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Cossiga enfant, terrible

Post n°401 pubblicato il 08 Aprile 2008 da monari

Cossiga08042008
La lettera inviata oggi da Francesco Cossiga alla "Stampa" ("Parlando da cattolico infante") riapre un suo vecchio discorso. La straordinaria nonchalanche che egli mostra è più tagliente di un coltello da macellaio.
Quando si definisce "cattolico infante", manifesta un retrogusto che si coglie soltanto se si ricorda che la stessa etichetta l'ha usata altre volte, non tanto per spiegare se stesso ma per attaccare gli altri.
I quali erano rispettivamente il sindaco di Roma ed il presidente del Consiglio Romano Prodi (18 giugno 2007); ed il ministro Rosy Bindi (21 gennaio 2008).

Nel 2007 chiese scusa al papa per le offese arrecate alla Chiesa etc. dal Gay pride, aggiungendo una velenosa postilla su Romano Prodi: "Questa lettera aperta di scuse gliela avrebbe dovuta forse scrivere il Presidente del Consiglio dei ministri, cattolico e 'cattolico adulto': ma egli, e lo comprendo, non può perché ritiene che la politica e la religione debbano essere non solo distinte ma separate...".

Anche con Rosy Bindi citò i "cattolici adulti", infamandoli con la consueta grazia: "non sono un 'cattolico adulto', ma un 'cattolico infante'". I "cattolici adulti" hanno "la pretesa di parlare direttamente con Dio, anche bypassando il Vescovo di Roma e della Chiesa Universale, e cioè il Papa". E credono "di essere, come i catari, i Santi".
Cossiga invece sa soltanto di essere un "cattolico peccatore che si salverá per la Grazia di Dio, mosso dalla quale cerco di cooperare con le buone opere, anche obbedendo al Papa e ai Vescovi".

Nella lettera di oggi, Cossiga ribadisce la totale differenza fra i "cattolici adulti" o "cattolici democratici", e quelli come lui, gli "infanti" o quasi "teodem".
Da profondo conoscitore della teologia (anche se sostiene di saperne soltanto "qualcosa"), Cossiga conduce in porto una perfetta operazione per confondere le menti e le acque della politica.
Il suo gioco dialettico serve soltanto a gettare fango sul movimento di Veltroni, fingendone l'elogio: "Per quanto mi riguarda, forse io voterò per il Partito democratico, anche se ancora non ho ben capito cosa sia!: ma io non sono iscritto a questo partito, e in Parlamento voterò come mi pare, anzi, come appartenente alla Diocesi di Roma e quindi fedele del Vescovo di Roma, che è anche Papa".

 

A questo punto, caro presidente Cossiga, con tutta la simpatia che nutriamo per lei e che lei costantemente ci ispira (come pubblicamente le testimoniammo), non ci resta altro che dire: "Viva Porta Pia".

 



[Anno III, post n. 108 (485), © by Antonio Montanari 2008]

 
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