. 1097]
Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA
"il Ponte", settimanale, n. 35, 07.10.2012, Rimini
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