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Papa fuga dal vero

Post n°381 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da monari

Galileopapa Il papa non andrà alla Sapienza. "A seguito delle ben note vicende", precisa un comunicato ufficiale.
L'"Osservatore romano" di questa sera pubblica un fondo del matematico Giorgio Israel, in cui si legge che "il discorso del 1990 può ben essere considerato, per chi lo legga con un minimo di attenzione, come una difesa della razionalità galileiana contro lo scetticismo e il relativismo della cultura postmoderna".

Qui si cambiano le carte in tavola. Nessuno vieta a lui o vietava al cardinal Ratzinger di sostenere che il caso di Galileo era "poco considerato nel XVII secolo". Tutto ciò non c'entra nulla con l'essenza del caso Galileo stesso.
Ratzinger nel 1990 attribuisce all'Illuminismo l'invenzione del "mito" di Galileo. Basterebbe soffermarsi su questa parola ("mito") per comprendere tutto lo sviluppo logico del discorso del cardinale poi divenuto papa.

Al quale premeva demolire l'Illuminismo, non Galileo. Perché poi lo concia per le feste, Galileo, con una semplice battuta: "Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili". Ovvero tutta la scienza è indimostrabile senza la fede: "Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
(Questo passo conclusivo nella traduzione è letterariamente arcaico con quell'attinto che significa raggiunto.)

Sono cose diverse completamente "il dubbio della modernità" ed il processo a Galileo del XVII secolo.
Per dimostrare questo "dubbio della modernità", il cardinal Ratzinger porta tre esempi:
1. Da Ernst Bloch ricava: "Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo". Ovvero potrebbe avere ragione la Bibbia, altro che la scienza moderna.
2. Da P. Feyerabend: la sentenza della Chiesa "contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione".
3. C. F. Von Weizsacker "vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica".

Ratzinger demoliva Galileo fingendo di difenderlo. E poi attribuiva il "dubbio della modernità" non ad un avanzamento del dibattito scientifico che è proprio di una società libera senza Inquisizione, ma al fatto che si rifiutava l'idea di rivoluzione scientifica galileiana. La quale invece è alla base del "dubbio della modernità". La scienza dà sempre una verità relativa, al contrario della religione che la dà assoluta. Una volta per tutte.
Insomma quel discorso del 1990 era una fuga dal vero. Non è "una difesa della razionalità galileiana contro lo scetticismo e il relativismo della cultura postmoderna" come invece sostiene l'"Osservatore romano" di stasera.


Al "Dialogo sopra i minimi sistemi" di ieri sera, oggi segnalato dalla Stampa.

[Anno III, post n. 16 (393)]

 
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