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Rimini bella addormentata
Post n°92 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da monari
Rimini è..., ehm, non so
Ma com'è Rimini? «Città confusa e felice» conclude il titolo del Corriere di Romagna di oggi 14 gennaio 2006 in bel servizio nelle pagine della cultura.
Ma a leggere le interviste, il giudizio appare più pesante.
Anzitutto Mario Guaraldi, editore, a proposito della trasmissione televisiva della notte di Capodanno, osserva: «Una figura meschina, povera, inconsistente».
Piero Meldini, scrittore e studioso, aggiunge sul tema che da Rimini abbiamo offerto «un'immagine molto datata», avendo «paura di osare immagini più fresche».
Il gallerista Giovanni Tiboni precisa che la nostra città «non crede nella cultura. Eppure ha grandi potenzialità».
Per il docente e pittore Vittorio d'Augusta occorre «un nuovo pionierismo».
Per il direttore della Fondazione Fellini, Vittorio Boarini, si deve puntare tutto sul regista concittadino. Pure lo scrittore Gianluca Morozzi è favorevole a Fellini («ovvio, scontato, ma grande veicolo»). Per Tiboni bisogna invece lasciare perdere Federico («Tutti lo omaggiano ma molti sono dilettanti e lui si rivolterebbe nella tomba»).
Dalla cultura alla politica (ma non è infine la stessa minestra servita in due piatti diversi?), l'assessore ai Servizi sociali Stefano Vitali avverte lo stesso giorno: la felicità non sta in strade e grandi opere, ma nella qualità della vita di tutti i cittadini, quindi non soltanto dei benestanti. (Ma lo capiranno i sognatori di Federico?)
Circa la trasmissione di fine anno, ha ragione da vendere Guaraldi: che squallore! Neppure un'immagine della città. Della sua storia, dei suoi monumenti.
Ma com'è Rimini? «Città confusa e felice» conclude il titolo del Corriere di Romagna di oggi 14 gennaio 2006 in bel servizio nelle pagine della cultura.
Ma a leggere le interviste, il giudizio appare più pesante.
Anzitutto Mario Guaraldi, editore, a proposito della trasmissione televisiva della notte di Capodanno, osserva: «Una figura meschina, povera, inconsistente».
Piero Meldini, scrittore e studioso, aggiunge sul tema che da Rimini abbiamo offerto «un'immagine molto datata», avendo «paura di osare immagini più fresche».
Il gallerista Giovanni Tiboni precisa che la nostra città «non crede nella cultura. Eppure ha grandi potenzialità».
Per il docente e pittore Vittorio d'Augusta occorre «un nuovo pionierismo».
Per il direttore della Fondazione Fellini, Vittorio Boarini, si deve puntare tutto sul regista concittadino. Pure lo scrittore Gianluca Morozzi è favorevole a Fellini («ovvio, scontato, ma grande veicolo»). Per Tiboni bisogna invece lasciare perdere Federico («Tutti lo omaggiano ma molti sono dilettanti e lui si rivolterebbe nella tomba»).
Dalla cultura alla politica (ma non è infine la stessa minestra servita in due piatti diversi?), l'assessore ai Servizi sociali Stefano Vitali avverte lo stesso giorno: la felicità non sta in strade e grandi opere, ma nella qualità della vita di tutti i cittadini, quindi non soltanto dei benestanti. (Ma lo capiranno i sognatori di Federico?)
Circa la trasmissione di fine anno, ha ragione da vendere Guaraldi: che squallore! Neppure un'immagine della città. Della sua storia, dei suoi monumenti.
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