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La carica del 101

Post n°575 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da monari

Blog_olivetti_roberto Il "programma 101", cioè il primo mini-computer del mondo, ed il primo grande calcolatore europeo Elea sono due esempi di una storia grande, nata e vissuta dalla Olivetti. La scomparsa di Adriano Olivetti nel 1960 bloccò il sogno elettronico italiano, scrive oggi Mario Pirani su "Repubblica": "Si consumò allora la grande illusione del figlio Roberto (1928-1985), un genio misconosciuto dell'industria innovativa" che invano si batté a favore dell'elettronica.

È una vicenda nota. Pirani la ripropone come esempio simbolico della miopia dell'aristocrazia dell'imprenditoria nazionale e del nostro mondo bancario. Da loro venne l'obbligo di chiudere la divisione elettronica, "buona tutt'al più per fare giocattoli".

Da qualche parte conservo altri ritagli su questa vicenda. Ne parlo sempre quando si discorre con qualcuno delle magnifiche sorti e progressive del Bel Paese. Avremmo potuto avere un diverso destino economico, con altre teste alla guida del baraccone. Ne sono convinto. Siamo invece rimasti la periferia di un impero che ha cambiato volto in fretta, e ha per un certo periodo premiato i furbi. Questi furbi hanno delocalizzato dal Nord-est italico nell'Est europeo. Poi hanno cominciato ad odiare quei cittadini dell'Est europeo che giungevano nel loro Nord-est.

Chi va a braccetto con i leghisti non ama né il progresso culturale né quello scientifico. Fa trionfare la beceraggine televisiva da grandi fratelli e piccole sorelle, per usare eufemismi. Il culmine è stato raggiunto in questi ultimi giorni. Con forme di mignottismo politico che poco di buono promettono per le sorti del nostro Paese.

Meditiamo, meditiamo gente sulla "carica del 101" buttato a mare, perché l'elettronica era "buona tutt'al più per fare giocattoli". Volete metterla a confronto con mafia e camorra, due marchi di qualità che resistono all'usura del tempo? Noi oggi in Italia non ricordiamo gli eroi degli ambienti industriali come Roberto Olivetti (foto), ma abbiamo un presidente del Consiglio che ha decorato del titolo di eroe un carcerato che resistette al solletico dei giudici per farlo parlare male di lui.

Per la storia del "101", si legga on line il libro di Pier Giorgio Perotto, da questo link.



[09.02.2009, anno IV, post n. 46 (766), © by Antonio Montanari 2009. Mail]


Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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