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Lodo Collodi

Post n°485 pubblicato il 27 Settembre 2008 da monari



322alfano
Modesta proposta. In attesa che si pronunci la Corte costituzionale, al "lodo Alfano" cambiamogli nome, chiamiamolo "lodo Collodi". Indica meglio la sua natura. A chi l'ha proposto dovrebbe crescere il naso come a Pinocchio. L'art. 1 è uguale all'art. 1 comma 2 del "lodo Schifani" (2003) dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte nel 2004.
Ieri sera a Milano il tribunale in cui è in corso una causa che vede come imputato Silvio Berlusconi, ha deciso di chiedere il parere della Corte costituzionale.

A richiamare l'attenzione della sentenza del 2004 relativa all'articolo del "lodo Schifani" travasato in quello di Alfano, è stato di recente il presidente emerito della stessa Corte costituzionale Antonio Baldassarre, in un'intervista al "Corriere della Sera".
Oggi il quotidiano di via Solferino dimentica quella intervista, anche se ricorda la sentenza del 2004. E riapre il discorso con due pareri opposti. A favore del "lodo Alfano" è un altro ex presidente, Alberto Capotosti. Contro, il costituzionalista Alessandro Pizzorusso. Ma la sentenza del 2004 dovrebbe tagliare la testa al toro.

Questo però non lo si può scrivere perché si aprirebbe un delicato problema di carattere politico ed istituzionale: come mai il Quirinale ha firmato il "lodo Alfano" nonostante la sentenza della Corte costituzionale del 2004?
Indirettamente alla domanda risponde Curzio Maltese nel supplemento libri di "Repubblica" recensendo "Bolzaneto" di Massimo Calandri: in Italia "la Costituzione è già morta e quasi nessuno se n'è accorto".

La vicenda del "lodo Alfano" copia-conforme dello Schifani, per il modo in cui è stata oscurata rientra tra quelle "solite litanie quotidiane" di cui parla stamani sulla "Stampa" Lucia Annunziata. E che impediscono di vedere i veri problemi.
Lo "scenario terrificante" di cui Lucia Annunziata parla a proposito degli Usa, ("un vuoto di potere al centro dello stesso potere mondiale"), potrebbe essere lo stesso su cui collocare la vicenda del "lodo Alfano", per i motivi indicati da Curzio Maltese: "la Costituzione è già morta e quasi nessuno se n'è accorto".

La responsabilità maggiore ricade sulle spalle dei politici o del "quarto potere" dell'informazione?
Un opinionista moderato e conservatore come Piero Ostellino nello stesso "Corriere della Sera" di oggi censura lo scandalismo che predomina in certi giornali che non amano le inchieste.
La vicenda del "lodo Alfano" non rientra nella categoria dello scandalismo o dell'inchiesta. Racconta le paure di un'informazione che teme di turbare gli attuali equilibri politici.

Speriamo che, in un giorno non lontano, si possa leggerne qualcosa sul tipo di quanto oggi sulla "Stampa" ci ha offerto Mattia Feltri con l'impeccabile ricostruzione della biografia politica di Luciano Violante.

Fonte foto: liberoblog.libero.it



[27.09.2008, Anno III, post n. 294 (671), © by Antonio Montanari 2008]

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